«Bene, per mia sfortuna dovremo condividere il letto, ma non c'è altra soluzione. Non ho un altro divano e non ho intenzione di dormire per terra.» Sistemo le lenzuola e prendo un cuscino morbido nel caso lo preferisse a quello che uso di solito.

Non ricevo nessuna risposta e mi giro per vedere cosa sta combinando: è troppo silenziosa. La osservo con il fiato spezzato mentre toglie lentamente i jeans in modo aggraziato, mettendo in mostra le sue gambe magre ma toniche.

«Che diamine stai facendo?» chiedo, cercando di nascondere la leggera vibrazione della mia voce.

«Ho caldo. Comunque, non dovrebbe essere un problema per te controllare i tuoi bollenti spiriti perché ho appurato, e mi hanno confermato, che non sono il tuo tipo» afferma, andando verso una delle sedie per appoggiare i suoi vestiti. «Hai visto mille ragazze in mutande e canottiera, quindi non fare quella faccia e chiudi la bocca. Potresti sbavare.»

Ne ho viste molte, ma nessuna come te. È proprio questo il problema, le vorrei dire, ma mi trattengo, mordendomi la lingua con i denti. Tanto non mi crederebbe.

Penso a qualcosa che possa infastidirla, facendo quello che mi riesce meglio: lo stronzo.

«Stai stuzzicando il gemello sbagliato, dolcezza» dichiaro, incapace di non guardarla con occhi famelici.

«Io so perfettamente chi sto stuzzicando. Il ragazzo che mi aveva promesso divertimento senza impegno» sbotta, guardandomi con uno sguardo furente.

Le sue parole mi rendono eccitato e incazzato allo stesso tempo. È così che mi vede? Come un giocattolino da usare per soddisfare il suo piacere?

Mi avvicino a lei mentre balla sinuosamente al ritmo della suoneria del suo cellulare. Vederla così rilassata e senza pensieri fa sbollire un po' la mia incazzatura. «Sei assurda.»

Si dirige verso di me con una camminata sensuale e mi sfiora il petto e le spalle con l'unghia del suo indice, provocandomi una serie di brividi che mi percorrono la spina dorsale. «Allora, ragazzo senza legami, vuoi divertirti un po' con me?» chiede con voce provocante.

Cerco di controllarmi, ma senza ottenere nessun risultato; il rigonfiamento nei miei pantaloni è evidente. Quando mi toglie la maglietta e mi tocca il petto con i  polpastrelli, non riesco a muovere nessun muscolo.

Il mio corpo e la mia mente sono in conflitto e l'unica cosa che riesco a fare è guardare la ragazza che da tempo mi è entrata sottopelle mentre mi spoglia. Ho immaginato questo momento con bramosia, ma non mi aspettavo che fossero queste le circostanze. Le sue dita tremanti percorrono ogni centimetro della mia pelle e devo mordermi il labbro inferiore per trattenere il gemito che mi risale in gola, mentre la pulsazione tra le mie cosce diventa quasi dolorosa.

Quando afferra con i denti il lobo del mio orecchio destro, ogni tentativo di controllo va a farsi benedire. «Al diavolo.» La prendo per la vita e la lancio sul letto prima di fiondarmi sulla sua bocca. Non le do il tempo di adattarsi al mio ritmo, ma non se ne lamenta. Assimila i miei movimenti per poi sincronizzarli con i suoi e, appena morde il mio labbro, un sospiro basso e gutturale emerge dalla mia bocca, così istintivo che non riesco a controllarlo.

Mi specchio nei suoi occhi color del mare e appoggio la fronte sulla sua. «Che cosa mi hai fatto.»

«Ricordi? Sei tu che hai scelto me. Sei tu che sei venuto a bussare alla mia porta.»

Ribalta le nostre posizioni e si mette a cavalcioni, stringendo le gambe come se volesse impedirmi di fuggire, ma lei non sa che in realtà sono nell'unico posto in cui voglio essere, anche se non lo merito.

«Hai detto tu che sono quella giusta, nel testo della canzone che mi hai dedicato.»

Mi si mozza il respiro, mentre tutte le emozioni che ho cercato sempre di nasconderle lampeggiano nei miei occhi. Nonostante sappia che dovrei starle lontano, ogni volta cerco una scusa per girarle attorno, perché anche se non posso averla come vorrei, quando mi è vicina sento che tutto è possibile. Anche per un disastro come me.

Divisa a metàWhere stories live. Discover now