Elena saltò sul divano contenta per la propria scuderia e per il proprio contributo nonostante fosse a casa.

-Dovresti essere triste, Lewis settimo e Bottas secondo... Non è un buon risultato per la tua nuova scuderia.

A quelle parole Elena si rattristì e guardò in modo torvo la sua amica.

-Dovrai farmelo pesare per sempre?

-No, sto solo cercando di evitare che tu commetta lo sbaglio della tua vita.

-Cosa dovrei fare scusa? Non mi vogliono più in Ferrari!

Disse Elena con tono duro rimettendo a sedere.

-Allora non andare a lavorare lì, non penso che al box Mercedes siano felici di avere un ingegnere che esulta per le vittorie avversarie.

-Quando otterrò il mio lavoro cambierò atteggiamento e diventerò professionale, ora sono tifosa.

-Per me lo fai per Lewis e basta, ma guarda che sei una ragazza forte e indipendente non hai bisogno di un uomo al tuo fianco.

-Infatti, ho bisogno di Lewis.

-Sei più testarda di un mulo.

Le due riportarono la loro attenzione verso la tv dove stava avvenendo la premiazione.
Alessia si voltò verso il suo ragazzo e vide che stava dormendo profondamente, così gli tirò una pacca sulla spalla per farlo svegliare.

-C'è l'inno italiano ora e tu non puoi dormire mentre c'è l'inno italiano.

Riccardo cercò di tornare nel mondo dei vivi, Alessia ed Elena erano in piedi con la mano sul cuore già pronte per urlare il loro orgoglio italiano.

Sebastian dal gradino più alto del podio si godeva, con un sorrisone sulle labbra, l'inno di Mameli seguendo il tempo con le dita. Avrebbe voluto contarlo con tutta la gioia che aveva in corpo, ma non sapeva le parole, anche se era da mesi che cercava di impararlo non ci riusciva. Non pensava fosse così difficile imparare un inno nazionale.
L'inno finì e Sebastian prese velocemente la bottiglia di champagne per spruzzata addosso al suo compagno per fargli tornare il buon umore.
Kimi, infatti, era sceso dalla macchina alquanto arrabbiato. Lo sapeva che sarebbe arrivato secondo, lo sapeva che era la seconda guida, lo sapeva che per il mondiale piloti puntavano solo su Sebastian, però era un pilota ed è normale la voglia di vincere. Era questo istinto che gli impediva di essere felice, ma sapeva che sarebbero bastate un paio di ore e gli sarebbe passata.
Finito l'inno il finlandese prese la bottiglia di champagne e la bevve mentre Sebastian riuscì a strappargli un mezzo sorriso lavandogli la faccia con il vino.

Gli inviati sky continuarono a parlare e commentare la gara in attesa di collegarsi con la sala stampa per l'intervista post gara dei piloti caldamente attesi dai giornalisti.
I tre piloti entrarono e si sedettero ai loro posti, ognuno con un espressione molto diversa dall'altro. Kimi arrabbiato e immerso nei suoi pensieri come sempre, Sebastian felice come un bambino e Valtteri alquanto normale e composto.
Al tedesco chiesero le solite domande sulla gara, sulla pista e come prevedibile lo provocarono chiedendo come mai il muretto Ferrari avesse fatto entrare Kimi prima di lui. Sebastian non diede una risposta concreta, così i giornalisti passarono al numero sette chiedendogli la stessa cosa. Kimi, come suo solito, rispose con estrema compostezza e poche parole, lasciando tutti a bocca asciutta.

I tre piloti si alzarono dalle loro postazioni e Alessia spense lo schermo della Tv. Elena si girò irritata verso l'amica.

-Ma che cosa fai? Riaccendi

-E perché? É finito tutto, non c'è più nulla da vedere.

A quelle parole la ragazza si demoralizzò. La sua amica aveva ragione, ma lei voleva sapere cosa stava succedendo ora: voleva sapere se Sebastian era andato a salutare i meccanici mostrando loro il trofeo vinto; voleva sapere le considerazioni di Mattia sulla gara; voleva vedere Kimi con lo sguardo assente e un po' incazzato seduto sulla sedia al motorhome... Voleva sapere cosa stava succedendo. Lei ci viveva in Ferrari e non le bastava vedere solo la gara, voleva vedere come il suo mondo andava avanti senza di lei. Voleva continuare a farne parte e lo schermo nero della tv le fece capire che le mancava davvero tutto ciò.
Decise che doveva tornare in F1, ma non con una maglia qualunque, con quella rossa anche se questo significava dover perdere per sempre Lewis e anche se non sapeva esattamente se la avrebbero di nuovo voluta.

-Grandissima gara ragazzi! Grazie mille a tutti!

Sebastian entrò nel box Ferrari mezzo smontato e strinse la mano ai meccanici rimasti all'interno congratulandosi con loro.
Poi vide Mattia vicino al muretto intento a guardare il suo telefono e si affrettò ad avvicinarsi.

-Mattia! Non so cosa tu abbia fatto alla macchina, ma è grandissima! Ci siamo rialzati alla grande dal disastro del 2016!

L'ingegnere bloccò velocemente il telefono e lo rispose nella tasca posteriore dei suoi pantaloni rosso fiammante.

-Grazie Sebastian, ma è merito di tutti! Un grandissimo lavoro di tutto il team.

I due si abbracciarono velocemente e il tedesco cominciò ad allontanarsi girandosi poi come se si fosse dimenticato qualcosa di importante.

-Un' ultima cosa: hai scoperto qualcosa riguardante Elena?

-La ragazza del marketing? Non ho la più pallida idea di dove sia finita.

Mattia mentì con una faccia convincente così Sebastian si girò e continuò per la sua strada.
Era da due settimane che il pilota tedesco cercava informazioni sulla ragazza, ma sembrava essere scomparsa nel nulla e nessuno, nemmeno Maurizio, sembrava disposto a dargli spiegazioni, nessuno sembrava sentire la sua mancanza.
Mattia estrasse il telefono dalla tasca e rilesse il messaggio che voleva inviare alla "ragazza del marketing", però poi decise che era troppo freddo e avrebbe dovuto chiamarla.
Dopo essersi guardato attentamente attorno inoltrò la chiamata.

-Pronto? Mattia?

-Elena! Ciao! Ci tenevo a ringraziarti di persona per tutti i consigli che mi hai dato. Questa vittoria è anche merito tuo.

-Grazie mille Mattia! Sono contenta di poter essere stata utile.

-Sei indispensabile per la buona riuscita di questo mondiale, Elena... Vorrei farlo capire a qualcuno...

-Io... Maurizio dovrei dirti una cosa... Il mio futuro in Ferrari è...

-Elena, provo a fare il possibile, ma sai quali sono le condizioni di base.

Finito di dire quelle parole Mattia sentì una mano posarsi sulla sua spalla e una voce, fin troppo familiare, porgli una domanda

-Con chi staresti parlando, Mattia?

Il capo ingegnere non aveva bisogno di girarsi, aveva perfettamente capito che si trattava di Maurizio Arrivabene.

)))) spazio autrice ((((

Chiedo scusa se trovate errori grammaticali, ma non ho avuto tempo di ricontrollare.

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e stellinate 😘😘

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2021 ⏰

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