1. Un piatto di lasagne

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Melissa sospira, scosta la sedia e si alza, stiracchiandosi il collo per allentare i muscoli tesi. «È meglio prendere un caffè. Noa, lo vuoi?»

«No, l'ho già preso un'ora fa.»

«Ti faccio compagnia io, devo sgranchirmi le gambe» le dico alzandomi.

La mia amica viene verso di me e mi abbraccia, stritolandomi nella sua presa energica; le lezioni di CrossFit che segue stanno dando i suoi frutti.

«Sei la migliore collega che potessi trovare. Perché ci ostiniamo ancora a frequentare questo individuo?» domanda, puntando i suoi occhi su Noa che, in risposta, alza il dito medio della mano sinistra mentre con l'altra continua a sottolineare.

«Visto? È antipatico e scontroso.»

«Lo so che mi adori, dolcezza.»

«Già, una vera disgrazia» gli risponde per poi afferrarmi il polso e trascinarmi verso il corridoio che conduce alle macchinette.

Ricordo ancora il giorno che ci siamo conosciute. Era il secondo semestre del primo anno e, durante una lezione di Storia dell'architettura, lei si è seduta accanto a me e ha iniziato a parlarmi come se ci conoscessimo da sempre. Non ci siamo più separate.

«Mel, guarda che è grazie a te se Noa è entrato nella nostra comitiva» le mormoro sogghignando.

«Come dimenticarlo. Mi sono avvicinata a lui con la mia camminata da pantera e sappiamo tutte e due com'è finita.»

Scoppio a ridere mentre ci fermiamo dietro un ragazzo in fila per il caffè.

«Già, la tua faccia rimarrà negli annali. Se non sbaglio ti ha detto: "Dolcezza, sono sicuro che la tua andatura miete molte vittime, ma io gioco dalla tua stessa parte del campo".»

«Puoi biasimarmi? È uno dei ragazzi più belli che io abbia mai conosciuto. Sono convinta che in un universo parallelo, dove entrambi siamo eterosessuali, siamo anime gemelle.»

«Io non credo neanche in quel caso. Siete cane e gatto.»

Sorride. «Già, mi sa che hai ragione.»

Si accosta alla macchinetta ed estrae dalla tasca dei jeans delle monete. Digita il codice e seleziona la bevanda rigorosamente senza zucchero.

«Sicura di non volerlo?»

«È da cinque anni che cerchi di corrompermi, non ci riuscirai adesso che siamo alla fine.»

Allunga una mano e sfiora una ciocca dei miei capelli biondi. «Dovresti farli crescere, secondo me ti starebbero benissimo.»

«Mi piacciono corti» ribatto, rivolgendole un sorriso di circostanza.

«È un peccato.»

Alzo le spalle e glisso l'argomento senza aggiungere altro. Ritorniamo indietro e superiamo diversi studenti intenti a cercare un posto libero in cui sedersi, anche se tutti sanno che trovarne uno al dipartimento di Ingegneria è quasi impossibile.

Mi avvicino alla ringhiera e mi sporgo leggermente per osservare i tavoli strapieni del piano terra. La scelta di avere una doppia altezza circolare rende l'ambiente meno claustrofobico, ma senza di esso ci sarebbero più postazioni dove studiare.

«Hai impegni per pranzo?» chiedo a Melissa mentre guardo un gruppo di ragazzi giocare a briscola.

«Sì, devo tornare a casa ad aiutare mia madre con le commesse del negozio e poi studierò ancora qualcosa. Perché?»

«Oh, niente di speciale. Mamma ha fatto le lasagne e mi ha detto di invitarvi.»

«Sono sicura che Noa sarà molto felice del tuo invito visto che l'ultima volta ha fatto il bis due volte. Mi chiedo dove metta tutto il cibo che ingurgita.» Gira il cucchiaino di plastica e beve il contenuto in un unico sorso. «Andiamo a sistemare il disastro che c'è sul tavolo e sloggiamo. Oggi faremo felice qualche povero sfigato che bazzica alla ricerca di un posto.»

Divisa a metàOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz