Un troll con vestiti nuovi

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Quando September tornò, non mi ero mossa di un millimetro da sotto l'albero. Lui era carico di buste colorate e alle sue spalle c'erano Sharazad e Cuscino, entrambi curiosamente allegri. Ci avrei scommesso che Set aveva comprato loro un mucchio di regali in città.

«Eccomi di ritorno, Lupacchiotta» Disse allegro, sollevando le mani stracariche di sacchetti dai colori accesi, quasi smaltati a volte, con i loro loghi sgargianti e accattivanti impressi sopra, altre volte semitrasparenti, più discreti in un certo senso, e più innovativi in un altro, con la loro curiosa sottigliezza trasparente «Spero di non averci messo troppo, non ti sono mancato troppo, vero?»

«No» mentii, cupamente.

I suoi occhi verdi mi trafissero. Lui sapeva che avevo mentito e non voleva che lo facessi con lui.

Mi alzai lentamente. Con passo lento mi avvicinai a lui e gli presi le buste dalle mani, stringendo i denti con disappunto quando mi parvero persino pesanti.

«Scusa» Ne approfittai per mormorargli all'orecchio «Mi sei mancato»

«Lo so» sorrise mentre lo disse, con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro, così evidentemente compiaciuto da incutere un timore inquieto «Il cane va via via addomesticandosi»

«Credi di essere il leader del gruppo?» il mio tono si fece tagliente, ma era solo ironia.

Lui infilò le mani in una delle buste che gli avevo preso e ne estrasse una grossa bistecca rossa e sanguinolenta, involtata in un doppio strato di carta trasparente.

«Certo che sono il leader!» Esclamò

«Si, certo capo!» assentii, senza ombra di riluttanza, di fronte a tutta quella carne dall'odore così forte e delizioso che neppure quell'involto poteva nasconderlo del tutto.

September iniziò a svolgere lentamente la bistecca rossa di bovino, ma lo precedetti: mollai tutto per terra e infilai le unghie nella pellicola trasparente per strapparla rapidissimamente.

«Sei proprio un mostro» Replicò September, fingendosi disgustato e sollevando un braccio piegato di fronte alla faccia «I cannibali si vergognerebbero di trovarsi in tua presenza»

«Io sono cannibale» replicai, prima di strappare un grosso pezzo di carne cruda.

September lasciò ricadere il braccio e mi guardò con la bocca così spalancata che per un attimo temetti dovesse staccarglisi la mascella, poi si ritrasse

«Tu, tu sei cannibale?».

Non riuscii a rispondergli, avevo la bocca piena e stavo sfiorando il paradiso. La sua vocina lamentosa si perse in lontananza.

Ci misi un po' a tornare in me, ma era valsa la pena fare quel viaggio paradisiaco, ma tutt'altro che extracorporeo. Presente "l'estasi dei sensi"? Si, una specie di super viaggio da droga, qualcosa che non si può immaginare in condizioni normali. Quello è ciò che prova un licantropo (o almeno quello che provo io) quando sazia la sua fame, ora non c'è da meravigliarsi che se hanno davvero troppa fame il loro primo pensiero sia assaltare i passanti.

Non tutti hanno un fedele maghetto che gli porta la pappa buona, sapete?

«Ehi, mi stai ascoltando?»

«Si» Borbottai, in risposta alla domanda rabbiosa di Set.

Non mi ero accorta di essere seduta, chissà quanti altri particolari mi erano sfuggiti. Sperai di non aver combinato nulla di particolarmente imbarazzante durante la mia fase di incoscienza.

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