Che i giochi abbiano inizio

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CUORI IN TEMPESTA

-Che i giochi abbiano inizio

Se sei abbastanza lontano da qualcosa, ti sembra inspiegabile. Se ti avvicini, arrivi a un punto in cui ti sembra semplice. Ma se ti avvicini ancora, diventa inspiegabile di nuovo.
(Andrea De Carlo)

Ammetto di essere un attimo intontita per il fatto che Giordana abbia posato il suo capo sulla mia spalla, ma sono consapevole che il suo è stato un gesto del tutto involontario, essendosi addormentato.

È tipico di un tipaccio come lui appisolarsi in treno in piena mattinata! Sono certa che questa notte non ha dormito neanche un po', per fare il pagliaccio con i suoi amici. Avranno festeggiato una sorta di "addio al celibato", solo che al posto del celibato, Giordana perderà la sua libertà estiva, ed io la mia, mio malgrado.

In un primo momento ho voglia di svegliarlo, ma poi decido che è meglio lasciarlo dormire. È più tranquillo quando non è sveglio a guardarmi con astio. Lo guardo e, mi duole ammetterlo, ma a vederlo con gli occhi chiusi sembra quasi dolce. Ho detto quasi, eh! Le ciglia lunghe creano un'ombra sugli zigomi alti e qualche ciocca corta di capelli gli copre la fronte. Ha dei lineamenti decisi ma delicati allo stesso tempo.

Poi, facendo attenzione, poso una mano sulla sua guancia, priva di barba, e una sui suoi capelli per spostare la sua testa sul suo sedile. Fa un leggero lamento, ma poi ritorna a riposare in silenzio. Ha il capo rivolto verso di me.

Rimango a osservarlo diversi istanti, posando una mano sotto il mento. Se penso che quando eravamo bambini io e questa testa vuota eravamo amici e che adesso non mi sopporta, mi sento pervadere da un sentimento a metà tra la rabbia e la tristezza. Cosa mai sarà successo per spingerlo a comportarsi in questo modo con me? Ho cercato tante volte di capirlo, ma non ci sono mai riuscita. Mi sono spesso trovata a pensare che devo aver fatto qualcosa di molto brutto per creare in lui un tale sentimento, ma poi mi sono sempre detta che sono certa di non aver mai fatto nulla di sbagliato che potesse rovinare la nostra amicizia, e che forse è cambiato semplicemente perché è cresciuto. Si sa d'altronde che la crescita porta tante persone a vederne altre con occhi diversi. In ogni caso, oltre il fattore crescita c'è anche quello idiozia. Giordana è un troglodita, e basta.

Sbuffo. Poi decido di tornare a leggere il mio libro. È inutile rimuginare su qualcosa di così incomprensibile.

Sono arrivata quasi a metà romanzo, quando sento il treno fermarsi. Vedo tanta gente alzarsi dai propri sedili e iniziare a prendere le proprie valigie, così capisco che siamo arrivati al capolinea. Poso lo sguardo sul mio orologio da polso e noto che sono le undici e qualche minuto. Chiudo il romanzo inserendo un segnalibro nella pagina in cui mi sono fermata, e lo inserisco con cura, insieme alle cuffiette, nella borsa a tracolla.

Mi volto verso Giordana notando che sta ancora dormendo, così picchietto sulla spalla per svegliarlo. Per fortuna apre gli occhi in pochi secondi.

-Mi ero addormentato?- chiede sorpreso stropicciandosi gli occhi.

-No, stavi solo pensando ad occhi chiusi.- lo prendo in giro, alzandomi in piedi.- Ora riprenditi e andiamo. Siamo arrivati alla stazione di Rimini.- gli dico.

Si passa una mano tra i capelli, controlla qualcosa sul suo cellulare e poi si alza. Prende le nostre valigie e le posa sul corridoio del treno. Per fortuna ha preso anche la mia, senza fare il teatrino che ha fatto all'andata per posarla sul portabagagli.

Qualche minuto ed entrambi siamo fuori dalla locomotiva.

L'aria che ci accoglie è calda, e un po' umida. Vedo diverse persone in partenza e un capostazione che fischietta. Ci sono tanti bambini che schiamazzano e donne anziane che si sventolano ventagli colorati sulle panchine della stazione.

Cuori In TempestaWhere stories live. Discover now