18 February

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"Abbracci gratis! Tanti auguri J-Hope +25".

Pessima idea, era stata veramente una pessima idea.

Nessuno lo avrebbe mai abbracciato, nessuno si sarebbe fermato. Gli unici contatti che riceveva solitamente non erano di certo abbracci, anzi.

Perché allora era lì in quel corridoio a rendersi ridicolo davanti a tutta la scuola?

Semplicemente perché aveva letto il progetto "un abbraccio per il nostro sole" su una pagina di Tumblr dedicata al rapper, e per una volta voleva fare qualcosa di speciale per quell'idol che tanto lo aveva aiutato.

-Ehi Park? Vuoi fare la muffa aspettando che qualcuno ti abbracci? Che c'è? Sei così disperato da elemosinare abbracci come un barbone?-

Ed eccolo lì, Choe Seunghyeon, accompagnato dal suo fedele gruppo di amici... Precisamente le ultime persone che avrebbe voluto incontrare.

-J... Hope?- lesse il nome sul cartellone, inarcando un sopracciglio -Chi è? Un cantante che segui? Frocio come te?- lo derise strappandogli letteralmente il pezzo di carta dalle mani.

Come al solito non rispose, abbassando il capo e stringendo i pugni.

Frocio.

Jimin, Park Jimin, sedici anni e frequentate uno dei licei più importanti di Seoul, non sarebbe mai nemmeno stato a conoscenza del significato della parola "Frocio". Era troppo ingenuo, troppo puro.

Eppure, grazie a Seunghyeon, il suo dizionario mentale era cresciuto, aggiungendo un sacco di termini nuovi, facendone capire lentamente il significato.

Frocio.
Finocchio che, solo molto tempo dopo, aveva capito non parlasse del vegetale.
Ricchione, che non era un modo diverso per riferirsi ad un borghese.
Troia, non la città del cavallo mitologico di cui discutevano in classe.
E questa "Troia" aveva un figlio, e quel figlio era priorio Jimin, che anche in quel caso ci mise troppo tempo a capire che fosse un insulto.

-Non è gay... - rispose forse per la prima volta, spazzando un po' tutti i presenti in quel momento, chi in positivo, chi in negativo.

Anzi, in positivo solamente uno, che Jimin non notò, purtroppo per lui.

Di solito lo notava sempre, ogni suo piccolo sguardo, prima di puntare al pavimento, lo cercava.

Si distingueva da quelli del suo gruppo, la pelle pallida e i capelli blu spiccavano in quella macchia di capelli scuri e monotoni.

Min Yoongi era davvero bello, non poteva non notarlo.

Eppure, le cose importanti, come il fatto che quest'ultimo avesse fatto un sorriso soddisfatto alla sua replica, quello non lo aveva notato.

Incredibile.

-Che hai detto scusa?- chiese Seunghyeon, avvicinandosi di un passo e facendo scontrare la schiena di Jimin contro al muro.

-H-Hos... J-Hope non... non è omosessuale.-  ripeté cambiando il termine, pensando ingenuamente che l'altro non avesse veramente afferrato la sua frase.

La risposta però non arrivò, e priorio mentre stava per alzare lo sguardo per vedere cosa stesse succedendo, la sua schiena sbatté nuovamente contro il muro.

La maglietta si stava stropicciando, stretta nella ferrea presa al colletto, in due pugni pronti a liberare, come al solito, la loro ira.

-Senti.- avvicinò pericolosamente il volto al suo, soffiandoci rudemente sopra nel parlargli -Tu devi stare fottutamente zitto okay? Non devi replicare, o pregarmi di smetterla, te lo ricordi vero?-

Fottutamente, ecco, altra parola che aveva imparato a conoscere... Non gli piaceva.

Nessuna di quelle nuove parole gli piacevano. Avrebbe voluto imparare, immagazzinare, parole dolci, nuovi termini carini, gentili, adatti ad una mente tremendamente innocente come la sua.

Annuì in risposta a Seunghyeon, sentendosi liberare dalla stretta sull'indumento, percependo poco dopo un calcio ben sestato sullo stinco, costringendolo ad abbassarsi e a tenersi la parte dolorante tra le mani, piagnucolando silenziosamente.

-Oggi sono così buono che non ti massacro di botte, contento? Sarà perché è il compleanno di questo sfigato qui. Ringraziarmi, perché domani non mi scappi.- lo avvertì, assicurandosi poi di avere lo sguardo di Jimin addosso mentre strappava in tanti pezzettini il cartellone, al quale aveva lavorato giorno e notte.

Non piangere Jimin, potrai rifarlo.

-Andiamo ragazzi, domani lascio divertire anche voi.- fece infine segno di allontanarsi, decidendo di lasciare lì Jimin ancora dolorante e a terra, con in mano alcuni pezzi di cartone colorato.

Lo sguardo di Yoongi questa volta lo sentì addosso però, ed alzò lo sguardo, incrociandolo con il suo, purtroppo non più soddisfatto e fiero come lo avrebbe visto minuti prima, ma semplicemente il solito pieno di pena e dispiacere.

E lui, a Min Yoongi, non voleva fare pena.

a.a.
Eccomi tornata con la storia tanto attesa - da me lol -
Spero di non deludervi e, soprattutto, di non deludere me stessa e spero di riuscire a superare questo blocco.

Me, you and hope -Yoonmin !!HIATUS!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora