Capitolo tre

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"Camila, cosa mi sai dire di te?" domandò Lauren, allacciandosi la cintura.

"Ho ventun'anni ma credo che tu lo sappia" risposi brevemente, non avendo voglia di fare nuove conoscenze.

"Nient'altro?" rise, notando sicuramente la mia rigidità. "Scuola? Passioni?"

"La scuola l'ho abbandonata ai sedici anni" dissi secca, non avendo voglia di approfondire tale argomento. "Sarei voluta diventare professoressa di letteratura. Quindi amo molto leggere e scrivere"

Lauren sembrò notare la mia riluttanza per quell'argomento, infatti rimase in silenzio per qualche secondo, pensando forse a come continuare la conversazione.

"Io invece ho ventitré anni. Adoro molto le automobili, e credo che con questa Bugatti Chiron abbia detto tutto. Poi, beh, ho un'azienda ma lo sai. Un'altra mia passione è l'arte"

"Come fai a reggere un'azienda? Come hai ottenuto tutto ciò?"

L'espressione della corvina si incupì. Era infastidita? Forse anche lei, come me, aveva qualche segreto, qualche obiettivo. Sete di vendetta? No, non credo. Forse la sua era soltanto rabbia. Forse non aveva crudeli piani come i miei. Volevo scoprire quella nebbia che era ritornata nei suoi occhi freddi.

"Mio padre" le parole uscirono cone un tabù dalla sua bocca. Perché? Cosa aveva fatto suo padre? Per caso aveva un pessimo rapporto con lui? Ero curiosa, ma forse solo un po'. "Siamo arrivate" frenò e spense il motore.

Eravamo al mare. Wow, non me lo sarei mai immaginato. Una ragazza che mi conosceva appena, mi portava al mare, non ad un bar aperto ventiquattro ore su ventiquattro, o qualcosa del genere. Era davvero strana quella ragazza, ma curiosa.

Sia io che lei ci tolsimo cintura e scendemmo affondando i piedi sulla sabbia. C'era un forte freddo, ma sopportabile per il cappotto ben pesante addosso. Ad ogni passo i miei piedi affondarono, dandomi una sensazione di fastidio momentanea finché non arrivammo a qualche metro lontane dal mare. Mi accomodai sulla sabbia, mentre la corvina ci si sdraiò sopra, con le mani sotto il capo e gli occhi chiusi. Una ragazza che amava la libertà e il silenzio, senz'altro.

"A te piace il silenzio?" mi domandò, mentre ammiravo le onde calme avvicinarsi al bagnasciuga. Una sorta di nostalgia si fece spazio dentro me. Da quando non andavo al mare? Certamente da quando...

"Il silenzio mi eccita" fui sincera, disolgliendo lo sguardo dai ricordi quasi soffocanti. "Mi trasmette una sensazione di attesa, di adrenalina... che Dio, è stupenda"

Lauren ridacchiò piano.

"Per me il silenzio è libertà, pace, ma a volte, sento una forte pressione soffocante alla gola. Senz'altro quando arriva il silenzio, i tuoi demoni si fanno sentire più del solito"

"Demoni?" pensò Camila curiosa. Anche Lauren aveva dei demoni?. "Io mi prendo cura di loro"

"Non ti fanno paura?" domandò Lauren. Stavo iniziando a sentirmi a mio agio. Mi piacevano quegli argomenti.

"Mi diverto con i demoni. Una volta mi facevano paura, ma ho scoperto che in realtà sono più simpatici di quanto potessi pensare. Sono solo triste anime che hanno bisogno di essere ascoltate"

"Desideri vendicativi" potei sentire piano, ma non abbastanza da capire se fosse stata Lauren a parlare o i miei pensieri.

"A te fanno paura?" domandai, curiosa. Forse non erava poi così tranquilla e serena come appariva. Forse anche lei aveva dei demoni che -come facevo io una volta- nascondevo nell'armadio, sperando che non uscissero più da lì; ovviamente illudendomi.

"Più che paura, mi trasmettono agonia. Perché sono sede dei miei pensieri più immorali. Dei miei desideri proibiti. Non esiste vero amore dove stanno loro. Esiste solo un amore sporco"

Mi leccai piano il labbro inferiore. Lo facevo solitamente quando ero interessata a qualcosa o qualcuno. Senz'altro i pensieri di Lauren mi attraevano. I miei demoni volevano conoscere i suoi.

"Dobbiamo andare" disse lei, guardando l'orologio sul polso. "Domani ti aspetto nella mia azienda"

Dopo ciò andammo in auto, e durante il tragitto nessuno proferì parola. Avrei scommesso che si stesse facendo le mie stesse domande.

"Per quanto riuscirai a gestire i tuoi demoni? Quando deciderai di soddisfare le loro esigenze? Non hai paura di loro? Cosa ti sussurrano di notte?"

"Grazie per la serata" dissi quando fui davanti a casa mia, guardando Lauren negli occhi, sperando di leggerli e scoprire i suoi piani. Il silenzio cadde per qualche secondo. Entrambe ci guardavamo, come per cercare di scoprire i segreti dell'altra, ma nessuno poteva permetterselo : erano troppo orribili.

"Grazie a te" Lauren andò via, e io entrai in casa.

GameOnSex ➳ CamrenWhere stories live. Discover now