Vite troncate

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Ho rischiato di perdere anche questo capitolo. Perché questo aggeggio babbano non salva le cose? Per fortuna sono riuscita a recuperare tutto, ma... ahi ahi, il mio povero cuore!

L'aria era divenuta ormai quasi irrespirabile, più densa del normale. Tutto era innaturalmente silenzioso, la quiete dopo la tempesta, e nessuno aveva il coraggio di parlare. Sui volti della gente era disegnata la stessa espressione di terrore, nei loro occhi la stessa domanda. Cosa stava succedendo? La tensione era alle stelle.
Improvvisamente, nel ghiaccio si aprì una ferita. Il lago si spaccò in due parti, e la fenditura si allargava sempre di più, sempre di più, rivelando un terribile vuoto al di sotto. In molti furono abbastanza veloci da trovare riparo, ma altri erano talmente spaventati che rimasero pietrificati al loro posto.
Come Jacob.
Quei secondi di smarrimento risultarono fatali: Quando il No-Mag si riscosse era troppo tardi. Provò a scappare, ma fu inutile.
L'enorme vuoto lo inghiottì insieme a tutti gli altri che non erano stati abbastanza veloci. Tutti precipitarono nel vuoto urlando, ma in qualche modo, per fortuna o per miracolo, lui riuscì ad aggrapparsi al bordo della spaccatura.
Le mani gli bruciavano a causa del contatto col ghiaccio. Strinse i denti: non doveva mollare, non poteva.

Tina e Queenie, che erano riuscite ad abbandonare la pista in tempo, si alzarono di scatto, pronte a correre in soccorso di Jacob.
-No!- urlò Newt, che era stato scaraventato dall'alto lato della pista. -Ferme, è troppo pericoloso! Morirete!-

Jacob era allo stremo. Non avrebbe resistito per molto. Urlò. 
-JACOB!- gridò Queenie, piangendo. Tina le mise un braccio attorno alle spalle con fare protettivo. -Jacob...- ripetè la Legilimens, la voce strozzata.
-Andrà tutto bene.- le sussurrò Tina, ma non ne era sicura nemmeno lei.
-Niente panico!- urlò Newt, che era già in piedi cercando di raggiungere la sua valigia. -Resisti, Jacob!-
Un passo dopo l'altro, un po' pattinando un po' camminando in equilibrio sulle lame, il Magizoologo riuscì ad arrivare all'albero sotto il quale aveva nascosto la sua valigia.

Un altro grido inarticolato. Jacob sapeva che per lui ormai era finita. Tutta la sua vita fino a quel momento gli passò davanti agli occhi in una frazione di secondo. Aveva ottenuto tutto quello che desiderava, aveva raggiunto quasi tutti i suoi obiettivi, e pensò che la sua imminente morte non sarebbe stata tanto dolorosa se non fosse stato per la consapevolezza che stava per abbandonare Queenie. La sua Queenie. Se solo avesse potuto passare più tempo con lei... Avrebbe voluto vedere un'ultima volta il suo volto bellissimo, il suo sorriso luminoso, sapere che stava bene, che sarebbe stata bene anche senza di lui. Avrebbe voluto stringerla un'ultima volta tra le sue braccia e dirle quanto l'amava. Avrebbe voluto poterle dire addio.
Fu in quel momento che le sue mani stanche abbandonarono la presa e Jacob cadde nel vuoto. L'ultima cosa che sentì fu l'urlo disperato di Queenie, poi chiuse gli occhi e si preparò all'impatto col suolo.

Ma l'impatto non arrivò mai.

Con un verso sibilante, Newt richiamò a sé il Velenottero, sotto gli sguardi increduli dei No-Mag rimasti. La Creatura posò con delicatezza Jacob sulla superficie ghiacciata e si richiuse nel suo bozzolo rugoso e verdastro.
-Sei stato bravissimo, ti sei meritato un cervello di furetto per cena!- sussurrò Newt al Velenottero, che pendeva dal suo dito come uno yo-yo, e se lo mise in tasca. Subito corse ad aiutare il suo amico.
Jacob giaceva immobile tra le braccia di Queenie, un'espressione di triste rassegnazione sul volto. Era freddo, le labbra bluastre e le mani rosse e scorticate a causa del contatto con il ghiaccio. Si sarebbe detto morto. Ma respirava, e Queenie riusciva ancora a percepire la presenza della sua mente.

Quando si riebbe tutti tirarono un sospiro di sollievo. Queenie si asciugò le lacrime e si concesse un mezzo sorriso. Ma il sorriso le morì sulle labbra quando un nuovo boato scosse la terra e una voce agghiacciante gridò "Per il bene superiore!"

Un mago con il volto coperto da una maschera apparve, la bacchetta sfoderata. Prima che qualcuno potesse reagire, il mago agitò la bacchetta, e tutti i No-Mag sopravvissuti si accasciarono al suolo ululanti di dolore. Proprio come gli altri, morirono semplicemente per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Uomini, donne, bambini... nessuno si salvò, il terrore ancora impresso sui loro volti. Fissavano il mondo con quegli occhi sbarrati che non potevano più vedere. Tina pensò a tutti quegli innocenti morti il giorno di Natale, pensò alle loro famiglie che li aspettavano per festeggiare, e che avrebbero continuato ad aspettare invano. Pensò a tutti quei bambini che non avrebbero mai ricevuto i loro regali, a tutte quelle vite troncate brutalmente. Era bastato un solo istante perché tutto ciò accadesse. Un solo istante.
A quel punto Tina non ci vide più. Non tolse nemmeno i pattini, corse verso il mago, gli puntò la bacchetta contro e fece per lanciare una fattura. Lui, però, fu più veloce e dalla sua bacchetta scaturì un lampo verde che mancò Tina per un soffio. L'Auror lanciò incantesimi a raffica, mettendo in difficoltà il mago, ma in un batter d'occhio si ritrovò in svantaggio. Poco dopo anche Newt e Queenie, che avevano lasciato Jacob al sicuro nella valigia, si aggiunsero alla battaglia. Il mago era molto forte, ma i tre schivavano tutti i suoi incantesimi. L'avrebbe pagata per aver ucciso tutti quei No-Mag.
Queenie non riuscì a schivare una maledizione Cruciatus, e cadde a terra contorcendosi.
Tina, più arrabbiata che mai, descrivendo un ampio movimento con la bacchetta strappò con furia la maschera al mago. Era piuttosto giovane (sembrava avere più o meno l'età di Tina), di bell'aspetto e aveva un'espressione scaltra dipinta sul volto.
-Tu...- riuscì a mormorare Queenie nonostante il dolore.
Con un unico movimento circolare Tina disarmò l'avversario, poi evocò delle corde che si avvolsero attorno alle sue caviglie e ai suoi polsi. Per qualche motivo, odiava istintivamente quell'uomo, e sapeva che non dipendeva solo dai No-Mag che aveva ucciso. Era come se lo avesse sempre odiato, ma i motivi fossero stati cancellati dalla sua mente.
-Ti sei messo contro l'Auror sbagliata.- Ringhiò, prendendo aggressivamente il suo braccio. -La Cella della Morte ti aspetta!-

Tu cerca di non farti investigare (completa)Where stories live. Discover now