Capitolo 1: KEITH

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Vivevo in una casa particolare, piena di schiamazzi, risate, urla...nulla da ridire, le persone che si prendevano cura di me erano molto buone e gentili nei modi, ma quella casa la vedevo come un incubo. Bambini che volevano sempre giocare, attività collettive... Io volevo solo starmene da solo con la mia musica e il mio blocchetto da disegni.

«Keith, è pronto! Vieni che se no si raffredda!» avvertì Jasmine, una delle educatrici che si prendeva cura di noi. Una donna d'oro, la casa famiglia era così solare grazie al suo grandissimo contributo.
«Arrivo..» borbottai, era inutile urlare una risposta.
«Ehi Keith, domani mattina ti accompagnerò nella nuova scuola, dicono che sia molto accogliente, sei agitato per questo?» Jasmine mi guardò in viso, posò le posate e attese la mia risposta sorridendo.
Non sapevo cosa dire, i miei "fratelli" mi guardarono, mi sentivo al centro dell'attenzione e questo mi paralizzò. Nei loro sguardi trovai chi era preoccupato, chi era elettrizzato più di me e chi anche voleva solo guardarmi per mettermi a disagio.
Era passato un minuto abbondante dalla domanda e ancora non sapevo cosa rispondere.
«Il gatto ti ha per caso mangiato la lingua?» ridacchiò Marcus che riprese poi a mangiare tranquillamente.
Jasmine sospirò e abbassò lo sguardo, in fondo doveva aspettarselo, no? Però, vederla così, mi fece stringere il cuore. Non riuscii a mantenere il suo sguardo, non volevo deludere nuovamente una delle persone a cui tenevo.
Decisi di alzarmi, non volevo continuare il discorso. Sgombrai il piatto e mi rifugiai in camera. Un forte senso di colpa mi stava avvolgendo e, per nascondere i miei pensieri, mi misi ad ascoltare la musica.

Presi il mio sketch-book.

"But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here."

Iniziai a disegnare.

"I don't care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul"

E mi addormentai, cullato dalle note di Creep.

***

Spensi quella dannata sveglia, il suono era così gracchiante che mi chiesi, ancora una volta, perché non cambiassi musica, ma, probabilmente, la routine era l'unica certezza che mi rimaneva. Andai in bagno e mi specchiai e, dopo essermi lavato il viso, cercai di coprirmi il volto con i vari ciuffi di capelli che lo contornavano. La cicatrice si vedeva, era molto evidente e, visto che sarei stato ammesso in un nuovo istituto, non volevo che fosse la prima cosa che si notasse.
Una volta sceso in salotto scoprii che Jasmine non sarebbe riuscita ad accompagnarmi, era impegnata e non ero arrabbiato con lei, affatto. La capivo, sicuramente era più dispiaciuta lei di me.

**

«Mi raccomando, rimani concentrato, non pensare a cosa potrebbero dire o fare gli altri ragazzi. Sii te stesso, sempre.»
«Grazie Shiro, proverò a sopravvivere a questo inferno..»
Sorrisi a colui che definii veramente mio fratello maggiore. Lui mi aveva accolto fin da subito ed era un muro portante nel mio cuore.

Entrai all'interno dell'edificio a testa bassa. Stringevo al petto il mio quaderno come se fosse una cosa da tenere segreta. Arrivato agli armadietti, mi sistemai e il mio sguardo cadde su un ragazzo in particolare.
Era lì, poco distante da me. Nascosi il viso dietro l'anta dell'armadietto, non volevo che iniziasse a pensare che lo stessi fissando.
«Lance, sai che nella nostra classe verrà uno nuovo? Chissà com'è!»
Iniziai ad agitarmi, stavano parlando di me.
«Spero sia una bellissima ragazza..» sospirò sognante Lance, il quale era appoggiato all'armadietto e teneva una mano sul petto.
«Sei il solito coglione» controbatté una ragazza, ma fu immediatamente fermata dal suo amico.
«Smettila Pidge, vedrai che chiunque sia, diventerà nostro amico!»
«Smettila di usare il maschile, Hunk. Magari è una ragazza.. »
La campanella suonò e i ragazzi furono costretti ad entrare in aula.
Presi i vari libri e il mio blocco da disegni e, a testa bassa, entrai in classe.

L'unico posto libero era in prima fila. Tutti erano così sorridenti, sembravano contenti di essere in quel luogo. Mi sedetti e mi strinsi nelle spalle. Shiro diceva sempre che dovevo cambiare postura, le spalle le chiudevo troppo come se volessi sparire all' interno di me stesso.

«Buongiorno ragazzi! Come ben sapete io sono il nuovo professore di storia, mi chiamo Coran. Basterà sapere il mio nome, ho un cognome abbastanza complicato.. »
Sorrise massaggiando la punta dei suoi baffi.
«Mi hanno detto che qui con noi si è aggiunto un nuovo ragazzo... » mi guardò sorridendo
«Kogane, vuole presentarsi alla classe?»
Alzai lo sguardo dal mio disegno e guardai fisso negli occhi il professore. Titubante, decisi di affiancarmi al signore e guardai la classe deglutendo rumorosamente. Sentii alcune ragazze parlottare tra di loro tra sorrisini e battutine.
«Salve.. Sono Keith Kogane e.. Sono nuovo in questa scuola»
«Parlaci di qualche tua passione, magari. Potresti trovare qualcuno che condivide i suoi stessi interessi!» disse entusiasta il professore, ma, in risposta, non dissi nulla. Scossi il capo e a testa bassa tornai al mio posto. La classe si era ammutolita e, il signor Coran, sorrise come se non fosse accaduto nulla e iniziò la spiegazione.

Fu la giornata più lunga della mia vita. L'ora di pranzo fu la più imbarazzante: alcune ragazze mi guardavano come se non avessero mai visto un ragazzo in vita loro e, altri, fingevano di riservare il posto a tavola ad alcuni amici solo per non avermi attorno.
Hunk mi invitò a mangiare insieme agli altri, ma rifiutai. Forse rinunciai all'opportunità di farmi nuovi amici, ma non potevo guardare ancora quegli occhi di un azzurro brillante senza arrossire. Non volevo sentirmi a disagio, non volevo fare brutte figure così mangiai da solo e, al termine della giornata scolastica, uscii sospirando per il sollievo.

**

«Com'è andata? Hai fatto amicizia? I prof come ti sono sembrati?»
«Shiro, per favore.. Sono esausto, non voglio parlarne. È andata.. È okay» scesi dall'auto senza aspettare il ragazzo e mi chiusi in camera a fare i compiti e a disegnare.
Non so perché, ma pensavo a Lance. Era un bellissimo soggetto: pelle bronzea, occhi chiari, capelli scuri...
Arrossii e chiusi con violenza lo sketch-book.
"No, no.. Smettila di pensarci. Smettila."

KLANCE - Fanfiction [Voltron Legendary Defender] Where stories live. Discover now