fifteenth night.

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[何も]🌸Ore 5:57 am

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[何も]🌸
Ore 5:57 am.

Era arrivato il momento di parlare con Bakugou, di liberarsi l'animo dal costante macigno che si portava dietro da anni. Ad un certo punto devi spegnere tutto quello che ti sta spegnendo. Li capitava spesso di pensare di non farcela. Per un compito del giorno dopo, per le interrogazioni da 40 pagine, per la vita. Poi però ce la faceva: la verifica la faceva, l'interrogazione la sosteneva, la vita andava avanti. Gli capitava spesso di pensare di non farcela, ma puntualmente ce la faceva. E riusciva a proseguire.

Ma il coraggio era una grossa mancanza adesso.

'Kirishima che ci fai lì?'
La risposta era arrivata fulminea, quasi come i raggi del sole erano penetrati dalla finestra.
'Nulla.' E non si erano mossi da i loro posti, ma lo sguardo di Bakugou era cambiato, mutò nella tristezza. E gli occhi si arrossarono velocemente, abbassando il capo impedendo la visione, il biondo non riusciva a controllare alcune emozioni.
Nemmeno lui  comprendeva quel suo modo di reagire.
'Parlami.' Nella voce nessuna emozione.
Kirishima sospirò.

'Io sono qui per te.'
E il secondo sospiro si strozzò, e il tempo diede l'impressione di fermarsi per un attimo.

E aveva imparato che bisogna prenderle, le decisioni. Non aveva senso lasciare le situazioni a metà, tantomeno le persone. I "forse", i "non lo so", i "così e così" sono solo scuse. Le cose si sentono e basta, la verità è che si ha paura di darle, certe risposte. Si prova, si rischia, si pretende e se così non è, allora è davvero meglio lasciare perdere tutto.  O dentro, o fuori. O nero, o bianco.  Niente grigio.
Con il ragazzo con cui conviveva, ormai, era così.

'Io.. ho paura, Bakugou.' E tremò leggermente la voce mentre abbandonava la mattonella riscaldata dal suo calore e si dirigeva verso il corpo ricurvo dell'altro.
Si era posto in ginocchio sotto il suo viso coperto dalle mani, che mascheravano ansie e le paranoie che lo accompagnavano.

Afferrò i polsi e fece pressione per scostarli, ma non si mossero. Una tirata di naso tradì le sue emozioni, il biondo stava piangendo?

'Il guaio è che nonostante tu sia la persona più schiva del mondo, nonostante tu non abbia mai voglia di parlare, di aprirti, nonostante tu non ti lasci mai andare, nonostante il tuo carattere di merda, perché, sì, hai un carattere di merda. Non te l’ho mai detto ma sei permaloso, sei acido, sei scostante, sei sempre nervoso, sempre incazzato. Ma io continuo a preferire te ad ogni altra persona su questo fottuto mondo. '

La presa sui polsi si alleggerì.
'Vorrei parlarti di tutto, cazzo davvero, ma ho paura di affrontare ciò che ero, il mio passato. Scusami.'
Ricadde il silenzio e Bakugou tolse le mani dal viso, lo guardò con gli occhi arrossati e un po' gonfi, sorrise.

Al solo pensiero del sorriso che gli rivolse arrossì e si diede uno schiaffo in viso per distrarsi.
'Che cazzo fai coglione?' Sputò acido Katsuki appena sveglio.
E Eijirou scoppiò a ridere, senza apparente motivo e trascinò con se anche l'altro.

Aveva avvicinato la sua fronte a quella dell'altro e l'aveva poggiata, le lacrime ricominciarono a scendere lente sulle sue guance, stava dando sfogo a tutto quello che aveva dentro. Anche se si stava distaccando dal vero motivo per cui lo faceva, emergevano nuove emozioni che non era ancora in grado di capire e accettare.
Kirishima sorrise di rimando e tentò di asciugare le lacrime dell'altro, tuttavia non gli fu permesso farlo.
'No.'

L'orgoglio e la paura dividono le persone in modo inevitabile.
E il biondo stava mettendo da parte tutto, e si stava liberando davvero.
Eijirou non ci riusciva.
Troppo spaventato anche solo ad aprire bocca.
Preferì non pensarci e continuare semplicemente a ridere sfacciatamente.

Non si permise di riprovarci. Gli accarezzò la mano per rassicurarlo a modo suo, ne aveva davvero bisogno, lo percepiva. Bisogna saperli accarezzare i lividi, quei punti della pelle dove l'anima è indifesa. E bakugou ne era fottutamente pieno, ogni sua sfaccettatura era così, ed ognuno di essi non sarebbe stato trascurato.
Sentiva il bisogno di piangere anche lui, ma tutto ciò che ne uscì furono un altro paio di occhi lucidi.
'Bungiorno, capelli di merda.' E si era distaccato da lui mordendosi le labbra, non capendo gli istinti che provocava nell'altro.

'Posso venire da te? Vorrei provare a parlarti.'
Arrivò un immediato 'mhmh' di risposta e ci mise davvero poco ad abbandonare le coperte per arrivare da Bakugou, che si fece più in la nel letto, invitandolo.
E il rosso rimase pietrificato per un momento, passato a capire se stesse parlando seriamente.

E si infilò nel suo letto.

E si infilò nel suo letto

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To be continued.
Mi spiace aggiornare di rado ma sono piena di interrogazioni e compiti.

➤ 𝘐𝘵 𝘩𝘢𝘴 𝘵𝘰 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶 ; 𝙆𝙞𝙧𝙞𝙗𝙖𝙠𝙪 #Wattys2019Where stories live. Discover now