Dopo essermi allontanato per alcuni isolati dall'appartamento di Kira, mi fermai su un tetto di una casa, facendo avanti e indietro per scaricare la tensione. Quando capii che cosí facendo non avrei risolto nulla, mi misi seduto lasciando le gambe ciondolare e guardare le persone che, tranquillamente, passeggiavano sul marciapiede sotto di me. Lasciai un sospiro che non sapevo di trattenere.

Solo io potevo sapere il vero motivo per cui fossi andato a trovare Kira.
Uno, forse il meno importante, era per restituirle il ciondolo, ma l'altro...
Ah, ma perchè deve essere cosí difficile?
Per la frustrazione, mi alzai e diedi un pugno sul muro; non sentendo nemmeno il dolore.

Quel pomeriggio ero andato lí con l'intenzione di ridarle indietro la collana e di assicurarmi che stesse bene, ma quando l'avevo vista uscire con quel biondino da strapazzo, sentii un calore nel petto, qualcosa che non avevo mai provato prima. Feci in modo di non farmi vedere, mentre lei saliva sulla macchina di quel ragazzo per andare non sapevo dove.
Mi arrabbiai, senza sapere per quale razza di motivo.

Dovevo sfogarmi in qualche modo, quindi, con il suo ciondolo stretto bene nella mano per non farlo cadere, ritornai al rifugio. Mi allenai, o come lo chiamavo io quello "distruggere tutto ciò che mi si parava davanti", facendo qualsiasi tipo di esercizio, per tre ore di seguito, senza mai fermarmi. È stato liberatorio, ma quel calore non voleva proprio saperne di andarsene.
Alla fine, dopo varie riflessioni, decisi di tornare a casa di Kira; infondo dovevo darle la collana. Appena la vidi, però, il ricordo di come quel bamboccio la spogliava con gli occhi mi ritornò subito in mente. Cominciai a farle domande solo per capire se l'avesse trattata bene e, sinceramente, non sapevo perchè il mio essere protettivo venne fuori.
Appena, però, vidi che per lei quella era stata una giornata storta, decisi di tagliare corto e restituirle quello che era di sua proprietà. Ero rimasto però col dubbio se il suo amico si fosse comportato bene.

Si era fatto tardi. Mi diressi, nell'ombra, verso il tombino piú vicino per raggiungere il rifugio, con l'intenzione di andarmene a letto: un po' perché ero stanco a causa di quelle ore passate ad allenarmi, un po' per non pensare a quel sorriso di qualche minuto fa che Kira mi rivolse.

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Kira

La mattina seguente passò in fretta. Andai a scuola e feci quel dannato compito di chimica.
Io e la chimica, o comunque tutte le materie che riguardavano la scienza, eravamo due cose completamente diverse. C'era, forse, la piccola speranza che fosse andato bene. Avevo studiato giorno e notte per quella verifica, doveva essere andata bene per forza.

Appena tornata a casa, mangiai una cosetta e feci subito tutti i compiti che avevo per liberarmi cosí il weekend. Cosa che assolutamente non tolleravo! 
Quando arrivava il venerdí, i professori sembravano gioire, come per dire "bene ragazzi, anche questa volta passerete il sabato e la domenica sui libri" e ci riempivano di compiti fino a scoppiare.
Per questo mi sbrigai a finirli tutti.
Dopo aver controllato che non avessi piú nient'altro da fare, decisi di uscire un po'.
Mio padre stava guardando una partita in televisione, un'altra noiosissima partita di baseball.

«Io non capisco, ma chi è che si guarda questo sport?», dissi non appena feci il mio ingresso in soggiorno.

«Ehm... Io?», rispose retoricamente mio padre alzando la mano e tenendo nell'altra una bottiglia di birra.
Mio padre non era uno che beveva, o per lo meno non uno che beveva sempre, per questo alzai un sopracciglio alla vista di quella bevanda amara.

«Da quand'è che ti piace la birra?», gli chiesi io indicando la bottiglia.

«A me è sempre piaciuta la birra, tesoro, solo non la compro mai perché una confezione da sei bottiglie costa un occhio della testa! - esclamò bevendone un sorso - Questa era in offerta!».

TMNT | You saved meOnde histórias criam vida. Descubra agora