19 - Parte 2

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Seoul – 11.43 a.m.

«Dove diamine è!?».

Andrew sussultò a quelle parole e alzò lo sguardo dal suo cellulare, premette invio sul messaggio, che aveva appena finito di comporre e bloccò lo schermo per concentrarsi solo sul ragazzo dai capelli chiari, che stava letteralmente mettendo a soqquadro la loro stanza.

«Dov'è cosa?», domandò afferrando al volo una felpa, che Yoongi aveva appena deciso di lanciare alle sue spalle noncurante della sua presenza.

«La scatola! La fottuta scatola, che Jimin mi ha dato ieri sera!», sbottò innervosito e si alzò velocemente da terra per osservarsi intorno alla ricerca di quell'oggetto, che sembrava sparito nel nulla: ricordava perfettamente che, quando era rientrato in stanza, l'aveva appoggiata sul tavolino basso nell'anticamera e s'era ripromesso di controllarne il contenuto il giorno seguente, dato che erano già le tre del mattino e lui desiderava dormire almeno un paio d'ore; nonostante ciò non era riuscito a prendere sonno velocemente, il ricordo dello sguardo lucido di Jimin lo aveva perseguitato e la paura di non sapere cosa dire o fare lo aveva lasciato con gli occhi spalancati per almeno una ventina di minuti.

«Che scatola?».

Lucy era entrata nella loro stanza silenziosamente e stava osservando i due ragazzi curiosa – aveva deciso di sorvolare sulle condizioni della camera, dato che c'erano vestiti e oggetti vari sparsi dovunque, ma da quello che era riuscita a intuire era stato Yoongi a combinare tutta quella confusione per ritrovare una scatola.

Si chiedeva che problemi avesse quel giovane ragazzo.

«Me l'ha data ieri Jimin, conteneva qualcosa d'importante e ... l'avevo lasciata sul tavolino, pensavo di aprirla stamattina, ma quando mi sono svegliato non c'era più».

La ragazza spostò subito lo sguardo su Andrew, ancora ricordava ciò che aveva udito della conversazione di ieri, il modo strano in cui s'era approcciato con Amelie e il sorriso, che aveva rivolto allo schermo del suo cellulare per tutta la sera: c'era qualcosa che non la convinceva.

Andrew sentendosi fissato ricambiò lo sguardo e il giovane ragazzo coreano alternò lo sguardo da Lucy al suo amico, finché un brivido non gli trapassò da capo a piedi.

«Non l'hai presa tu, vero?», lo accusò velocemente Yoongi puntando il suo sguardo freddo e distaccato sulla figura dell'unica persona che riteneva di potersi fidare almeno un po'.

«Cosa!? No! Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa scatola, per quale motivo avrei dovuto prenderla?», domandò scattando in direzione di Yoongi e quest'ultimo sbuffò sonoramente, incrociando le braccia al petto.

«Sei l'unico che era con me in questa stanza, chi altro potrebbe essere stato?», domandò sarcasticamente iniziando ad innervosirsi e Andrew puntò lo sguardo su Lucy, che non capì per quale motivo la stesse mettendo in mezzo a quella situazione.

«Potrebbe essere stata anche lei, d'altronde è entrata in camera senza bussare!», sbottò subito sulla difensiva il ragazzo, ma Yoongi alzò gli occhi al cielo a quella risposta, mentre la ragazza inarcava un sopracciglio per l'assurdità di quella affermazione.

«Ho lasciato la porta aperta poco fa, quando sono sceso per prendermi un caffè prima di tornare alle mie ricerche, se avessi prestato attenzione invece di rimanere incollato al cellulare, forse te ne saresti accorto», mormorò freddamente Yoongi e Andrew chinò il capo non sapendo che altro aggiungere, mentre Lucy lo fissava senza parole: non capiva cosa stesse spingendo Andrew a comportarsi in quel modo, ma prima o poi lo avrebbe scoperto.

Rimasero in silenzio per un po', poi il cellulare del moro iniziò a suonare fastidiosamente e puntarono tutti lo sguardo su quel piccolo oggetto, ma Andrew fu più veloce di loro e lo capovolse mettendoci una mano sopra, gesto che lasciò sorpreso gli altri due.

First Love ~Where stories live. Discover now