Suonano al citofono, vado a vedere chi è, ma non c'è nessuno. Scendo le scale e trovo ancora una rosa rossa davanti alla porta d'ingresso. Ora non sono solo le mani a tremarmi, non voglio sapere quello che mi scrive, mi farà soffrire, ma allo stesso tempo devo sapere.

Vederti con lui mi fa davvero male, ma me la sono cercata. È solo colpa mia. N.

Saperti con lei è ancora peggio, stronzo! Vorrei rispondergli, ma so che non lo farei mai. Trattengo a fatica le lacrime. Il telefono che tengo tra le mani mi segnala l'arrivo di un messaggio.

Sei così bella da togliermi il fiato stamattina.

Mi guardo in giro, ma non lo vedo da nessuna parte. Stavolta una lacrima scende sul mio viso e non la trattengo, mi appoggio al corrimano per non perdere l'equilibrio.

La macchina di mio fratello svolta l'angolo proprio ora, tempismo perfetto.

Respiro a fondo e cerco di riprendermi, non posso farmi vedere dai miei famigliari in questo stato. Sfoggio il mio miglior sorriso e vado loro incontro.

«Tesorino mio!», saluta mia madre un attimo prima di stritolarmi in uno dei suoi abbracci.

Faccio fatica perfino a respirare stretta nella sua morsa.

«Ciao frittellina.».

L'abbraccio di mio padre è meno violento e i miei polmoni ringraziano.

Abbraccio Marco senza dire una parola, mi bacia sulla fronte e mi stringe forte a sé.

«Si risolverà tutto, sorellina.», mi sussurra all'orecchio.

«Come fai a sapere che c'è qualcosa che non va?», gli chiedo corrugando la fronte.

«Io lo capisco sempre. Ti ha lasciato di nuovo?», domanda a bassa voce.

«È tornato da lei.», rispondo abbassando lo sguardo.

«Che cosa?! Bastardo infame! Se lo becco, gli spacco la faccia!», sbotta alzando il tono di voce.

«Che succede ragazzi?», nostra madre è parecchio allarmata.

«Niente mamma.», fulmino Marco con lo sguardo.

«Quando scadeva il tuo ultimatum?», cerca di calmarsi un attimo.

«Stasera a mezzanotte.».

Solo poche ore e poi deciderò cosa fare della mia vita.

«Cosa hai deciso di fare?».

«Gli ho dato appuntamento al nostro parco, ma tanto non verrà mai.».

Nostra madre sta scaricando un sacco di borsine dalla macchina e mi sto preoccupando. Per un momento smetto di pensare a Nicholas e a tutto il resto.

«Non sarà mica tutta roba da mangiare quella?», sbotto incredula.

«Certo tesoro, sono solo poche cosette.», esclama con aria innocente.

«Secondo te dove pensi che riesca a far stare tutto quello?», indico tutte quelle scatoline, sconvolta.

«Un po' nel frigo e il resto nel congelatore. Stai creando dei problemi dove non ci sono.», mi sgrida.

Ci si sfama un intero villaggio africano con tutto quel cibo! Dovrò portare qualcosa alla mensa dei poveri, non posso mangiare tutto da sola! Questa volta ha davvero esagerato.

«Ho provato a fermarla, ma sai com'è fatta tua mamma.», commenta mio padre stringendosi nelle spalle.

«Lo so bene.», confermo sospirando.

Quello che amo di teWhere stories live. Discover now