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Los Angeles – Un anno prima 

Novembre 

«Questa sarebbe casa mia?». 

Yoongi osservava l'appartamento attentamente, cercando qualsiasi cosa che potesse essergli anche solo lontanamente familiare, ma non trovò nulla. Sentendosi leggermente frustrato si voltò verso la ragazza, che se ne stava ferma sulla soglia ad osservarlo. 

«Scusami se te lo chiedo, ma potresti dirmi di nuovo...» sussurrò e la ragazza annuì.  

«Ti chiami Min Yoongi, lavori per la casa discografica di mio padre, ti sei trasferito negli Stati Uniti cinque anni fa ed io mi chiamo Amelie, sono la tua fidanzata... Stiamo insieme da due anni.» mormorò la ragazza, Yoongi pensò che sembrasse che stesse recitando un copione a memoria, ma scacciò quell'idea. Il medico gli aveva detto che avrebbe potuto avere quel genere di pensieri, d'altronde la sua mente era una tabula rasa, non ricordava assolutamente nulla della sua vita prima dell'incidente. 

«Mi dispiace di continuare a chiederti le stesse cose.» rispose dispiaciuto, ma Amelie scosse il capo, rassicurandolo sul fatto che potesse richiederglielo tutte le volte che ne sentisse il bisogno. 

La ragazza si sentiva tremendamente in colpa a star mentendo ad uno dei suoi più cari amici, ma suo padre era stato abbastanza persuasivo. Se voleva che il suo amato fidanzato non corresse pericoli, era meglio per tutti che lei fosse stata credibile. Eppure, era riuscita in ogni caso a fregare suo padre. 

Aveva finto una litigata con i fiocchi in cui "lasciava" il suo ragazzo, facendo sì che suo padre fosse soddisfatto, ma niente del genere era mai successo e Andrew continuava ad esserle accanto, aiutandola nel cercare una soluzione a tutto quel casino. Essendo anche lei veniva tenuta sotto controllo, l'unica persona che potesse davvero muoversi liberamente era Andrew e i due avevano già ideato un piano fantastico. 

Andrew lavorando all'interno della casa discografica avrebbe potuto avvicinarsi a Yoongi senza problemi con l'arrivo dell'anno nuovo, quando il ragazzo avrebbe ripreso a lavorare, mentre lei, dopo il periodo di stabilizzazione di Yoongi, sarebbe diventata una stronza di prima categoria. Avrebbe cercato di sembrare la fidanzatina isterica per eccellenza, avrebbe portato all'esasperazione Yoongi e rassicurato suo padre riguardo da quale parte stesse, ma allo stesso tempo a causa del suo atteggiamento avrebbe dimostrato a James che lei e Yoongi fossero incompatibili e che il ragazzo coreano non avrebbe mai accettato di stare con lei. Probabilmente era un'idea contorta, ma se lei si fosse opposta a quella relazione suo padre gliela avrebbe fatta pagare, ma se a non volerla fosse stato Yoongi, non poteva farci nulla. Voleva dimostrargli che non erano fatti per stare insieme e che non poteva decidere dei sentimenti altrui. Non poteva modificarli attraverso un contratto, o utilizzando minacce e intimidazioni.  

Yoongi non l'avrebbe mai amata, non solo perché era decisamente interessato agli uomini, ma perché lui era ancora innamorato di Jimin, poco importava se ora non si ricordasse chi fosse. Amelie era convinta che nell'esatto istante in cui lo avrebbe rivisto, Yoongi avrebbe capito di essere legato a lui. 

Era tutto così assurdo, ma sperava vivamente che funzionasse. 

«E tu non vivere qui, giusto?» domandò Yoongi, preoccupato di dover dividere quell'appartamento con lei. «Vivi, Yoongi... Si dice vivi. Comunque, non ancora, diciamo che avevamo progettato di vivere insieme, ma posso capire che tu preferisca stare da solo... ma per le prime sere preferirei fermarmi, sai se dovessi avere bisogno di qualcosa.» spiegò docilmente e il ragazzo annuì, sentendosi leggermente in imbarazzo per aver sbagliato. Non ne era entusiasta, ma doveva molto ad Amelie che si stava prendendo cura di lui e lo stava aiutando a riprendere in mano la sua vita, anche se gli appariva tutto così distante. Inoltre era l'unica che capisse la sua lingua madre e lo stava aiutando a riutilizzare l'inglese, poiché da gennaio, quando sarebbe tornato a lavorare, non avrebbe potuto utilizzare il coreano per comunicare con i colleghi. Stranamente non gli riusciva troppo difficile, il medico lo aveva tranquillizzato comunicandogli che certi apprendimenti sono impossibili da dimenticare, ad esempio una lingua straniera, che prima era in grado di maneggiare senza troppo problemi. Aveva solo bisogno di un piccolo aiuto per riabituarsi al suo utilizzo. Era come guidare una macchina o andare in bicicletta, gesti automatici impossibili da dimenticare completamente. 

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