Una foto di gruppo su una nave da crociera

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Ricominciai a ricordare cosa accadde a partire dal momento in cui ero seduta da qualche parte su una nave gigantesca che si muoveva pacatamente sotto di me.

Che ero in mare lo sapevo di per certo dall'odore della salsedine e comunque c'era troppo movimento perché mi trovassi sulla terraferma. Avvertivo un calore forte alla mano destra, e abbassando lo sguardo notai che era chiusa fra le manine di September, probabilmente da così tanto tempo che mi si era ricoperta di sudore.

«Lasciami la mano» Ordinai.

Lui si ritrasse, guardandomi in faccia. Aveva un'espressione strana, delicata, come dire, quasi non volesse disturbarmi. Il suo sorriso era meno ampio del solito, ma non meno sincero, e gli occhi scintillavano all'ombra della frangia.

Non doveva essere passato molto tempo dall'ultimo episodio accaduto, visto che Set mostrava ancora i segni delle scottature che si era beccato al sole, guance e parte inferiore del collo rossi.

«Dov'è Vlad?» Domandai «E poi come mai siamo passati dalla sabbia all'acqua?»

«Non crederai alla storia che ti racconterò!» rispose, con assoluto entusiasmo, appoggiandosi alla mia spalla

«Ormai credo praticamente a tutto...» ero sincera

«Hai notato dove ci troviamo?»

«Eh?».

Mi guardai intorno. Si, insomma, era la parte superiore di una nave, ma non pensavo che le navi fossero fatte così, sarebbero state, diciamo, sfarzose in maniera esagerata. C'era una superficie ampia, candida, e poco lontano da noi una di quelle piscine che si vedono sui cataloghi di pacchetti vacanze o nei giornali con le foto di giardini eccezionali, tutta tappezzata di piastrelle azzurre, con le scalette cromate che brillavano alla luce di un sole intenso e perfetto. Si, era tutto molto strano, e c'era della gente in costume che si aggirava ridendo, con drink in mano e abbronzature appena accennate che promettevano però di diventare una copertura uniforme e dorata.

September mi appoggiò una mano sulla testa, con fare amichevole

«Si, esatto, questa è una nave da crociera. Sai come ci siamo arrivati?»

«No»

«Perché non eri in te. Sai, eri... ehm... sotto ipnosi» rise brevemente, ritraendosi «Vlad è riuscito ad ipnotizzarti»

«Dov'é adesso?» chiesi, sentendo note di preoccupazione nella mia voce, che non avrei assolutamente voluto esprimere

«Lui sta dormendo» c'era qualche striatura, nella sua voce, che mi parve ostile «È giorno, e mi ha chiesto di riferirgli quando ti fossi risvegliata dalla trance»

«Che è accaduto?»

«Beh, siamo al sole» alzò lo sguardo al cielo, poi si infilò un cappellino sponsorizzato da una marca di solari «In pieno giorno, senza nessuno che ci minacci, su una nave da crociera, seduti comodi... sul bordo di una piscina... immagino che non sia un brutto momento per raccontarti cosa è successo. Dopo andremo a svegliare Vlad, per dirgli che sei tornata normale, ti sta bene?»

«Benissimo» accordai, e attesi che lui continuasse

«Allora, ti ricordi dove eravamo? Sembravamo in trappola, nel fondo della Città senza Nome, quando è arrivato Blacky con i suoi zombie, e poi, dopo che Vlad aveva sconfitto gli zombie, è arrivata anche quell'orrore di Lilith. Vlad ha iniziato a comportarsi in modo strano, come se fosse completamente impazzito, e poi ti ha detto qualcosa all'orecchio...»

«Mi ha detto "Distruggila"» completai

«Bene, distruggila... e poi tu hai gridato. Non ho pensato che tu stessi male, ho pensato che tu fossi arrabbiata, terribilmente, terribilmente arrabbiata... eri diventata una specie di mostro, con gli occhi gialli che... oh dio, sembravano ardere. Sul serio, non sto scherzando! C'era così tanta rabbia in te, che la terra ha tremato, e l'ho sentito che non era stato né Vlad, né tantomeno Lilith a fare quella cosa. Eri tu, hai scatenato una potenza veramente diabolica, e hai ruggito, mentre tutto tremava. Avresti dovuto vedere la faccia di Blacky, era tutta un pezzo di paura addensata... e Lilith lo ha preso sottobraccio e ha iniziato a retrocedere velocemente da dove era arrivata. Vlad ha iniziato a ridere come un invasato, come se non ci fosse niente di più bello da vedere. Mi sembrava di essere finito da qualche parte in un sogno...» si interruppe per un attimo, poi rialzò gli occhi al cielo.

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