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Los Angeles – Due anni prima 

Ottobre 

Yoongi aprì la porta del suo appartamento con un leggero sospiro, consapevole che all'interno non ci fosse nessuno ad attenderlo e questo gli procurò l'ennesima fitta allo stomaco. È arrivato a Los Angeles da un mese e già sogna il momento di tornare in Corea. 

Le ultime settimane passate a Seoul erano state incentrare sul rassicurare Jimin, che si era dimenticato di pensare a se stesso e come sarebbe stato una volta lontano dai suoi amici e da quel ragazzo dai capelli rosa. Gli mancava tremendamente tanto e se fino a qualche mese prima l'idea di andarsene negli Stati Uniti lo aveva reso euforico, ora si rendeva conto di aver preso questa decisione troppo velocemente. 

Tolse le scarpe all'ingresso e lasciò scivolare per terra la borsa a tracolla, poi si avviò velocemente verso il bagno.  

I vestiti puliti, che aveva preparato quella mattina prima di uscire di casa, erano ripiegati in modo ordinato sopra la lavatrice. Aprì l'acqua calda della doccia e tolse i suoi vestiti velocemente, la sveglia poggiata sopra una delle mensole colma di prodotti da uomo, indicava che fossero quasi le sette di sera. Se non andava errato con i calcoli, a Seoul erano quasi le undici del mattino del giorno successivo. Jimin s'era probabilmente svegliato da poco, contando che nel fine settimana ne approfittava per dormire un po' di più. 

L'avrebbe chiamato più tardi, sperando di non disturbarlo. 

Aveva la costante sensazione di intrufolarsi nella sua vita nei momenti meno opportuni.  
L'acqua calda della doccia riuscì a rilassarlo un po'. Quel giorno era stato abbastanza impegnativo, se Amelie non gli avesse dato una mano, molto probabilmente sarebbe ancora chiuso nel suo studio a imprecare contro il programma, che non voleva saperne di funzionare. 

Era assurdo come l'unica persona con cui avesse stretto amicizia fosse la figlia del suo capo. Quando l'aveva conosciuta, pensava che fosse solamente una dipendente, ma le voci di corridoio avevano ben presto smentito quella sua supposizione e lei stessa, qualche giorno prima, aveva confermato di essere la figlia di James Davis, l'uomo che era a capo della casa discografica per cui stava, momentaneamente, lavorando. 

Amelie gli ricordava Jimin. Entrambi erano esuberanti, tendevano a parlare senza mai prendere fiato e ridevano, ridevano in continuazione. Ammetteva di averla trovata un tantino irritante all'inizio, ma dopo poco era riuscita a farsi volere bene e Yoongi si chiedeva quanto Jimin lo avesse cambiato da quando stavano insieme. Prima non avrebbe mai dato confidenza ad una persona come Amelie, trovandola fastidiosa e troppo vivace per i suoi gusti. 

In ogni caso, era felice di aver stretto amicizia con lei. In quelle settimane aveva scoperto che lavorasse nel tempo libero alla casa discografica, per aiutare suo padre con le questioni straniere, dato che stava studiando lingue all'università.  

Si sentiva un po' in colpa nei confronti di Jimin, ma non era riuscito a dirgli di aver legato con la figlia del suo capo. Gli aveva detto di aver conosciuto qualcuno all'interno dell'agenzia, ma non era sceso troppo nei dettagli e il suo ragazzo lo aveva preso in giro, dicendogli che non fosse riuscito a stringere amicizia con nessuno a causa del suo caratteraccio. 

Rise fra sé a quei pensieri, finì di lavarsi e chiuse velocemente l'acqua della doccia, per poi asciugarsi e cambiarsi con una leggera ansia in corpo. Voleva fare il più in fretta possibile e chiamare Jimin, necessitava di sentire la sua voce, vedere il suo volto, anche se solo attraverso lo schermo del computer. 

Mise a bollire dell'acqua per preparare del ramen istantaneo e nel frattempo avviò la videochiamata, sperando che Jimin fosse a casa e gli rispondesse. 

First Love ~Where stories live. Discover now