Kiss Kiss

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CUORI IN TEMPESTA

Kiss Kiss

Si toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma della bocca dell'altro.
(Isabel Allende)

Riconosco subito Penelope e Matteo.

Sono vicini ad una panchina e guardano attenti il mio treno.

Mi avvicino ulteriormente al finestrino e provo a catturare la loro attenzione muovendo le mani a mo' di saluto.

Ma nulla. Non riescono a vedermi.

Faccio un piccolo sorriso e prendo il mio zainetto.

Poi mi avvio verso la porta d'uscita.

C'è una fila di persone da superare. Una famigliola alquanto numerosa sta bisticciando su chi deve scendere prima e su quali valigie sia meglio portare in un modo piuttosto che in un altro.

Ci vogliono diversi minuti prima che decidano di darsi una mossa.

Quando scendo anche l'ultimo gradino e i miei piedi toccano il pavimento della stazione, rimango un attimo a guardarmi attorno. Sono a casa.

Respiro a pieni polmoni quest'aria a me così famigliare, poi accelero il passo per dirigermi verso i miei migliori amici.

I loro occhi puntano verso di me dopo pochi secondi. Penelope inizia a saltellare e a sbracciarsi.

Io scoppio a ridere e in poche altre falcate li raggiungo.

-Monica!- entrambi allungano la "a" finale del mio nome.

-Ragazzi!

Sono sempre gli stessi: belli, luminosi e sorridenti. Solo molto più abbronzati. Matteo ha i capelli più dorati e gli occhi azzurri più splendenti. Penelope, invece, ha la frangetta più lunga e una ciocca di capelli colorata di rosa.

-Ci sei mancata troppo!

Mi stringono immediatamente tra le loro braccia, mentre io mi beo dei loro inconfondibili profumi e del suono cristallino delle loro risate. Mi erano mancati così tanto che adesso vorrei mettermi a piangere.

-Anche voi. Tantissimo!

Ci stacchiamo dopo svariati minuti.

-E questa ciocca rosa?- la prendo tra le mani.

-Un tocco colorato per il saggio. Il mio body è dello stesso colore e volevo essere tutta in tema.- trilla. -È andato bene il viaggio?- prosegue.

Mi schiarisco la voce.

Non so come rispondere alla domanda più classica che si possa fare a una persona che abbia intrapreso un viaggio. Andiamo bene!

Praticamente ho passato circa sei ore a guardare fuori dal finestrino, con la guancia poggiata sul palmo della mano, a pensare. Pensare, pensare, pensare e ancora pensare. È facilmente intuibile verso quali lidi ha viaggiato la mia mente. Occhi verdi e labbra morbide sono le parole chiave, se non si fosse capito. Ma sono certa sia stato inutile precisarlo, d'altronde anche i sassi hanno imparato a conoscermi.

Gli unici momenti in cui mi sono permessa di distogliere lo sguardo dal paesaggio esterno sono stati quando è passato il controllore per vedere il mio biglietto, e dopo che una signora, nell'aprire la sua valigia, ha fatto cadere accidentalmente una serie di panini chiusi in della carta stagnola sulla mia testa. Un momento indimenticabile, posso assicurarlo. Ah e, quasi dimenticavo, anche quando ho preso il cellulare per controllare eventuali messaggi. Ne ho ricevuto solo uno. Da parte di Zeno. Mi ha augurato buon viaggio.

Cuori In TempestaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin