🧬 6. Abort Mission

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In fondo siamo pezzi di un puzzle
E passo io per lo stronzo
- Rkomi, Apnea

La gente nei film, quando entra in cucina al mattino, viene travolta da un candido aroma di caffellatte, o di pane tostato e burro fuso. La realtà è molto diversa, specialmente la mia.

Io vengo travolto, o meglio, investito volontariamente senza pietà da tre voci completamente diverse che mi aggrediscono sovrastandosi e decretando che anche questa, come tutte le altre, sarà una giornata di merda.

"OLLI-" capisco solamente, perché poi Raffa, Cate e zia Ross proseguono con i loro tre filoni discorsivi e io non riesco a distinguere chi stia dicendo cosa e perché. Nel dubbio, mi appropinquo al frigorifero e lo apro per prendermi del latte.

Mentre lo verso in una ciotola, osservando lo scannarsi mattutino dei miei conviventi, mi accorgo che il sacchetto di Pan di Stelle al centro del tavolo è vuoto, e allora decido che, qualsiasi sarà l'argomento di discussione, mio cugino è uno stronzo.

"Insomma, state zitti voi due!" il grido isterico di zia Ross si impone finalmente sulla voce dei figli. 

Mentre il mio latte vortica in microonde, mi perdo ad osservare la biblica scena: c'è lei seduta sulla sedia al centro del tavolo, ancora in vestaglia, con le mani alzate a mo' di Gesù Cristo che richiama l'attenzione degli apostoli durante l'ultima cena. Alla sua destra c'è Raffa che tende verso l'infinito, più o meno come un cane rabbioso punta l'oggetto della sua ira con la bavetta alla bocca (merito del morso di Blu). Alla sua sinistra c'è Cate, il visetto assonnato e una tazza fumante tra le mani, che stringe come un antistress e che probabilmente finirà a sciogliere la faccia di qualcuno prima della fine di questa discussione.

Dato che la bellezza di questo quadro mi ispira tantissimo, estraggo il telefono dalla tasca e lo immortalo. 

"Che cavolo fai, mi fotografi in vestaglia?" si allarma zia, coprendosi il seno con i lembi del tessuto, come se non girasse nuda per casa prima della doccia perché ha dimenticato il rasoio da qualche parte.

"Scusate, proseguite pure."

A questo punto, zia mi indica con sdegno: "Noi non proseguiamo un bel niente, caro Olli, sei tu che devi entrare nella discussione e prenderti la responsabilità di alcune affermazioni. Perché io non riesco a credere che tu, proprio tu, il mio unico nipote sensibile, ti sia schierato dalla parte di un tale abominio!"

"Stai parlando di qualcosa che riguarda Raffa, vero?"

Raffa mi fa il medio, mentre zia spiega ulteriormente: "Sto parlando della vostra disumana idea di farmi abortire! Razza di bestie!!"

La voce di zia è simile allo stridio di un gesso contro una lavagna. È davvero molto arrabbiata.

"Vedo che papà ha avuto modo di parlarti" riassumo l'ovvio.

"Chiaramente l'ha fatto sotto l'influenza di uno di voi due, o peggio, di entrambi" lei continua a indicare a destra e a manca, stavolta puntando alternativamente me e Raffa, lasciando che i bracciali al suo polso tintinnino fastidiosamente, come capita anche a Cate. Quelle due megere sono mamma e figlia in tutto e per tutto, purtroppo. "Sinceramente mi aspettavo un comportamento del genere da un ingrato come mio figlio, ma tu, Olli, tu... lasciamelo dire, tu sei proprio una delusione."

Roteo gli occhi, posando il latte e prendendo posto a tavola, di fronte alla zia. Raffa scuote la testa e si sta evidentemente trattenendo dal dire la sua, solo perché la direbbe in modo passivo-aggressivo.

"Papà è abbastanza adulto da non farsi influenzare" postulo, piano. "Magari non da mettere incinta la gente con cui va a letto, ma a pensare con la propria testa credo che ancora ci riesca."

DNA - Dovrei Non AmartiWhere stories live. Discover now