55- TESSA

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Andrea non voleva parlarmi. Come potevo contraddirlo? Probabilmente, se mi fossi trovata nella sua stessa situazione, avrei reagito anche peggio.

Rincasai quasi subito. Agata mi stava aspettando con una tazza di camomilla, ma io decisi di sparire in camera mia. Non volevo nessuno accanto a me, volevo solo lui.

Qualcuno bussò e dissi di entrare.

Agata mi sorrise, tenendo la porta socchiusa. «Signorina Minelli, c'è qui fuori la signorina Gloria», mi comunicò e io mi sedetti sul copriletto.

«Falla entrare», ordinai e la mia più cara amica comparve nella mia stanza.

«Vi porto qualcosa di fresco da bere?», domandò Agata ma entrambe rifiutammo l'offerta.

Appena la mia domestica ci lasciò sole, Gloria corse ad abbracciarmi e io scoppiai in un mare di lacrime.


«E quindi questo è tutto», spiegai mentre passavo le dita sulla trama del copriletto. «Andrea mi odia, crede che io lo abbia preso in giro, che mi sia presa gioco di lui. Invece, per la prima volta dopo tanto tempo, ero finalmente me stessa», tirai su col naso. «Mi sentivo libera assieme a lui. Capisci, non dovevo rendere conto a nessuno. Non ero una fashion blogger, e neppure la figlia di un Onorevole. Ero semplicemente Tessa, una ragazza poco più che vent'enne che amava divertirsi insieme ai suoi amici.»

Gloria non disse nulla, si limitò ad ascoltare ogni mia parola. Era bello avere una persona così speciale accanto.

Sospirai, sdraiandomi sul letto. «Ora invece, non sono nulla, sono solo un guscio vuoto. Con tutto quello che mi è successo nel mio passato, e credimi, ne sono successe di cose brutte, questa è la peggiore. Mi sono resa conto che non ho mai amato nessuno, come Andrea. E se penso che probabilmente non rivedrò mai più il suo sorriso, io...», mormorai scoppiando in lacrime.

Gloria si sdraiò accanto a me, tenendomi stretta in un abbraccio fraterno. «Shh, non è niente Tessa. Puoi sempre cercare di fare ammenda. Non ti scoraggiare. Cerca il modo di aprirti ad Andrea.»

I miei occhi incontrarono i suoi. «E come faccio se non vuole nemmeno parlarmi?»

Gloria si strinse nelle spalle. «Un modo lo troverai.»



Tre giorni...

Erano passati tre giorni da quella fatidica sera a casa di Andrea. Non mi aveva ricercata ed io avevo tentato in tutti i modi di stargli alla larga sperando che, avendo un po' di spazio per sé, trovasse un modo per perdonarmi.

Invece nulla.

Il silenzio più totale.

Gloria aveva ragione, come sempre del resto. Dovevo trovare un modo, non importava quale, ciò che mi interessava era spiegargli ogni cosa. Se poi Andrea non avesse più voluto avere nulla a che fare con me, sarei sparita, per sempre.

Fu per questo che, vedendolo andare alla stalla, decisi di seguirlo.

Era a petto nudo, mentre gettava il fieno nel box di Asso. Appena si accorse di me, si bloccò. I suoi occhi si persero nei miei per qualche istante, prima di voltarmi le spalle e ricominciare a fare ciò che stava facendo.

«Che sei venuta a fare qui?», domandò arrabbiato.

Presi coraggio e feci un solo passo nella sua direzione. «Vorrei parlarti.»

Si strinse nelle spalle. «Non ho voglia di parlare con te», borbottò.

Sospirai. «Va bene, allora limitati ad ascoltare. Parlerò io», dichiarai e poi dopo aver avuto il suo tacito benestare, inizia a raccontare.

«Mi chiamo Teresa Minelli. Da come saprai, sono figlia dell'Onorevole Minelli. Agli occhi del mondo la mia vita è spettacolare, peccato che non sia affatto così.

Alcuni anni fa, in un bar, incontrai Neal Ricci. Era l'uomo più bello e sexy che avessi mai conosciuto all'epoca e, inutile dire che, dopo uno sguardo mi aveva già conquistata. Dopo esserci andata a letto ero convinta che sarebbe nato qualcosa tra di noi, invece lui mi diede il ben servito. Ero a pezzi, talmente tanto che decisi di tagliarmi le vene per non soffrire più», presi un respiro. «Agata, la mia domestica, mi trovò nella vasca e fui portata d'urgenza in ospedale, dove mi salvarono la vita. I miei genitori insabbiarono tutto, ma non per fare un favore a me, ma semplicemente per evitare che la carriera di mio padre potesse vacillare», sussurrai e gli occhi di Andrea incrociarono i miei.

«Già, proprio così. Ai miei non importava che avessi tentato il suicidio, ma che questo avrebbe potuto compromettere la loro vita sociale. Ad ogni modo, quel giorno, decisi di fargliela pagare. È stato così che ho iniziato a bere, a fumare e a passare da un letto ad un altro. Poi però accadde una cosa. Una sera di qualche mese fa, io e Luisa andammo ad un Rave. Qualcuno mi mise qualcosa nel drink... ecstasy se no sbaglio, non ricordo cosa successe dopo. So solo che mi svegliai in un bagno sudicio, tornai a casa mia e poi, senza sapere come, mi risvegliai in ospedale. Il dottore mi disse che ero incinta, o meglio che avevo perso il bambino che aspettavo. »

Andrea non disse nulla.

«Non sapevo nemmeno di aspettare un figlio, eppure era così. E, a causa mia, era morto. Era sparito nello stesso modo in cui era arrivato, senza che nessuno se ne rendesse conto. Mia madre, dopo quella consapevolezza decise di spedirmi qui. Non volevo starci, Dio quanto odiavo questo posto!», esclamai passandomi una mano tra i capelli. «Poi è cambiato tutto quando un ragazzo ha abbandonato la sua auto in mezzo alla strada per aiutarmi, convinto che stessi pensando di buttarmi. In quel momento realizzai una cosa. Avrei potuto ricominciare da capo. Non mi trovavo più a Roma, circondata dalla vita mondana e dai fan accaniti. Non sapevi nemmeno chi fossi!»

«Ed è per questo che hai deciso di prendermi per il culo?», ribatté lui scontroso.

«Volevo ricominciare, partire da zero. Cancellare la mia vita. E ho incontrato te. Mi hai fatta ridere come non mi capitava da tempo. Ho provato una miriade di emozioni grazie a te, Andre. Mi facevi sentire completa.»

I suoi occhi incontrarono i miei, i nostri corpi vicini. «E per quale motivo non mi hai detto la verità?»

Sospirai. «Io non dovevo fare nulla. Dovevo solo fare in modo che questi mesi passassero il più in fretta possibile. Non dovevo rendere conto a nessuno. Tu non eri nessuno, all'epoca. Non mi importava se ti avessi ferito o se avresti pensato male di me. Ma poi le cose sono cambiate e ho iniziato a tenerci. Non aspettavo altro che vederti, parlare assieme e uscire insieme agli altri. Sono stata più volte sul punto di dirtelo, ma tu ogni volta dicevi o facevi qualcosa che mi intimava ad aspettare. Non era mai il momento giusto e poi, quando mi sono innamorata di te ho capito che ti avrei spezzato il cuore», rivelai.

«E così non hai detto nulla, hai preferito che fossero gli altri a lavare i tuoi panni sporchi.»

Scossi la testa. «No... Andre, io...»

«Sai qual è la cosa che più mi fa male? È che io mi fidavo di te, talmente tanto da confidarti cose del mio passato che non sa nessuno. Cazzo! Ti ho parlato di mia madre e tu non sei stata in grado di dirmi la verità?», gridò rassegnato. «Mi dispiace per quello che ti è successo. Ma questo non cambia le cose. Tu mi hai mentito ed io non so che farmene di una persona come te», disse in tono piatto.

Il mio sguardo era perso nel vuoto. «Okay. Grazie per avermi ascoltata. Ti prometto che d'ora in avanti non ti disturberò più. Non sentirai più parlare di me. Sparirò dalla tua vita, per sempre», dissi con tono incolore. Mi avvicinai all'uscita e mi bloccai sull'uscio. Guardandolo da sopra la spalla, aggiunsi: «Grazie, per questo tempo passato assieme, non lo dimenticherò.»

Tornai a fissare dritto davanti a me e, facendo un passo in avanti, uscii definitivamente dalla vita di Andrea.

Avrei dovuto sentirmi libera come il vento. Ma non era così.


Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora