Ho voltato pagina. Ho cambiato vita.

Prendo tutto l'occorrente e gli schiocco un bacio sulla guancia prima di dirigermi verso il bagno.

Dimenticare il passato è impossibile, tuttavia posso fingere che non sia mai successo davvero a me.

Una volta presentabile, mi reco in soggiorno e vedo mia madre intenta ad abbellire il nostro albero di Natale davanti alla finestra. È tradizione nella nostra famiglia adornare la casa per le feste natalizie l'otto dicembre.

Quando mi sente arrivare si gira e mi sorride. Nonostante tutto, so che lei è orgogliosa di me, anche se non dovesse andare come sperato. Mio padre sarebbe stato tutt'altra storia.

«Stellina mia, sei uscita dalla tua tana?» mi chiede mentre guarda con sguardo criptico lo scatolone accanto ai suoi piedi. Mi chiama sempre così quando è di buon umore.

«Sì, mamma, tuo figlio non mi ha lasciato scelta.»

«Perché sono il fratello migliore che esista.»

Mi volto verso di lui in tempo per vederlo scendere le scale e sistemarsi il bordo del suo maglione verde. Alle volte sono davvero gelosa che solo lui abbia ereditato i tratti mediterranei della famiglia di nostra madre, mentre io quelli della famiglia di mio padre che, da quelle poche informazioni che sono riuscita a capire, ha origini germaniche.

Sento squillare il mio cellulare dalla tasca dei jeans e rispondo, leggendo il nome di Melissa sullo schermo.

«Buongiorno, raggio di sole, sei pronta per questa sera?»

Devo allontanare il telefono dall'orecchio per non rischiare di perdere l'udito.

«Buongiorno. Cosa dobbiamo fare stasera?» domando incerta.

Rimango in attesa, ma non ricevo risposta.

«Mel, sei ancora lì?»

«Sì, sono qui. Senti... lo so che non sei dell'umore giusto, però mi avevi promesso che saremo andate a ballare questa sera. Dovevamo festeggiare...»

«Esatto, Mel, dovevamo festeggiare la fine degli esami, peccato che io non lo abbia superato» rispondo stizzita.

«Carla, dovresti venire comunque. Ti farà bene distrarti un po' e, senti questa, sono riuscita a convincere Noa a venire con noi.»

«Noa?»

«Sì! A patto che tu ci sia, ovviamente.»

«Mel, io non...»

Non riesco a concludere la frase che mio fratello mi strappa il telefono dalle mani.

«Ma che fai?» chiedo allibita.

Lui mi lancia un lungo sguardo schivo prima di rispondere alla mia amica. «Ciao, Melissa, sono Mattia. Cosa avevi in mente per stasera?»

Rimane in silenzio, ascoltando concentrato la mia collega.

«Tranquilla, Carla non mancherà. Verrò anche io e la trascinerò con me anche con la forza.»

Chiude la chiamata e mi porge il cellulare.

«Che ti salta in mente? Non voglio uscire.»

«Non fare la difficile. I tuoi amici vogliono che tu ci sia e io penso che divertirti ti farà bene. Ti stai trasformando in una zitella acida.»

«Non è affatto vero! Mamma, di qualcosa per favore.»

Lei si volta verso di me con uno scatolo di festoni tra le braccia. «Beh, cara, vedi...»

Divisa a metàWhere stories live. Discover now