La mia amica solleva il menù per coprirsi il labiale. «La cipolla? Sei proprio un'ingenua.» Lancia delle occhiate al ragazzo accanto a me per farmi comprendere il messaggio.

«Io vorrei un Dabol Burgher più cipolla» ordina Elia, restituendo i menù al ragazzo che ci serve.

«Menomale che almeno lui sa il fatto suo» dichiara la mia amica divertita.

Mattia arriva dopo dieci minuti, giusto in tempo per mangiare il suo panino caldo. Lancia delle occhiate interrogative verso Elia e mi guarda con un'espressione risentita, ma non commenta. Prima o poi so che dovremmo riaffrontare l'argomento; in fin dei conti, loro due sono amici e io potrei essere una mina vagante nel loro rapporto.

Gustiamo il nostro cibo e nel frattempo parliamo del più e del meno. Nonostante tutto, trascorriamo un'ora serena, come se fossimo amici da sempre e non una comitiva assortita all'improvviso. Mi serviva questo momento di spensieratezza.

Abbiamo appena pagato il conto quando Mel prende la parola. «Bene, ragazzi, io e Mattia dobbiamo andare al centro commerciale per una commissione urgente.»

«Ma veramente...» inizia a dire mio fratello prima di ricevere un calcio alla gamba da parte della mia amica. Lui la guarda con uno sguardo assassino, mentre lei sfoggia un sorriso civettuolo con cui annienta anche mio fratello che, alla fine, si limita ad alzare gli occhi al cielo capendo le sue reali intenzioni.

È la prima volta che li vedo interagire. Solitamente Melissa si è sempre tenuta alla larga da Mattia per due ragioni specifiche: è fidanzato, almeno questa è ancora l'informazione ufficiale che ho, ed è mio fratello. Conoscendola la seconda motivazione è quella determinante che l'ha frenata dal provarci con lui; di sicuro le battutine e le occhiate lascive non sono mai mancate.

Elia ridacchia e contribuisce anche lui alla sceneggiata. «Tranquilla, ci penso io ad accompagnare Carla a casa.»

Lei soddisfatta si alza dal tavolo, ci saluta e trascina Mattia dietro di sé che mi guarda con occhi di fuoco: stavolta sono davvero nei guai.

Rimango imbambolata a osservare la scena fin quando non sento due iridi che mi fissano e mi ritrovo a deglutire. Forse avrei dovuto parlare prima a Mel della situazione complessa in cui mi trovo, magari ci avrebbe pensato per bene prima di lasciarmi sola con Elia.

Mi giro verso di lui e vedo che è già in piedi con la mano sinistra protesa verso di me. Mi alzo anch'io e, titubante, poggio la mano sulla sua prima che lui incastri le nostre dite perfettamente. Usciamo fuori dal locale e camminiamo per il vicolo per raggiungere la sua auto.

Osservo il suo volto rilassato e soddisfatto prima che porti lo sguardo sulle nostre mani intrecciate. Che cosa sto combinando?

«Vuoi che ti accompagni subito a casa?» mi chiede appena raggiungiamo la sua macchina.

«Sì, grazie. Non ho dormito molto bene in questi giorni.»

Nei suoi occhi leggo un accenno di delusione, però non smentisco la mia decisione. Ho bisogno di riposo e dopo tenterò anche di fare pace con il mio cervello. Abbassa il capo e sorride per una frazione di secondo prima di lasciare la presa sulla mia mano per andare dal lato del guidatore.

Prendo un respiro profondo e salgo anche io. «Posso accendere la radio?» gli domando mentre lui avvia il motore.

«Certo, scegli la stazione che preferisci.»

Cambio frequenze in cerca di una canzone da cantare a squarciagola. Quando un brano dei The giornalisti invade l'abitacolo, alzo al massimo il volume. «Adoro questa canzone!» urlo elettrizzata.

Divisa a metàTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang