Capitolo Dieci

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«Pronto?», rispondo assonnata.
Non ho fatto nemmeno in tempo ad accendere il cellulare, che stava già squillando. Che rottura di scatole. Sono ancora mezza addormentata e non ho voglia di sentire nessuno.
«Sono Nicholas.».
La sua voce rimbomba immediatamente nella mia testa, un milione di campanelli d'allarme si attiva.
«Oh ciao.», saluto sentendomi improvvisamente sveglia e reattiva.
«Ho bisogno di parlarti. Nel parchetto vicino a casa tua fra dieci minuti?», mi chiede.
Non riesco a capire che tono stia usando, non so se devo preoccuparmi o fare i salti di gioia perché vuole vedermi. Mi sta facendo diventare matta.
«Va bene, ci vediamo lì tra poco.», rispondo cercando di rimanere calma.
«Ciao Emma.», riaggancia e io fisso il telefono in stato confusionale.
Ora che cosa sta succedendo? Mi metto la prima cosa che trovo nell'armadio, non ha senso mettermi qualcosa di carino se poi deve dirmi che non ne vuole più sapere di me. Tanto vale essere in pantaloncini e maglietta comoda. Mi spazzolo i capelli e li raccolgo in una coda di cavallo. I dieci minuti stanno scadendo, sono rimasti quelli giusti per raggiungere il parco. Sto tremando dall'ansia, non so cosa devo aspettarmi. Tutto questo mi fa agitare parecchio, ho il cuore che batte a mille e le mani che sudano tremendamente.
Quando arrivo al parco, Nicholas è già lì che mi aspetta. Sembra aver passato la notte in bianco.
«Stai bene?», gli domando preoccupata. «Non hai un bell'aspetto.».
Respira a fondo e mi guarda in un modo strano. Vorrei tanto sapere che cosa gli sta passando per la testa.
«Ho visto il tuo ex uscire da casa tua ieri sera.», afferma cupo.
Mi stava forse spiando?
«Che cosa vuoi sapere? Se ci sono andata a letto?», domando incrociando le braccia al petto.
Annuisce.
«Nicholas, non ne posso più di tutto questo tira e molla. Mi scoppia la testa.», sbotto sedendomi sulla panchina.
«Ti prego, devo sapere.», farfuglia inginocchiandosi davanti a me e prendendomi le mani.
«Non ci sono andata a letto. Lui ci ha provato, ma non ho voluto.», gli confesso affondando le dita tra i suoi capelli, mi manca così tanto stare con lui.
«Ti ha baciato?», continua a fissare le nostre mani unite.
«Sì.».
«Lo rifarai?», chiede guardandomi finalmente negli occhi.
«Era un bacio di addio.», rispondo seccata.
Comincio a non poterne più, respiro a fondo.
«Senti Nicholas, lo vuoi capire che io sono innamorata di te? Non ho bisogno di altri uomini accanto. Se non posso averti, passerò la vita da sola.», tuono con rabbia.
Mi alzo dalla panchina e mi porto le mani al viso. Si alza anche lui e mi raggiunge.
«Non ce la faccio più Nicholas, prima o poi dovrai prendere una decisione. Se non vuoi stare con me, me ne farò una ragione, ma devi scegliere. Questo stato di limbo mi fa diventare matta.».
«Emma, sto incasinando tutto. Perché non riesco ad aprirmi con te? Ti desidero così tanto e sto rovinando tutto!».
Si porta le mani alla testa e va a sedersi nuovamente sulla panchina.
«Sono solo un coglione.», borbotta.
Mi siedo accanto a lui e gli accarezzo il viso. Ho preso la mia decisione, non si può andare avanti in questo modo.
«Ti do dieci giorni di tempo.», gli dico.
Mi guarda confuso.
«Dieci giorni per capire cosa vuoi farne di me. Se dopo questi dieci giorni tu non avrai ancora fatto una scelta, ognuno andrà per la propria strada.».
Le lacrime mi rigano il viso, le asciugo con un gesto rapido.
«Posso vederti in questi giorni?», chiede guardandosi le mani.
«Fai quello che ti senti. Ti amo Nicholas.», lo bacio sulla guancia e corro via più veloce che posso. Deve cambiare per forza qualcosa, con lui o senza di lui, ma almeno saprò come gestire la mia vita. Sono sicura dei miei sentimenti nei suoi confronti, non sono mai stata così sicura in tutta la mia vita. Capisco quanto sia difficile per lui lasciarsi andare completamente all'amore, ma non posso annullarmi per un suo capriccio. Fare l'amore con lui è meraviglioso, ma io ho bisogno di qualcosa di più. Ho bisogno di essere amata, ho bisogno di amore nella mia vita. Sono stanca di non essere mai abbastanza per qualcuno. Mi concentrerò anima e corpo nel lancio del libro di Mattia ora. Se mi distraggo, forse smetterò di pensare a lui, almeno per un po'.
 

Un'ora dopo l'incontro con Nicholas, mi presento in libreria. Mi guardano tutti in modo strano. Mi è cresciuta una seconda testa e non me ne sono resa conto? Sono confusa. Che sta succedendo? Entro in ufficio ed è pieno di palloncini.
«Buon Compleanno Emma!».
Gridano in coro alle mie spalle.
Cazzo! Ero talmente presa dalle mie cose, che mi sono dimenticata del mio compleanno! Si può essere più storditi di così?
«Te ne sei dimenticata, non è vero?», chiede Mattia abbracciandomi forte.
Annuisco commossa.
«Non te ne sei dimenticato.», commento.
«Non avrei mai potuto farlo.», mi sorride felice e mi porge un pacchetto. «Buon compleanno Emma.».
«Non dovevi.», farfuglio imbarazzata guardandolo negli occhi.
«È da parte nostra.», indica anche Davide e Jessica.
Mi tremano le mani per l'emozione. Apro il pacchetto e c'è una bellissima collana con un ciondolo a forma di coccinella.
«Spero ti porti tanta fortuna.», mi bacia sulla guancia.
Lo abbraccio forte e piango sulla sua spalla, non sono più riuscita a trattenermi.
«Non è solo commozione questa, vero piccola?», mormora dolcemente al mio orecchio.
Scuoto la testa.
«Vuoi parlarne?».
«No.», rispondo. Non ho davvero voglia di parlare dei miei problemi di cuore con il mio ex ragazzo.
«Okay.», dice stringendomi forte a sé. «Sarò sempre qui per te se ne avrai bisogno.».
«Grazie.», gli dico asciugandomi gli occhi con le dita.
Abbraccio anche Davide e Jessica e li ringrazio per il bellissimo pensiero.
Come ho fatto a dimenticare il mio compleanno? Mi dispiace non poterlo passare con Nicholas, sarebbe stato davvero il più bel compleanno della mia vita se avessi potuto trascorrerlo con lui.
Sento vibrare il cellulare nella tasca dei pantaloni, mia madre.
«Ciao mamma!», saluto fingendomi allegra.
«Buon compleanno tesorino mio!», esclama lei su di giri.
«Grazie.».
«Come ti senti con un anno di più?», chiede allegra.
Che domanda del cavolo.
«Mi sento esattamente come ieri.», rispondo alzando gli occhi al cielo. Solo con un pezzo di cuore in meno.
«Quando vieni a trovarci?», domanda dopo un attimo di silenzio.
Sapevo che alla fine sarebbe andata a parare lì, conosco bene il mio pollo.
«Perché non venite voi invece? Non siete ancora venuti a trovarmi da quando mi sono trasferita e penso sia il momento ideale», propongo.
Guardo Mattia e si mette a ridere, ha già capito, dove voglio andare a parare. Mi sono sempre divertita a far passar loro un po' di tempo con lui a tradimento, mio padre non lo aveva accolto a braccia aperte. Mi dà il consenso con un cenno del capo.
«Perché che succede?», chiede incerta.
«C'è la presentazione di un libro di un autore emergente molto dotato qui in libreria. Mi piacerebbe ci foste anche voi quel giorno.».
Mattia sta ridendo come uno scemo. Gli dico di darsi una calmata con un cenno della mano, ma non serve a niente. Davide e Jessica ci guardano divertiti, senza capire che cosa stia succedendo.
«Va bene allora, quand'è?», acconsente mia madre.
«Fra dieci giorni.», la informo.
«Ci saremo tesoro.», mi dice lei felice.
«Non vedo l'ora.», sto cercando di non ridere.
«Ancora auguri bambina mia.».
«Grazie mamma, ciao!».
Appena riattacco, scoppio del tutto. Avevo bisogno di una bella risata dopo le lacrime di prima.
«Sei pazza!», esclama Mattia.
«Non oso immaginare che faccia faranno quando ti vedranno!», rido di gusto.
«Secondo me tuo papà mi prende a calci nel culo!», commenta lui abbracciandomi.
«Molto più che probabile!», confermo staccandomi da lui.
Mi sta abbracciando un po' troppo per i miei gusti oggi.
«Stasera ti portiamo fuori a festeggiare. Offriamo noi ovviamente.», Davide mi toglie da quella situazione imbarazzante.
«Grazie ragazzi, mi sono commossa.», mi asciugo gli occhi con un fazzoletto.
La giornata scorre piuttosto veloce. I ragazzi sono stati gentilissimi con me e mi hanno fatto sentire una regina. Verso le cinque Nicholas fa la sua apparizione. Mi batte forte il cuore, come ogni volta che i nostri sguardi s’incontrano. Non riesco a smettere di guardarlo, è più forte di me, lo amo da morire. Scambia due parole con Enrico e poi viene verso di me.
«Buon Compleanno Emma.», mi bacia sulla guancia, a un millimetro dalla bocca. Mi mette tra le mani un bellissimo mazzo di rose rosse.
«Come facevi a sapere che era il mio compleanno?», gli chiedo inebetita. Il mio viso deve essere dello stesso colore delle rose che ho tra le mani.
«Me l'ha detto Enrico.», risponde scompigliandosi i capelli nervosamente.
«Io l'ho dimenticato completamente!», ammetto ridendo.
Voglio stemperare questa atmosfera carica di imbarazzo, vorrei che questo giorno fosse il più spensierato possibile.
«Stai scherzando?», chiede lasciandosi andare in una delle sue bellissime risate. Era un po' che non lo sentivo ridere ed è stupendo.
«Ti sembra possa scherzare su una cosa così importante? Ne va della mia reputazione!», borbotto prendendolo in giro.
«È proprio da te dimenticarti il compleanno.», commenta lui baciandomi la guancia in fiamme.
«Bisogna essere portati anche per queste cose.», mi stringo nelle spalle.
«C'è il tuo ex nei paraggi?», domanda guardandomi in modo strano.
«Devo prepararmi a chiamare il centotredici?», inarco un sopracciglio.
«Scema, non mi permetterei mai. Devo parlargli un attimo.», mi sfiora il braccio e mi prende la mano, stringendola nella sua.
Proprio in quel momento Mattia esce dall'ufficio.
«Eccolo lì, è tutto tuo.», lo indico con un cenno del capo.
«Torno subito.», mi sfiora le labbra con le sue e si allontana. Rimango imbambolata sul posto, non mi aspettavo quel bacio da parte sua.
Enrico mi sta fissando con un sorrisetto stampato in volto.
«Che succede?», chiedo sgranando gli occhi.
«Niente cara.», risponde lui ridendo.
Sbuffo e mi siedo su uno sgabello. Osservo Nicholas e Mattia che parlano educatamente tra di loro, non sembra esserci alcuna tensione. Nicholas si accorge che lo sto guardando e mi sorride, mi strizza l'occhio. Mi sento avvampare immediatamente. Jessica se ne accorge e alza gli occhi al cielo.
«Devi fare qualcosa per questo tuo problema?», mi fa notare con un'espressione che è un misto tra il serio e il divertito.
«Quale problema?», farfuglio con aria innocente.
«Non è normale che diventi rossa in quel modo ogni volta che anche solo ti guarda!», ora ride di me e non è bello.
«Uffa, non lo faccio di certo apposta.», borbotto imbronciata.
«Secondo te potrei piacergli?», mi chiede timidamente dopo un attimo di esitazione.
«A Mattia?», inarco un sopracciglio.
«Shhhh, non così forte! Sei pazza?», mi ammonisce.
Stavolta è lei a diventare paonazza.
«Ora sei tu parecchio rossa.», le faccio notare.
«Okay, non ti prenderò più in giro promesso!».
Continua a sistemare dei libri appena arrivati mentre parliamo.
«Secondo me potresti piacergli.», le dico sinceramente.
Mi guarda con un sorriso enorme stampato in viso.
Quei due stanno ancora parlottando e io mi sto innervosendo. Chissà che cosa si stanno dicendo. Butto fuori tutta l'aria che avevo incamerato nelle guance.
«Chiedigli di venire con noi stasera.», mi propone Jessica dopo un po'.
«Credi che verrebbe?», chiedo poco convinta.
«Perché non dovrebbe?», commenta lei con una scrollata di spalle.
Dieci minuti dopo Nicholas è di ritorno e Mattia è con lui, fa davvero strano vederli insieme.
«Non vi siete presi a pugni a quanto vedo.», esclamo inarcando un sopracciglio.
«No, direi di no.», dice Mattia ridendo.
«Che peccato! Sarebbe stato bello...», lascio la frase in sospeso e scoppio a ridere.
«Da dove sei saltata fuori?», Nicholas scuote la testa e ride di gusto.
«Non lo so, domandalo a mia mamma!».
«Lo farò di sicuro.», mi guarda negli occhi senza smettere di ridere.
«Stasera la portiamo fuori a cena per festeggiare, ti va di venire con noi?».
Mattia mi ha battuto sul tempo, forse è meglio così. Nicholas mi sorride e poi rivolto a lui risponde: «Mi piacerebbe molto.».
«Bene allora, ci troviamo qui davanti per le otto e poi andiamo a fare i bagordi!», afferma Mattia allegro.
«Oh signore santissimo, si salvi chi può! Pazzi in libera uscita!», mi alzo dallo sgabello, facendolo traballare.
Scoppiamo tutti a ridere e mi sento felice. Erano giorni, forse addirittura mesi che non mi sentivo così bene, rilassata.
Nicholas intreccia le sue dita alle mie e mi guarda in un modo nuovo. Non voglio farmi illusioni, tutte le volte che è successo, un pezzo del mio cuore è andato in frantumi. Nessuna illusione stavolta, mi godo solo il momento. Lo bacio sulle labbra, appoggio la testa sulla sua spalla, mi sento bene.
 

Quello che amo di teWhere stories live. Discover now