Capitolo 6

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«Allora, cosa devi dirmi di cosí importante da non aspettare neanche domani?», mi rivolsi a Raph dopo essermi ripresa dallo spavento, con voce acida. In quel momento non volevo parlare con nessuno.

Ma visto che si tratta di Raph fai un'eccezione?
Taci, stupido inconscio.

«Chi era quel tizio?», chiese lui a sua volta ignorando la mia domanda.

«Un mio amico, penso...», l'ultima parola la sussurrai ma Raffaello, a quanto pare, aveva l'udito super sviluppato.

«Come pensi?, un tono interrogativo nella sua voce.

«Lunga storia e poi penso non siano affari tuoi», risposi infastidita.

«Ti ha fatto del male?», continuò con le sue stupide domande.

A quel punto allargai le braccia esasperata, «Basta, Raph! Dimmi cosa vuoi e poi vai via. È stata una brutta giornata, voglio solo andare a dormire, chiedo tanto forse?», urlai.

Lui, ancora non convinto se credermi o no, non mi sembrò turbato dal tono che avevo usato; probabilmente doveva esserci abituato.

«Comunque sono venuto a portarti questo», disse allungando la mano per darmi un ciondolo.

Non ci potevo credere, il mio ciondolo.
Come cavolo avevo fatto a non essermi accorta di non averlo piú al collo? E poi quando l'avrei perso?
Era il mio portafortuna ed io non ero stata attenta. Questo gioiello valeva tanto per me e avevo rischiato di non rivederlo piú.

«Grazie, Raph», dissi portandomi la collana al petto e stringerla; non l'avrei piú persa di vista, questo è poco ma sicuro.

«Fa niente. Non so quando ti sia caduto, ma ho pensato subito che fosse tuo, anche perchè nè io nè i miei fratelli portiamo collane o anelli quindi...», disse lui rivolgendo l'attenzione non a me ma al pavimento, forse per paura di farmi arrabbiare di piú?

Mi sentii in colpa all'istante. Non gli avrei dovuto urlare contro, lui non c'entrava niente, anzi, aveva fatto un gesto carino.

«Mi dispiace, non dovevo arrabbiarmi con te. Ti chiedo scusa, ma ho un problema e sono frustrata», mi scusai abbassando lo sguardo.

«Non ti devi preoccupare. Sai che cosa faccio io quando devo sbollentare la rabbia?», scossi la testa.
«Prendo a pugni un sacco da box, finché non mi fanno male le mani. Dovresti provare!», disse con voce squillante e facendo su e giù con la testa, come per provare a convincermi.

«Forse un giorno lo proverò, Raph»,  dissi assecondandolo, non potendo trattenere una risatina al suo entusiasmo quando si parlava di prendere a pugni qualcosa, o meglio ancora, qualcuno.

«Adesso ti saluto, vado a dormire. Ho un compito domani e non voglio sembrare uno zombie in cerca di cervelli». Lui rise semplicemente.

«Oh mio Dio. Non potrei sopportare il fatto di svegliarmi presto tutte le mattine, ma come diavolo fate voi umani?», aggiunse con una smorfia.

«Credimi, non lo so nemmeno io!».

«Va bene, ci vediamo! Ah e ricorda che se vuoi parlare, chiamami quando vuoi. Ciaooo!», disse Raffaello urlando mentre saltava dal balcone al tetto dell'edificio di fronte al mio.
Peggio delle scimmie.
Lo salutai con un gesto della mano e un sorriso sulle labbra.
Rimasi a guardarlo finché non sparí completamente dalla mia visuale. Rientrai in casa e chiusi la portafinestra, cercando di capire come la tartaruga la abbia aperta.

«Oh, mi arrendo...», decisi di infilarmi sotto le coperte e non pensarci piú.

Raphael

TMNT | You saved meNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ