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Seoul – 12.34 h

Jimin non faceva che pensare alla risposta datagli da Yoongi e le lacrime erano sempre lì, pronte a scorrere nuovamente sulle sue guance, ma non poteva certamente farsi vedere da qualcuno, dato che non voleva far sapere a nessuno dei suoi amici quello che aveva fatto, soprattutto ad Hoseok, che stava cercando in tutti i modi di renderlo felice e lui non ci teneva a farlo soffrire.

Alla fine doveva accettare l'idea che Yoongi non era mai stato innamorato di lui, altrimenti si sarebbe ricordato di lui e non l'avrebbe piantato in asso come in realtà aveva fatto un anno e mezzo prima.

Si sentiva così stupido per aver creduto alle sue parole, alle sue promesse e per aver pensato che sarebbero riusciti a farcela nonostante la distanza, ma subito dopo la sua partenza le cose inizialmente erano andate bene, si chiamavano quasi tutti i giorni, parlavano per ore e Yoongi gli ricordava quanto lo amasse: era un bravo attore, non c'era che dire.

«Quanto sono stupido», sussurrò prendendosi la testa fra le mani e attirando su di sé lo sguardo del suo manager, che si avvicinò al biondino preoccupato – s'era affezionato a Jimin, anche perché era davvero difficile non rimanere coinvolti dalla sua dolcezza e gli dispiaceva tremendamente per lui: conosceva Yoongi e non si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere da parte sua.

«Ehi, non abbatterti: stai facendo un lavoro spettacolare qui e devi andare fiero di te stesso, sono sicuro che riuscirai ad essere felice, Jimin ... sei così giovane».

Il biondo spostò lo sguardo sul suo manager e gli sorrise grato, ogni tanto qualche parola di conforto lo faceva sentire meglio, anche solo per poco.

«Qui siamo tutti un po' furiosi con Yoongi, non si è comportato correttamente e anche Pd-nim è abbastanza incazzato con lui, soprattutto dopo che ha abbandonato la BigHit senza spiegare veramente il motivo».

Jimin a quelle parole fissò il suo manager con gli occhi spalancati: cosa voleva dire che Yoongi aveva abbandonato la BigHit?

«I ragazzi non te l'hanno detto? Yoongi non lavora più qui da un anno, ormai».

A quelle parole il biondo sentì qualcosa rompersi dentro di lui: non sapeva se facesse più male sapere che il ragazzo non lavorasse più o che i suoi amici gli avessero tenuto nascosto quel piccolo dettaglio, che tanto insignificante non era, almeno non per lui.

In quell'esatto istante la porta delle studio dov'erano venne spalancata e fece la sua apparizione Hoseok con un paio di buste contenente del cibo d'asporto – non s'era nemmeno reso conto che fosse ora di pranzo.

«Ehi, che succede?».

Jimin gli lanciò un'occhiataccia e incrociò le braccia al petto, si sentiva decisamente ferito dal fatto che avessero deciso di non dirgli niente.

«Perché non mi hai detto che Yoongi non lavora più qui», sbottò innervosito e il ragazzo dai capelli argentei sospirò poggiando le buste sul tavolo e avvicinandosi al suo ragazzo, per poi chinarsi sulle ginocchia di modo di essere più o meno alla stessa altezza.

«Lo abbiamo saputo qualche settimana fa e non volevamo ferirti ulteriormente, sappiamo quanto sei ancora sensibile all'argomento», sussurrò Hoseok sorridendo malinconicamente e Jimin si sentì in colpa per averlo ferito con le sue parole, d'altronde ora stavano insieme e probabilmente il maggiore non apprezzava molto il suo attaccamento a Yoongi.

«Scusa, è solo che non me lo aspettavo», mormorò a mezza voce Jimin, ma Hobi non era veramente arrabbiato con lui, poteva capire quanto ci stesse soffrendo, ma la sua missione era quello di renderlo felice e se per farlo doveva eliminare Min Yoongi dalla faccia della terra, beh lo avrebbe fatto.

First Love ~Where stories live. Discover now