CAPITOLO 3

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Pov Thomas

Oggi è il mio primo giorno da Alpha del branco della Luna piena, in questo momento sono nel mio letto, appoggiata sul mio petto alla mia sinistra c'è Michela, ieri quando ho rifiutato Jacopo (il MIO Jacopo) oltre a vedere i suoi occhi spegnersi di tutte le emozioni, il mio lupo Zeus ha continuato ad urlarmi nella mente che sono un coglione.
'E continuerei anche, sei un coglione, un Alpha è forte solo se ad affiancarlo è la/il propria/o compagna/o. E tu coglione l'hai rifiutato.'
Ed ecco qui Zeus.
'Sempre molto gentile mi raccomando'
Però ha ragione, ho reso felice mia madre, in fondo lei adora Michela, ho reso felice mio padre, pensa che io abbia una forte e tenace compagna, ho reso triste me e Zeus rifiutando Jacopo e soprattutto ho distrutto Jacopo; dieci anni fa io e Jacopo abbiamo fatto un patto, non ci saremo mai feriti a vicenda, io l'ho ferito.

Mi alzo dal letto, mi lavo e mi infilo un jeans nero attillato, una maglia bianca che mi fascia alla perfezione e le mie adorate convers nere e bianche.
Esco dalla stanza e vado verso quello stupido stanzino dove deve dormire il mio Jacopo.

Quando arrivo a circa in metro dalla porta  edo rannicchiata per terra Laura la capo cuoca, l'unica che si sia presa cura di Jacopo in questi anni.

"Che succede Laura ?"chiedo anche abbastanza preoccupato, infondo se dovesse succedere qualcosa al mio piccolo ne potrei morire.

"J-j-jacopo è... sp-spa-rito"risponde singhiozzando, sgrano gli occhi, non ci posso credere.

In un impeto di rabbia torno in camera e marchio Michela, lei è felice mentre Zeus continua a insultarmi, forse ho sbagliato ma Jacopo doveva pagarla.

Pov Jacopo

Sono finalmente arrivato in Texas, non so di preciso dove sono, qui sembrano tutti diversi.

Visto che sono stanco decido di addormentarmi, in poco cado tra le braccia di Morfeo.

Un dolore lancinante al petto mi fa svegliare, sento il respiro diventare sempre più irregolare, mi sento morire, prima che questo accada sento qualcuno vicino a me che cerca di aiutarmi, la sua voce mi arriva all'orecchio ovattata, poi svengo, subito dopo aver sentito una fitta di dolore atroce.

Quando mi sveglio sono in una camera da letto, il mio corpo è completamente fasciato, anche le ferite più vecchie, sono attaccato a una flebo ed un macchinario strano.

"Oh finalmente ti sei svegliato, non sembri molto forte di salute, devi aver passato l'inferno, ragazzino"

Dice una voce maschile al mio fianco mi giro e vedo un ragazzo sui ventidue anni, petto largo, bicipiti gonfi e addominali scolpiti, fasciati da una maglia di seta bianca, le gambe muscolose coperte da un semplice pantalone della tuta.

"E a te cosa dovrebbe importare di me ?"chiedo il più acido possibile, purtroppo non è da me.

"Scusa non volevo sembrare sgarbato, e che hai ragione non ho passato bei momenti" cerco di riparare il prima possibile. Mi stanno salendo le lacrime agli occhi per il ricordo, inizio a piangere e il ragazxo al mio fianco mi abbraccia sussurrando qualcosa al mio orecchio, io percepisco solo
"Non ti preoccupare piccolo, ora sei con me, mi chiamo Trevor, voglio aiutarti."
È strano il suo abbraccio è freddo,forte e rassicurante, mi sento protetto con lui.

Solo Tu (Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora