Capitolo 6: LANCE

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Lo guardò spalancando la bocca.
"Non. Ci. Posso. Credere."
Mi sedetti al tavolo posizionandomi davanti al ragazzo guardandolo dritto negli occhi.
«Prova a farne parola con qualcuno e ti ammazzo, okay?» lo guardai dritto negli occhi, ma lui spostò subito lo sguardo cominciando a diventare rosso sulle guance.
«V-va bene...» prese il suo quaderno e si alzò rumorosamente facendo stridere le gambe della sedia sul pavimento.
«Puoi restare, non voglio mandare via clienti» mi alzai e mi avvicinai a Keith.
«No, io.. Io ho da fare.. Ci vediamo a scuola.»
Non feci in tempo a rispondere che già il ragazzo era andato via.
"Non ci voleva proprio...spero non dica nulla agli altri..."

**

Stavo sistemando un libro dentro l'armadietto quando all'improvviso qualcuno mi afferrò per un braccio portandomi dentro uno sgabuzzino.

«Keith?! Mi spieghi che diavolo vuoi?!»
Lo guardai assottigliando gli occhi facendo trasparire la mia rabbia.
«Ti sembrano i modi?! Mi rispondi?»
«Scusami.. S-scusami Lance è che tu.. Tu avevi detto che non dovevo parlarne con nessuno e quindi...»
«Quindi ti è sembrato giusto rapirmi e chiudermi dentro uno sgabuzzino?!» alzai un sopracciglio guardandolo negli occhi, forse ero stato troppo drammatico, ma tutto ciò mi irritava.
«Io... Posso aiutarti!»
«Aiutarmi? Ma di cosa stai parlando?»
«Con la scuola.. I voti... Potremo trovarci dopo i tuoi turni di lavoro e..»
«No, non se ne parla proprio. Ciao Kogane»
Uscii dallo sgabuzzino sbattendo la porta per poi dirigermi verso la classe.

"Prima si dimostra essere il primo della classe, mi umilia in palestra con i suoi stupidi saltelli per arrivare a fare canestro e poi mi vuole anche aiutare! Non se ne parla!"

Non riuscii a concentrarmi molto sulle lezioni, pensavo molto alla mia situazione e forse, per orgoglio, preferii non coinvolgere Keith.
In fondo provavo una certa invidia: era arrivato da poco, ma ormai tutti conoscevano le sue prestazioni. Inoltre era anche un bel ragazzo e ciò non aiutava affatto.
In quei giorni poi raramente stava con me e gli altri e ciò mi infastidiva perché comunque Hunk e Pidge lo vedevano come amico. Io non riuscivo a sopportarlo.
Forse mi lamentavo troppo spesso con i miei amici, però vedevo i comportamenti di Keith come una sfida, sembrava essere in competizione con me e ciò mi faceva ribollire il sangue. Era irritante quel ragazzo.

**

«Lance, Laaaaance...ci seeei?»
Guardai Pidge sbuffando, odiavo quando cantilenava il mio nome in quel modo.
«Pidge, ti sto ascoltando. Cosa vuoi?»
«È che fai piuttosto schifo oggi a giocare, tutto bene?» mise in pausa il gioco e posò il joystick sul divano. In quel momento stava mostrando il suo lato sensibile che rivelava raramente.
Non sapevo se esserne grato o preoccupato.
«Sono solo stanco, tutto qui..»
«Keith mi ha parlato oggi a scuola»
«CHE TI HA DETTO?!»
La guardai spalancando gli occhi. Sentii il cuore accelerare e non riuscii a non pensare al peggio.
«Ehi...calmati Lance...mi ha solo detto che voleva aiutarti con lo studio e secondo me potrebbe essere un buon inizio. Potreste diventare buoni amici, no? Al posto di lamentarti sempre di lui dovresti imparare a conoscerlo.»
«Non mi lamento sempre di lui. A pelle non mi piace e poi in cosa dovrebbe aiutarmi? Pft.»
«Io e Hunk ci siamo messi d'accordo: non ti aiuteremo affatto a scuola. Dovrai farti aiutare da lui»
«Piccola stratega del cavolo. Sei riuscita a convincere anche Hunk! CHE PALLE!»
Sospirai esausto stravaccandomi sul divano.
«Adesso vedo come prenderà piega la situazione... Se proprio proprio non riuscirò a recuperare, chiederò aiuto a lui, ma sarà l'ultima, ultimissima, ultima ultima... Scelta»
«Ah.. Carissimo, non vedo l'ora di vedervi studiare insieme. Amo vedere il tuo orgoglio sotto terra» sorrise malignamente guardandomi per poi riprendere a giocare.
«Ti odio.»
«Naaaah...mi vuoi bene, eccome!»

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