Capitolo XXXIV - Annunci

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Camila trascorse l'intera notte in ospedale.

Venne sottoposta dai medici a una vasta serie di controlli clinici sotto le inflessibili direttive di Lauren che non aveva alcuna intenzione di lasciare nulla al caso nonostante la cubana continuasse a ripetere da ore di stare bene a discapito dei lividi e delle ferite sparsi in tutto il suo corpo.

Non vi era nulla di rotto e nessuna emorragia interna preoccupante. Sarebbe guarita completamente nel giro di una settimana o due con l'aiuto degli antidolorifici e l'applicazione del ghiaccio sulle parti livide.

La corvina provò a convincerla a passare un giorno intero in ospedale per essere tenuta sotto controllo. Le promise che sarebbe rimasta al suo fianco ma Camila non ne volle sapere.

Aveva bisogno di dormire ma non l'avrebbe fatto occupando un letto di ospedale che sarebbe stato certamente più utile per qualcun altro.

Voleva tornare a casa al più presto. Voleva tranquillizzare Dinah, Normani e Ally e contattare la propria famiglia per evitare loro inutili preoccupazioni.

Lo shock iniziale, passo dopo passo, venne assorbito ma, nonostante cercasse di mascherarla, la debolezza fisica era persistente.

Dopo una lunga e sfiancante discussione, Camila convinse Lauren a portarla via ma la corvina non l'accompagnò al suo appartamento. Trovarono un compromesso: quella notte la cubana avrebbe dormito a casa sua.

Lauren si prese cura di lei. Disinfettò ancora una volte le sue ferite e si offrì di aiutarla a fare un bagno caldo ma Camila rigettò la sua proposta.

Si rilassò per una ventina di minuti nell'enorme vasca riempita d'acqua e schiuma fino all'orlo. I tagli bruciavano, muoversi era faticoso ma, contro ogni logica, la mente era sgombra. Lucy era nella mani della polizia, la verità venne portata a galla e Camila non aveva più nulla da temere. Lauren era lì con lei, sana e salva, e questo era abbastanza.

La corvina diede a Camila dei vestiti comodi e pregni del suo odore.

Si sistemarono sotto le coperte. La cubana di aggrappò con forza alla t-shirt di Lauren. Si addormentò all'istante a differenza della corvina che rimase vigile per tutta la notte a vegliare sulla più piccola.

🌝🌝🌝

Il pomeriggio successivo, quando Camila si svegliò, trovò il letto vuoto. Era la seconda volta che accadeva e quella situazione continuava a infastidirla.

Il dolore all'addome sembrò essersi intensificato. Muoversi era un calvario. Quando provò a mettersi seduta non trattenne un gemito di dolore a causa del brusco movimento effettuato. Lauren si precipitò immediatamente nella sua camera da letto, trafelata e preoccupata.

- Camila, ti sei fatta male? - domandò la corvina con fiato corto come se avesse corso la maratona.

La cubana non rispose subito. La guardò con aria sognante, un tenero sorriso le illuminò il volto.

Lauren non era andata via. Era rimasta con lei per tutto il tempo.

- No Lern, va tutto bene - disse finalmente con occhi innamorati. La corvina di rilassò all'istante e sorride anche lei.

- Sicura di non aver sbattuto la testa? - disse avvicinandosi a lei per poter eseguire personalmente un esame più accurato delle condizioni fisiche e psicologiche della bruna.

I lividi violacei presenti sul viso della cubana di erano leggermente espansi. Qualcuno aveva già iniziato a cambiare colore grazie all'applicazione del ghiaccio e delle pomate prescritte dai medici che ne stavano velocizzando la guarigione. Le labbra, lo zigomo sinistro e l'arcata delle sopracciglia presentavano rigonfiamenti vistosi ma perlomeno Camila riusciva ad aprire gli occhi con naturalezza (a differenza del giorno precedente) e a sorridere, ridere e aggrottare la fronte anche se comportava provare un po' di dolore.

Destiny's Game - Il gioco del destino (Camren) Where stories live. Discover now