Il cielo in una stanza

Start from the beginning
                                    

Dopo quello che ho letto, avrei voglia di correre nella sua camera e abbracciarlo, stringerlo forte a me e dirgli che la nonna c'è sempre, anche se non la può vedere, che gli voglio tanto bene e che non voglio sprecare più nemmeno un secondo, perché lo voglio nella mia vita più di quanto sia stato in questi anni.

Lui e mia mamma si sono allontanati negli ultimi anni, tra di loro c'è adesso un legame così sottile che basterebbe un colpo di vento per farlo recidere, ed io non voglio che accada. Non posso permetterlo.

Mio nonno, in poco tempo, ha fatto più di quanto immagini per me. Mi ha fatto ritrovare il mio migliore amico, la mia anima gemella, mi ha permesso di conoscermi meglio, mi ha messo alla prova, mi ha aperto le porte del suo cuore e della sua casa e adesso... tocca a me aiutarlo.

Voglio che sorrida di più e che sia felice.

Mi asciugo le ultime lacrime, soffio il naso e poi mi alzo in piedi.

Domani mattina, o meglio, fra qualche ora mi metterò all'opera per preparare qualcosa di speciale per lui. Qualcosa di grandioso che gli faccia brillare gli occhi.

Adesso, però, voglio dormire.

Ma non da sola.

Lascio il diario sul mio letto, e con passo felpato apro la porta della mia camera.

Poi, facendo attenzione a non fare troppo rumore, mi intrufolo nella camera di Gioacchino.

Se mia nonna fosse qui con me, so già che mi direbbe che è un'azione sconveniente quella di entrare in piena notte nella camera di un ragazzo. Però... credo che mi perdonerebbe nel sapere che voglio solo stargli accanto, vederlo addormentato, sentire il suo respiro regolare per cogliere quante più cose di lui e non perdere più nemmeno un minuto.

È sdraiato sul suo letto. Un braccio è sopra la fronte, mentre l'altro è posato sulla pancia. Ha gli occhi chiusi ed è così carino che l'idea di non svegliarlo e di tornarmene nella mia stanza, mi sembra adesso la migliore.

Picchietto sul dorso della sua mano per provare a svegliarlo, ma nulla.

Decido allora di tornare in camera. Forse è meglio dormirci su e affrontare domani il discorso sul nonno.

-Dimmi che non sto sognando e che sei davvero nella mia camera.

Allontano la mano dalla maniglia della porta e sorrido.

-Stai sognando!- gli rispondo.

-Peccato! Ed io che speravo fossi vera così da poterti tenere stretta a me.

Ridacchio, senza fare troppo rumore, e mi avvicino al suo letto.

Senza che gli dica nulla , si sposta e mi fa spazio.

Mi siedo e poi, con un po' di imbarazzo, mi stendo vicino a lui, girandomi su un fianco.

Fa lo stesso, così ci troviamo viso contro viso.

-Pensavo stessi dormendo.- parlo a bassa voce.

-Faccio un po' fatica a prendere sonno ultimamente. Chissà per colpa di chi.- con l'indice dà un colpetto alla punta del mio naso, facendomi ridacchiare.- Tu? A cosa devo l'onore di averti nel mio regno, di notte? Mi sembra che l'ultima volta non andò tanto bene. Ricordo bene che dicesti che non avresti passato la notte con me neanche se fossi stato l'ultimo uomo sulla terra.- sorride.

-Anch'io ricordo bene quella notte. Ti comportasti proprio da sbruffone.- gli do un pizzico sulla guancia.- È solo che... questa notte non volevo dormire da sola.- mando giù un groppo.

-È successo qualcosa? Stai bene?- si allarma.

-Sto benissimo, non preoccuparti. Devi sapere che l'altro giorno, quando mi hai portato su in mansarda, ho trovato una piccola chiave nel portagioie di mia nonna che ho trovato nel suo baule. Ho scoperto poche ore fa che questa chiave apre uno dei tiretti del mio armadio. Al suo interno ho trovato una cosa...

Cuori In TempestaWhere stories live. Discover now