Capitolo otto

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Ormai era passata una settimana. Una settimana che non entravo su GameOnSex, che non accendevo il pc, che lo lasciavo dentro un cassetto chiuso a chiave. La sola e unica chiave per aprirlo l'avevo io, e la portavo ovunque, nella mia borsa.
Non poter utilizzare quel sito, mi rendeva davvero molto frustrata, inoltre i messaggi privati si erano quadruplicati nel mio cellulare, avendo le notifiche attivate del sito, ricevevo i messaggi. Per questo motivo avevo deciso di disattivare l'arrivo dei messaggi. Tutti mi chiedevano chi fossi, se fossi realmente una vip, una persona famosa. I soldi aumentavano, eccitati dall'idea che parlassero con una vip, ma una parte di me era terrorizzata, e anche troppo. In quel periodo non mi importava fare soldi, o almeno non tanto. Volevo trovare il colpevole, perché se non lo avessi fatto, il mio obiettivo non si sarebbe realizzato nonostante volessi e avessi i mezzi necessari.

"Camila..." le sue mani erano sulle mie spalle, voleva rassicurarmi. Nell'ultimo periodo Lauren vedendomi sfinita, senza che me ne rendessi conto, si avvicinò così tanto da permetterle di entrare in camera mia. È assurdo come una persona possa entrarti dentro nei momenti più bui. "Puoi dirmi cosa non va? È passata una settimana. Hai le occhiaie profonde e nere, non ti vedo molto sveglia e i tuoi muscoli sono tesi, come se fossero sempre all'avanguardia. Puoi parlarmene, sono stanca di vederti ogni giorno rischiare di essere investita uscita dal lavoro. Mi stai seriamente preoccupando"

I miei occhi erano fissi sul vuoto, completamente impauriti da quel sconosciuto, che sicuramente non si sarebbe fermato lì, pubblicando solo un video online, non rivelando che la persona all'interno fosse molto famosa.
Sentivo i miei muscoli deboli. Mi stavo sgretolando lentamente, e Lauren era lì, quasi come un'amica, quasi, a volermi consolare. Ormai le mie difese erano crollate, e il suo tocco ormai era l'unico modo per tranquillizzarmi, almeno un po'. Sembrava che fosse capace di ipnotizzarmi quando voleva, come voleva.

Le sue mani si mossero sulla mia schiena. Solo in quel momento mi resi conto di quanto mi stesse stregando, e iniziai a credere che fosse lei quel sconosciuto.
Quel contatto mi fece male e alora mi allontanai.
Forse... aveva un obiettivo in testa? Ma quale? E soprattutto, perché? Possibile che quella sensazione di vendetta di cui mi aveva parlato riguardasse quel sito web?

Il mio cellulare squillò sul letto, vicino alla mia coscia. Ormai sussultare -sentendo la canzone apparentamente allegra risuonare in camera- era un'abitudine, poichè l'unico a chiamarmi in quel periodo era Shawn : avevo detto al resto delle mie amiche di lasciarmi sola, senza dare a loro alcuna informazione del perché.

"Shawn" la mia voce fu tremante. Le mie mani pure. "Che succede? Ancora non hai scoperto niente come al solito?" domandai, sapendo ormai quel discorso da rito a memoria.

"Camila... guarda il sito web" disse dopo qualche secondo.

Io rimasi bloccata per qualche secondo, poi chiusi di fretta la chiamata, mi alzai dal letto e andai sul sito web, non facendo vedere nulla a Lauren, che sembrava stranita.

"Chi è curioso di sapere quale vip passi il tempo in questi giochi?" lessi in mente il titolo del post, riproducendo poi il video. Come al solito non si vedeva la mia faccia, ma ciò non mi tranquillizzava : il mio nemico voleva sgretolarmi lentamente, non strappare il dente. Doveva essere un tipo molto vendicativo.

"Camila?" domandò Lauren.

I miei pensieri si ricollegarono a lei. Possibile che fosse lei a combinare tutto ciò?

"Desideri vendicativi" potei sentire piano, ma non abbastanza da capire se fosse stata Lauren a parlare o i miei pensieri.

C'era solo un modo per scoprirlo, ma in un certo senso non volevo. Ero cosi debole in quel periodo, così sola, non cercata dalle mie amiche nonostante fossi stata io a dirlo a loro, che senza Lauren, per un attimo, mi sembrò qualcosa di indiscutibile.

"A te fanno paura?" domandai, curiosa. Forse non erava poi così tranquilla e serena come appariva. Forse anche lei aveva dei demoni che -come facevo io una volta- nascondevo nell'armadio, sperando che non uscissero più da lì; ovviamente illudendomi.

"Più che paura, mi trasmettono agonia. Perché sono sede dei miei pensieri più immorali. Dei miei desideri proibiti. Non esiste vero amore dove stanno loro. Esiste solo un amore sporco"

Eppure, dovevo avere la forza di controllare, di accettarmi che fosse lei il colpevole.

"A domani, speriamo"

La sua frase uscì strana, come una sfida, ma decisi si non darci tanto conto e di andare via.

"Post puublicato alle sedici e tredici di oggi" guardai l'orologio, poi Lauren. "Sono le sedici e tredici" dissi a voce, inconsapevolmente.

Il cellulare scivolò dalle mie mani.

Lauren non era la colpevole. Lauren era lì, e lei non si era allontanata nemmeno un attimo dal suo posto, dal nostro posto, per poter pubblicare quel video e quel post online. Era scientificamente impossibile.

Io non ero fatta per l'amore. Quell'abbraccio che avevo ricevuto da Lauren si era incastrato nei ricordi, come la sua carezza, e Dio se mi pentì. Dio se mi maledì. L'ultimo abbraccio, prima di quello di Lauren, apparteneva a mia madre, e l'ultima carezza pure.
Lauren, in quel momento, non era misteriosa, era semplicemente, una ragazza normale, con degli occhi verdi che solitamente sembravano misteriosi. In quel momento, nei suoi occhi, vidi solo sincerità. Lauren era sincera.

In quel momento le chiesi perdono dentro me. Non era lei il colpevole, e ne ero felice. Strano, vero? Sperare che non sia la persona che pensi tu ad essere il colpevole, non trovando così mai lo sconosciuto che combinava quel casino

"Lauren..." la mia voce fu spezzata dal pianto. "Mi dispiace"

"Cosa Camila?" chiese lei.

Io scossi la testa, facendo finta che non fosse importante.

"Nulla" sorrisi piano, poi andai verso il letto.

Il cellulare era ancora a terra, illuminato per quelli che presumì fossero i messaggi di Shawn.

"Grazie" le dissi piano.

"Faccio quello che mi è possibile"

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