fourteenth night.

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[恐れ]🌸Ore 5:21 am

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[恐れ]🌸
Ore 5:21 am.

La voce che si sente nei sogni è chiaramente quella di un bambino.

E kirishima non smetteva un attimo di pensarci. Aveva aperto gli occhi nello stesso momento in cui lo aveva fatto il biondo, si erano scambiati uno sguardo di intesa, e Bakugou gli aveva dato le spalle, forse nel tentativo di riaddormentarsi. Ma il rosso non l'avrebbe fatto, troppo turbato e inquieto quella notte.

Era andato vicino al balcone, chiuso per la bassa temperatura esterna, e si era seduto dietro la tenda appoggiando la testa sul vetro e osservando ciò che vi era fuori. Il biondo doveva essersi rimesso a dormire, o forse stava ancora tentando. Restò il fatto che quella sera i loro occhi non si sarebbero più incotrati e nemmeno una parola fu detta. Nonostante questo Eijirou si muoveva nel silenzio, producendo il minimo rumore, quello del suo respiro leggero che appannava il vetro davanti a lui.

Passò così mezz'ora, a non pensare a nulla, semplicemente a fissare un punto indefinito oltre il vetro.
E il cielo iniziò lentamente a schiarirsi. L'alba si faceva spazio con la sua luce e colorando le nuvole circostanti, dando vita a uno spettacolo di colori simile all'aurora boreale. Kirishima uscì dai suoi stessi pensieri vuoti e passò lo sguardo su quel che il sole stava creando e ne rimase affascinato. Le sue tonalità ricordavano il fuoco che ardeva e le esplosione che ne derivano. E il turbamento del rosso non accennò a svanire, anzi aumentò inevitabilmente.

Le ansie e le paranoie che provava a tenere a bada lo colpivano come nulla, riemergevano e lo travolgevano senza dargli modo di combattere. Lui era troppo debole per resistergli ormai e se ne era reso conto da quando gli incubi erano iniziati ad annebbiargli la mente, a tormentarlo la notte.

Era comprensibile fossero lì.
Ma come spiegare la compresenza e la condivisione con Bakugou?

Qui era ancora presente un punto interrogativo, ma un giorno vi sarebbe stata una risposta. Kirishima sperava nel meglio come sempre, e che questo giorno arrivasse presto. La colorazione del cielo continuava ad accentuarsi e il rosso ne era totalmente ammaliato, a tal punto da aprire leggermente la bocca dalla meraviglia.

Sentì il vuoto formarsi nel petto, all'altezza dello stomaco, eh sì, usiamo il anziché un perché ormai ci conviveva, e uno smorfia si formò sul suo viso. Sapeva a cosa fosse dovuto, e lo aveva accettato come parte della sua vita.
Eijirou non era affatto stupido, in parte, e comprendeva come accettare le situzioni per come fossero aiutava a non appesantirle. Ma il peso era ancora tanto, e arrivò a chiedersi se un giorno se ne potesse davvero liberare.
Era arrivato a convivere con ciò che ormai faceva parte di lui, prendendolo per buono, anche se non lo pensava davvero, anche se una persona normale avrebbe preferito sparire.

Non aveva un posto in cui tornare e questa era forse la cosa che lo appesantiva di più, non gli era rimasto nessuno. A parte Bakugou.
Perché sì, lui era tutto ciò che gli rimaneva. Oltre gli amici, i prof, e i conoscenti. Che erano rilevanti rispetto a ciò che il biondo rappresentava per lui.

E il cielo divenne azzurro, la tracce di quel fuoco che ardeva pochi minuti prima si erano spente lentamente, ne rimaneva solo qualche piccola traccia nelle nuvole a tratti arancioni. E sorrise alla visione dei colori che cambiavano e la morsa creatasi si allentò un po', era sempre così. Era lì costantemente ma a tratti era come se non vi fosse realmente, un po' come il cervello ignora la presenza del naso e poi quando lo nota non riesce più a non farci caso, fin al momento in cui non succede qualcosa che attiri l'attenzione diversamente.

Arrivò il giorno nel momento stesso in cui la suoneria rumorosa interrompeva il silenzio nella camera, e la mano di Bakugou lanciò il telefono dall'altra parte del letto senza nemmeno chiuderla.
Il rosso capì che dovevano essere ad occhio e croce più o meno le 7, o mancava davvero poco.

Sentì lo scricchiolio delle ossa del biondo, che si distendeva in tutti i modi possibili. Ma la prima cosa che fece fu riporre i suoi occhi sul posto di Kirishima, e non trovandolo, farlo correre un po' ovunque.
Si misd a sedere e i loro occhi si incontrarono.

'Kirishima cosa ci fai lì?'

[不完全]💧
Ore 6:57 am.

[不完全]💧Ore 6:57 am

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➤ 𝘐𝘵 𝘩𝘢𝘴 𝘵𝘰 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶 ; 𝙆𝙞𝙧𝙞𝙗𝙖𝙠𝙪 #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora