10.

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Seoul


Quella mattina Jimin si svegliò con una strana sensazione, più o meno la stessa che lo aveva perseguitato per settimane prima che Yoongi lo avvisasse della sua decisione di andarsene e questo lo rendeva ancora più ansioso del solito.
Hoseok dormiva beatamente al suo fianco e se solo avesse saputo cosa quella giornata avesse in serbo per lui, sarebbe ritornato subito a dormire.
La prima parte della giornata la trascorse anche serenamente, anche se di tanto in tanto si guardava intorno confuso, come se si stesse dimenticando qualche dettaglio importante e allora rifaceva mente locale per ricordarsi tutto: Jin Hyung era andato con Namjoon Hyung in centro per cercare un regalo per i genitori di quest'ultimo, dato che sarebbero andati a Seoul per trovarli quel fine settimana, Taehyung sarebbe rimasto alla galleria tutto il giorno a causa di alcuni problemi, che erano sorti in quei giorni, Jungkook aveva lezione e Hoseok era rimasto a casa, dato che quello era il suo giorno libero – mentre lui avrebbe dovuto lavorare fino alle sedici di quel pomeriggio.
Tutti si accorsero che c'era qualcosa che non andava, Jimin era estremamente silenzioso e perso nel suo mondo, dovettero continuare a richiamarlo perché prestasse attenzione e mezz'ora prima del previsto, il suo manager lo spedì a casa, dicendogli di riposarsi e che per il resto ci sarebbe stato tempo, anche se non fosse esattamente così, dato che da lì ad un paio di giorni avrebbe dovuto presenziare ai suoi primi fan meeting.
Quando mise piede in casa venne accolto dalla voce di Hobi, che stava canticchiando la sua canzone con una melodia molto più allegra dell'originale, che fece sorridere amaramente il biondino.

«Chim! Sei tornato!».

Hobi si parò di fronte a lui con il suo solito sorriso luminoso e Jimin cercò di ricambiare con scarso successo, si sentiva spossato più del solito e quella strana sensazione non voleva saperne di lasciarlo in pace. Il ragazzo dai capelli argentei subito si preoccupò per il minore e lo avvolse in un abbraccio caldo e accogliente.

«Ehi Chim, che succede? È successo qualcosa al lavoro?».

Jimin scosse il capo, strofinandolo inevitabilmente sulla maglietta di Hobi, che prese ad accarezzargli la schiena ed i capelli per dargli conforto, anche se ancora non avesse minimante capito cosa stesse accadendo, anche se una parte di lui gli urlava che il motivo poteva benissimo essere Min Yoongi.
Per quanto si sforzasse di farlo uscire dalla mente del minore, sapeva che fosse impossibile che si dimenticasse di lui dall'oggi al domani e nonostante alle volte lo rendesse malinconico, stringeva i denti e gli stava accanto, perché Jimin aveva bisogno di qualcuno che gli rimanesse vicino, non di qualcuno che partisse per un altro continente e sparisse nel nulla.

«Jimin, va tutto bene, okay?».

Il minore si scostò di poco da Hoseok e annuì, si sentiva così stanco, gli sembrava tutto assurdo, ogni giorno si sveglia con la speranza che fosse tutto un incubo e che al suo fianco ci fosse ancora il ragazzo dai capelli verdi menta, ma veniva ributtato bruscamente alla realtà quando accanto a lui trovava Hoseok e sapeva che non avrebbe dovuto comportarsi così, ma sapere di avere al suo fianco Hobi lo faceva sentire molto meglio di non aver nessuno.
Hobi studiò dolcemente il viso del biondo, poi si avvicinò lentamente e posò le sue labbra su quelle di Jimin, che ricambiò il bacio stringendosi a lui e infilando le mani fra i capelli di Hoseok, che prontamente lo strinse per la vita.
Jimin approfondì il bacio cercando la lingua di Hobi, intrecciandola con la sua e cercando in quel sapore così speziato una traccia di quello fresco di Yoongi e più non ne trovava, più disperatamente si stringeva al ragazzo di fronte a lui, che fraintendendo quei gesti si lasciò andare e sospinse Jimin verso il corridoio e poi la stanza che ultimamente condividevano.
Jimin non capiva effettivamente cosa stesse accadendo, troppo impegnato a cercare una qualsiasi traccia di Yoongi in Hobi, fallendo miseramente secondo dopo secondo.
Il maggiore portò le mani sul bordo della maglietta di Jimin e gliela sfilò velocemente separandosi per qualche secondo dalle sue labbra, il biondo posò i suoi occhi in quelli di Hobi confuso e quando quest'ultimo lo spinse sul letto e gli salì sopra qualcosa si ruppe dentro di lui.
Era tutto così sbagliato.
Le sue labbra sul suo collo, le sue mani posate sui suoi fianchi, il suo profumo di cannella, i suoi capelli argentei che gli solleticavano il naso.
Iniziò a piangere ancora prima di rendersene conto e quando Hoseok provò a slacciargli il primo bottone dei jeans Jimin scattò in piedi, spingendo il minore lontano dal suo corpo e iniziando a tremare vistosamente, mentre Hoseok lo fissava sconvolto.

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