Tu cerca di non farti investigare

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Where have you been?
Where did you go?
(Lana del Rey, Old Money)

Queenie e Jacob si aspettavano di vedere Newt allontanarsi da un momento all'altro, in quanto dal suo atteggiamento si intuiva chiaramente che avesse bisogno di stare da solo per un po'. Queenie, che aveva sentito i suoi pensieri, sembrava particolarmente propensa a lasciarlo andare, e aveva convinto Jacob a fare lo stesso, non solo perché voleva lasciarlo in pace mentre rifletteva e rimpiangeva i tempi andati, ma anche perché, per quanto le piacesse la compagnia di Newt, era da quando erano partiti che reprimeva il desiderio di trascorrere un po' di tempo sola con Jacob.
Allo stesso modo, entrambi erano fortemente convinti che Newt non sarebbe andato molto lontano e che sarebbe tornato presto, dal momento che non aveva portato con sé la sua valigia. Quando però scese la notte, del Magizoologo non c'era traccia, così Queenie e Jacob iniziarono a preoccuparsi.
"Dove si sarà cacciato?" pensò Jacob, indossando la giacca per ripararsi dal vento che aveva iniziato a soffiare incessantemente. "Gli sarà successo qualcosa?"
— Forse non riesce a trovare la strada per tornare indietro — ipotizzò Queenie, sentendosi un po' in colpa per aver lasciato che si inoltrasse nel bosco così a cuor leggero. — Questo bosco è così fitto... pensi che dovremmo andare a cercarlo?
— No, piccola... guarda che buio! — osservò Jacob. — Non riusciremmo ad arrivare lontano —.
— Forse hai ragione — concesse Queenie, che non riuscì ad impedirsi di essere sollevata all'idea di non dover attraversare quell'oscurità da incubo. — Newt ci troverà, ha viaggiato più di noi due messi insieme e ha molta esperienza, sa cavarsela da solo —.
Decisero di aspettarlo svegli, in modo da potergli andare incontro nel caso avessero sentito qualcosa muoversi tra le foglie, ma il loro piano fallì presto; si appoggiarono al tronco di un albero, stretti in un abbraccio per farsi forza a vicenda e proteggersi dal freddo penetrante, ma presto la stanchezza prese il sopravvento e le loro palpebre calarono, il loro respiro si fece profondo e regolare e il Regno dei Sogni aprì le sue porte. Non avevano idea che in quello stesso istante Newt fosse accasciato sul corpo senza vita del suo amico, implorandolo con una voce fioca e lacerata dal dolore di tornare da lui. Non potevano sapere che l'assassino era proprio lì, dietro di loro, e li osservava con un sorriso gelido e maligno da dietro un cespuglio. Come potevano sapere che occhi nascosti studiavano ogni loro movimento? Non si svegliarono quando l'assassino iniziò ad avvicinarsi, lento, silenzioso, letale, muovendosi nella notte come se fosse parte di essa, né quando sfoderò una lama affilata e...
Qualcosa lo bloccò. Improvvisamente l'assassino impallidì, come se avesse visto qualcosa di terribile, e indietreggiò fino a sparire tra gli alberi. Ma tutto questo Queenie e Jacob non potevano certo saperlo.

Era l'alba quando Queenie e Jacob si svegliarono. Un debole colore rosato stava cancellando pigramente le ultime tracce della notte, l'aria si stava piacevolmente riscaldando e il bosco aveva ritrovato la sua atmosfera splendidamente fiabesca.
"È tornato?" fu il primo pensiero di Jacob, che era ancora intontito dal sonno e non riusciva a smettere di sbadigliare.
— No, caro... non c'è — rispose Queenie, spostandogli i capelli sudaticci dalla fronte.
Jacob si liberò dal braccio di Queenie che gli cingeva le spalle e si alzò, stanco di aspettare e sempre più preoccupato per il suo amico. Barcollava visibilmente per il sonno, ma era deciso a fare qualcosa, anche se non sembrava capire esattamente cosa.
— Aspettami! — Queenie capì al volo le sue intenzioni e anche lei scattò in piedi. — Da che parte è andato?
Jacob ci pensò un po', strizzando gli occhi e guardandosi intorno, poi individuò dei rami spezzati sul sentiero dietro di loro.
— Di là! — sbadigliò.
— Dobbiamo lasciare una pista, così sarà più facile tornare indietro — suggerì Queenie.
— Sì, potremmo usare... — Jacob non ebbe il tempo di finire la frase, perché proprio in quel momento vide Newt correre verso di loro, con gli occhi rossi e gonfi e i vestiti imbrattati di fango. — Oh, è stato più semplice del previsto... NEWT!
Jacob corse verso l'amico e con una risata liberatoria lo abbracciò, blaterando frasi sconnesse su quanto lui e Queenie fossero preoccupati per lui. Queenie fu molto meno calorosa.
— Dove sei stato? — chiese, accigliata e con le braccia incrociate. Newt ebbe la spiacevole sensazione di avere davanti sua madre, e quasi si aspettava di ricevere una punizione.
— Bob è... — Newt stava per spiegare l'accaduto, ma qualcosa gli impedì di dire la verità. Forse semplicemente non voleva parlarne, forse aveva paura di rievocare i terribili ricordi di quella notte. — libero. Sì, l'ho liberato... è tornato a casa. Era troppo stanco per portarci ancora, ed era anche ferito, poverino!
Sebbene Queenie avesse letto i suoi pensieri, si finse convinta e non fece commenti. Avrebbe voluto dire a Newt che le dispiaceva, che gli era vicina, che avrebbe potuto parlarne con lei nel caso ne avesse sentito il bisogno, ma capì che per Newt in quel momento era molto più importante provare a non pensarci. Nonostante ciò, se il Magizoologo stava tentando di dimenticare, stava ottenendo davvero pessimi risultati. Non faceva che rivedere davanti agli occhi le immagini di Bob che giocava con lui da piccolo, sovrapposte a quelle del suo corpo inerte e del suo occhio vuoto. E poi quella T... gli venivano in mente solo due nomi collegati a quella lettera, entrambi appartenenti alla stessa persona, e la cosa non gli piaceva affatto.
— Be', se il cavallo volante non può più accompagnarci, sarà meglio rimetterci in marcia — suggerì Jacob. — la strada per... qualunque sia la nostra destinazione è ancora lunga!

Così si rimisero in cammino, con poche speranze e tanti dubbi. Queenie e Jacob si avviarono mano nella mano, guardandosi per trovare la forza nell'altro, Newt li seguì dopo qualche istante. Forse anche a lui in quel momento sarebbe stato d'aiuto tenere la mano di qualcuno di cui si fidava. Il suo pensiero attraversò in un istante strade e città, arrivando a Tina. Ora più che mai sentiva la sua mancanza. Quella macabra T scolpita nella sua mente lo spaventava, si sentiva come un bambino terrorizzato dal buio, e tutto quello che voleva era sapere che non era stata lei. Chiunque, ma non lei. Riusciva ad immaginare la sua voce che lo rassicurava, sussurrando la sua innocenza, promettendogli che tutto sarebbe andato bene, ma questo la faceva sembrare ancora più lontana. La voce che si affacciava timidamente nella mente di Newt, così perfetta e melodiosa, non era che una pallida imitazione, che parlava con quel tono dolce che la Tina che conosceva lui non si sarebbe mai sognata di usare. Tina non era perfetta, né dolce, ed era per questo che gli piaceva tanto. Lei non era come Thunder. Non riusciva proprio a conciliare l'immagine di Tina con quella di Thunder, ed era fortemente convinto che non tutto fosse come appariva. Ripensò ai numerosi indizi che aveva inviato nel corso di quella folle avventura che, forse, sarebbe presto giunta al termine, e si sentì come una pedina. Tina aveva architettato ogni cosa, ed era convinto che lo stesse portando esattamente dove lei voleva che andasse. Il problema era che non sapeva se lo stava trascinando dalla parte del bene o del male. Non riusciva a non avere fiducia in lei, nella sua mente trovava mille giustificazioni per le sue azioni più riprovevoli, ma non poteva ignorare l'evidenza. Non riusciva proprio a sciogliere le intricate sfaccettature di quel mistero, a sollevare il sottile velo nero di ignoto che ricopriva la figura di Thunder. Sorrise senza allegria: era sempre stata una ragazza misteriosa, la sua Tina. Non riuscì a fare a meno di pensare che la stessa Tina che tanto tempo prima gli aveva chiesto di non farsi investigare, con quel suo bellissimo sorriso malinconico disegnato sul volto, aveva finito per diventare il centro delle sue ricerche. Dunque era così che Tina Goldstein si faceva investigare, e Merlino sa a cosa avrebbe portato quest'indagine.

FINE
(per ora!)

Tu cerca di non farti investigare (completa)Where stories live. Discover now