26. Salto nel vuoto

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«Enea...» Tento di trovare nel mio cervello le parole giuste per scusarmi del mio atteggiamento schivo e scontroso, spiegandogli il mio punto di vista, ma non elaboro nessun discorso di senso compiuto.

I suoi occhi nocciola si soffermano su di me e noto una luce sinistra che mi mette in allerta. «Sei pronta?»

«A fare cosa?»

Non mi risponde e si avvia verso il gruppo di ragazzi che stanno recuperando l'imbracatura.

«Enea! La puntualità non è il tuo forte» afferma uno di loro appena si accorge di noi.

«Ho dovuto fare una deviazione prima di arrivare.»

«Chi sarebbe questa bella pulzella?»

Il ragazzo moro che ha parlato mi fissa in modo così intenso da farmi sentire a disagio. Istintivamente mi avvicino a Enea e afferro la manica della giacca per richiamare la sua attenzione. Lui si gira verso di noi e punta i suoi occhi sul ragazzo che non ha ancora smesso di guardarmi.

«Sta alla larga da lei, Sebastiano. Dico sul serio.»

Il diretto interessato indietreggia alzando le braccia ed Enea si volta verso gli altri.

«Comunque, lei è Carla. Carla, loro sono Alberto, Federico, Antonio e Sebastiano.»

Sollevo la mano per salutarli e il ragazzo con i capelli biondi a spazzola, che dovrebbe essere Alberto, si avvicina sorridendo e mi fa il baciamano. Sono così sorpresa che non mi muovo.

Sono decisamente un gruppo strano.

«Cosa ci facciamo qui?» sussurro a Enea, cercando di non attirare l'attenzione dei suoi amici.

«Secondo te?» Inarca il sopracciglio destro con fare allusivo prima di voltarsi verso il parapetto del ponte.

Incomincio a indietreggiare scuotendo la testa. È davvero pazzo se crede che io mi lancerò da qui.

Mi scruta da sotto le ciglia lunghe con uno sguardo di pura sfida. «Hai paura?» Sfoggia il solito ghigno diabolico e capisco che ancora una volta mi sta mettendo alla prova.

«Non cascherò nel tuo tranello di nuovo. Ma stai tranquillo, mi divertirò molto a vederti precipitare.» Incrocio le braccia al petto e gli rivolgo un sorrisino di scherno per sfidarlo a mia volta.

Le sue iridi diventano più vivide prima di andare da Alberto con passo sicuro. Gli sistema l'imbracatura stringendo le diverse fasce e vedo Federico controllare l'aggancio delle corde alla ringhiera.

«Ma tu fai mai qualcosa di legale?» chiedo di getto a Enea con sguardo corrucciato.

Lui e gli altri scoppiano a ridere, facendomi sentire un'ingenua.

«Non temere, Campanellino, non passa mai nessuno da qui a quest'ora» afferma Antonio con convinzione.

Mi avvicino al parapetto e guardo giù; ci saranno circa venticinque metri. Una figura muove le braccia verso la nostra direzione.

«Quella è Vittoria, aiuterà Enea a togliere l'imbracatura» mi spiega Alberto che probabilmente si è accorto del mio sguardo perplesso.

Enea si avvicina alla ringhiera e un'ansia improvvisa mi assale. Ho paura per la sua incolumità. «Sei sicuro di volerlo fare?»

«Sì, e dopo di me salterai anche tu.» Mi schiaccia l'occhiolino mentre le sue labbra si sollevano verso l'alto. Non l'ho mai visto spensierato come in questo momento. L'adrenalina riesce a eliminare la sua solita barriera e lo rende se stesso.

«Io non mi lancerò mai da qui.»

Avvicina il suo viso così tanto al mio che sento il suo respiro sulle mie labbra schiuse. «Lo vedremo.»

Divisa a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora