56- ANDREA

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«Tu cosa ne pensi?», mi domandò Yuri mentre puliva un bicchiere di birra.

Eravamo seduti al bancone del bar di suo padre, Yuri lavorava mentre io mi auto commiseravo nell'alcol. Assurdo, e dire che non bevevo quasi mai.

Aggrottai la fronte confuso. «Come?»

Lui e Davide si scambiarono uno sguardo lievemente preoccupato.

«Ti ho chiesto cosa ne pensi del fatto che Teresa non è più qui!»

Sbarrai gli occhi scioccato. «Cosa?», domandai scattando in piedi.

Davide mi fissò, avvicinandosi di più a me. «Vedi, ho saputo da Gloria che Tessa è... partita, questo pomeriggio. Mi ha detto che è tornata a Roma, a casa sua perché qui...»

Posai il bicchiere sul tavolo. «Qui non c'era più nulla per lei...»

Le sue parole riecheggiarono nella mia mente.

D'ora in avanti non ti disturberò più. Non sentirai più parlare di me. Sparirò dalla tua vita, per sempre.

Tessa aveva mantenuto la promessa, si era volatilizzata nell'aria, esattamente come la polvere che viene sollevata dal vento.

Avrei dovuto esserne felice, sentirmi finalmente soddisfatto.

Perché non mi sentivo così?


Settembre...

Era passato quasi un mese dal matrimonio di Giulia. Teresa era svanita nel nulla. Non c'erano state lettere o telefonate. Non avevano senso se non potevamo stringerci, eppure sentivo che come me stava soffrendo terribilmente.

Mi limitavo a seguirla sui social, vedendola sorridere mentre indossava capi all'ultima moda eppure, in lei, c'era qualcosa di diverso. Sorrideva, ma il suo sguardo era sempre triste.

Esattamente come il mio.

Ero solo. Elisa e mio padre erano andati a Milano per vedere l'Accademia della Scala, Davide era in Università per definire le ultime cose prima della Laurea e Yuri... non avevo idea di dove fosse. Era strano, ultimamente frequentava casa mia sempre di meno e non ne capivo il motivo. Aveva una strana luce negli occhi, simile alla mia: soffriva.

Era passato la mattina precedente a salutarmi, dicendomi che sarebbe partito per un viaggio, senza dirmi la destinazione. Lo trovai strano lì per lì ma poi non ci diedi troppo caso. La mia testa era un casino totale, ci mancavano i problemi degli altri.

Per questo rimasi sorpreso quando sentii il citofono di casa mia. Chi poteva essere?

Tessa...

Subito mi precipitai a rispondere.

«Chi è?», gridai con la speranza nella voce.

«Sono io», rispose la voce di un uomo.

Sbarrai gli occhi appena capii a chi appartenesse.

«Andrea, aprimi, per favore.»

Deglutii capendo che avevo due scelte: la prima mandarlo al diavolo, la seconda essere uomo e affrontarlo, di nuovo.

«Vieni», acconsentii.

Aprii la porta di casa pronto ad attenderlo.

Appena svoltò l'angolo rimasi paralizzato. Stefania mi fissava coi suoi occhi gentili mentre teneva per mano il marito. E fu allora che lo rividi nuovamente, l'uomo che mi aveva rovinato la vita un'altra volta.

«Grazie Andrea», mi sorrise coi suoi denti bianchi.

«Figurati, Neal.»


Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Where stories live. Discover now