Capitolo 23

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Lili

I titoli di coda scorrono lungo lo schermo della tv, così come le lacrime sulle mie guance. Cerco di trattenere almeno i singhiozzi, giusto per non far sentire a Cole quanto in realtà questo film mi abbia scombussolato.

Sento la mano calda di Cole appoggiarsi sulla mia guancia, per poi con il pollice asciugare una lacrima.
"Tra poco mi passa" sussurro, con la voce rotta dal pianto.
"So che stai piangendo per il film, ma vederti così mi distrugge" la sua voce calda e bassa mi scalda il cuore, le sue parole sono bellissime. Mi giro meglio verso di lui, ancora sdraiati sul divano, e appoggio la mia testa sotto la sua, mentre stringo la sua maglietta tra le mie mani, respirando il suo buonissimo odore.

"Andiamo a dormire?" Chiede lui
Annuisco e ci alziamo dal divano. Vado un attimo in bagno e quando torno vedo Cole, appoggiato all'enorme vetrata, adesso aperta, del soggiorno. Le tende sono mosse delicatamente dal vento, Cole si sta fumando una sigaretta, mentre guarda le stelle. Mi avvicino a lui silenziosamente, e mi metto al suo fianco, avvolgendo le mie braccia intorno alla sua vita. Mi lascia un bacio sulla testa, e poi aspira un altro tiro, per lasciare poi il fumo libero nell'aria, creando una nuvola fitta e grigia.
"Sei nervoso?" Chiedo.
"Perché?"
"Perché stai fumando" rispondo ovvia
"Stavo pensando a quando uscirà la serie, e a noi... saremo circondati da mille domande, e pensavo che magari tu non..."
"Non mi importa Cole" lo interrompo "Non mi interessa delle domande che ci faranno, mi interessa solo di noi"
Mi guarda attentamente, quasi stesse riflettendo sulla frase che ho detto.
"Hai ragione" dice, buttando a terra la sigaretta, ormai consumata. Velocemente mi carica sulle sue spalle come un sacco di patate
"Lasciami Cole! Lasciami!" Urlo dimenandomi. Ma lui non mi ascolta minimante, anzi ride e mi tiene salda a lui, mentre corre fino alla camera da letto. Questa casa è veramente gigantesca, potrei perfino perdermi.

Mi lascia appoggiare i piedi per terra quando entriamo dentro la stanza, illuminata solo dalla luce della luna che arriva dall'enorme vetrata che occupa tutta una parete della stanza. Un letto a tre piazze è posizionato al centro, e su un lato c'è l'enorme cabina armadio. Mi avvicino a un tavolo, ricoperto da foto e album fotografici, suppongo di Cole.
"È solo la stanza degli ospiti" dice lui, come a voler giustificare la grandezza della camera, per lui a quanto pare piccola, per me invece enorme. Mi sento in imbarazzo, come può uno come Cole, ricco, bello, simpatico e famosissimo ad essersi innamorato di una come me? Vivo solo in un semplice appartamento, e la mia famiglia non è ricca, e io non sono una modella di Victoria Secret... Eppure siamo qua ora.

Cole mi lancia una maglia, a giudicare dall'odore, sua.
"Immagino tu non abbia il pigiama" dice lui. Ha ragione, non avevo nemmeno programmato di restare qua la notte.
"Esco, così ti cambi" dice, per poi uscire dalla stanza. Sorrido, adoro il fatto che voglia rispettare i miei spazi, e voglia fare piccoli passi alla volta, anche se di lui mi potrei fidare ciecamente.
Mi cambio velocemente, e appena ho finito bussa alla porta.
"Hai fatto?"
"Si, entra" fa come gli dico, e si presenta a petto nudo, con sotto dei pantaloncini lunghi fino al ginocchio in tuta nera. Rimango a fissare i suoi pettorali, non sono molto grandi, ma si possono comunque vedere, ma io lo preferisco così, non mi sono mai piaciuti i ragazzi troppo palestrati.
"Non è che ti prendi freddo così?" Chiedo ridendo
"Mi scalderai tu allora" risponde ammiccante. Si avvicina a me, per baciarmi sulle labbra, ma all'ultimo sposto la testa, facendogli toccare la mia guancia. Fa una smorfia contrariata, e io rido.
"Per oggi direi anche basta" dico sorridendogli.
"Adesso esce Kj dall'armadio" scherza lui.

Il suo telefono squilla e lui lo tira fuori dalla tasca dei pantaloni.
"Scusa è mio fratello, rispondo un attimo"
Esce dalla stanza, lasciandomi sola nel silenzio della notte. Mi siedo sul bordo del letto gigantesco, mentre guardo fuori la vetrata e rimango incantata dalla bellissima vista: dietro all'enorme giardino si può vedere la città illuminata, e le poche macchine che ancora girano a quest'ora.
Cole rientra nella stanza e si stende nel letto.
"Tutto apposto?" Chiedo, ma senza distogliere lo sguardo dalla finestra
"Si, voleva solo ricordarmi dell'evento per la settimana prossima" risponde lui. "Tu? Tutto apposto?" Chiede a sua volta.
"Si" rispondo convinta. Sto bene, per davvero. Mi volto verso di lui, che mi sta guardando.
"Dai, vieni qua" dice allargando il braccio nella mia direzione. Faccio come mi ha detto, stringendomi a lui il più possibile. Anche se questa maglia mi arriva praticamente a metà coscia, sento comunque un po' di freddo. Lui, capendo come sempre, afferra la coperta alla fine del letto e la tira su, rimboccando bene la mia parte, prima di sistemarsi la sua, come per darmi la precedenza.

Respiro profondamente, adoro il suo profumo, che ora più di sempre sento fortissimo. Lui sfiora la mia schiena, accarezzandola delicatamente, e giocando con una ciocca di capelli. Poi la sua voce interrompe quel silenzio
"Ti amo così tanto, Lili Reinhart"
Sgrano gli occhi. Cosa ha appena detto? Ha detto che mi ama? Sto sognando? Vi prego non svegliatemi.
Mi alzo leggermente su un gomito, per guardarlo meglio, e per riformulare le sue parole.
"Si, ti amo" dice lui nuovamente, e con tono convinto
Sorrido e i miei occhi penso brillino dalla felicità
"Anche io ti amo, Cole Sprouse" dico in un sussurro.
Lui sorride subito dopo, e a fare il primo passo questa volta sono io: mi avvicino alle sue labbra e le bacio delicatamente. Poi mi stacco e lo riguardo. Sì, lo amo veramente tanto. Velocemente si posiziona sopra di me, e ridiamo insieme. Si riavvicina, e durante il bacio passionale gli mordo il labbro inferiore, e lui sembra gradire...

Sì, lo amo più di qualsiasi altra cosa...

***
Mi sveglio a causa della luce che entra dalla finestra. puntata proprio sul mio volto. Mi siedo lentamente sul letto, stropicciandomi gli occhi. Mi stiracchio e mi giro per vedere Cole. Ma di lui, non c'è traccia. Rimango confusa, dove potrebbe essere? Mi alzo dal letto e guardo l'ora nel telefono: 10.30. Non pensavo fosse così tardi. Uscendo dalla stanza mi guardo allo specchio. I capelli sono leggermente arruffati e addosso ho ancora la maglia di Cole, che lasciano scoperte gran parte delle mie gambe. Apro la porta, e davanti a me si presenta il lunghissimo corridoio, vuoto. Lo percorro lentamente, soffermandomi a guardare le foto che sono appese alle pareti di Cole e Dylan. Dalle porte aperte posso vedere le numerose camere, la palestra, la sala dedicata alla fotografia e la sala cinema. Quasi mi perdo tra tutte queste stanze, fino a quando non sento delle voci.

"Dare una festa quando io non ci sono? Ma come ti è venuto in mente?"
Decido di non farmi vedere, e resto nascosta dietro la parete, ad ascoltare.
"Ma ho già pulito tutto" dice Cole
"Dai non è successo niente" un'altra voce interviene nella conversazione
"Tu stanne fuori" dice minacciosa la voce di prima, quella che penso sia una voce femminile. "Non vieni mai a trovarmi, o non entri nemmeno quasi mai in questa casa, e l'unica volta lo fai senza la mia presenza, e invitando altra gente, senza dirmi niente?" il tono della donna sembra triste e rassegnato.

Silenziosamente mi volto per tornare in camera, non voglio intromettermi, ma con la mia solita delicatezza, urto un mobile, facendo un rumore assordante.
"Chi c'è in casa?" Chiede la donna.
Esco dal mio nascondiglio e sorrido alle tre persone presenti nella stanza.
"Salve..." saluto timidamente.
La donna mi squadra dal basso, facendo subito dopo una smorfia, quasi di disgusto. Solo ora mi ricordo che ho addosso solo la maglietta di Cole, che si sta mordendo il labbro chiudendo gli occhi, come per voler dire che sono arrivata al momento peggiore. Mi abbasso la maglietta più che posso, poi mi avvicino alla donna, che a questo punto penso sia la madre di Cole e Dylan, presente anche lui nella stanza, che mi guarda proprio come Cole.
"Piacere, sono Lili Reinhart, una collega di Cole" cerco di presentarmi nella maniera più educata possibile, porgendole la mano, che lei però guarda e basta, senza stringere. La ritiro indietro, imbarazzata e Dylan si avvicina a me
"Io sono Dylan" mi stringe la mano e mi sorride leggermente, facendomi capire che forse farei meglio a tornare in camera.
"Eh... io torno di là, così potete parlare" dico quasi balbettando, e mi dileguo da quella stanza in cui si poteva tagliare l'aria di tensione con un coltello.

Che figura di merda.
"Stupida stupida stupida" dico nella mia mente. Ritorno in camera, e mi cambio velocemente con i vestiti di ieri, quando qualcuno entra dalla porta...

*****
Spazio autrice
Uuuuu! Che capitolo! Cosa ne pensate? La madre di Cole sembra non apprezzare molto Lili...
Chi sarà entrato in stanza?
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