Capitolo 15

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«Maledetto...», ringhiò Tiger Claw. Occhi assetati di sangue, vene della fronte ingrossate a causa del nervoso. Era nero dalla rabbia.

«Raph, pronto a fuggire al mio...», parlò Leo quando la tigre con un balzo stava per avventarsi su di lui. «... via!», con una capriola lo superò, saltando in alto e dandogli un calcio per metterlo al tappeto.

Fece una mossa in avanti per continuare ad attaccare e permettere a Raffaello così di scappare e guadagnare tempo.

«Eh no, non sarà così semplice questa volta», disse Tiger Claw a denti stretti proprio quando la tartaruga lo stava per colpire alla gola e farla finita una volta per tutte.

La tigre raggruppò la poca lucidità che gli era rimasta e con i suoi riflessi bloccò la lama della katana con la mano rimasta, a pochi centimetri dal suo collo.

Fece un ghigno. Gliel'avrebbe fatta pagare cara.

Leo strabuzzò gli occhi. Ma come...

Non si aspettava che rispondesse così prontamente ad un suo tentativo di attaccarlo. Digrignò i denti.

No, no... Maledizione, imprecò.

Gocce di sudore imperlavano la sua fronte. Non aveva davanti un avversario facile ma lui non sarebbe stato da meno.

Provò ad usare allora l'altra katana. Un espressione concentrata contornava il suo viso, come solo un vero leader poteva avere.

Ma Tiger Claw sorprendentemente riuscì a schivare anche il secondo colpo spostandosi fulmineamente di lato tenendo sempre la presa ferrea sulla spada e con un movimento rotatorio, scaraventò Leo contro la parete, formando così delle crepe. Dovette sbattere le palpebre un paio di volte.

Prima di venire scagliato contro il muro, aveva lasciato istintivamente il manico della katana, ancora nelle grinfie della tigre che la lanciò il più lontano possibile.

Era rimasto quindi con una sola spada e a quanto pare Tiger Claw stava avendo la meglio.

«Beh, che ne dici? Sei pronto a dire addio alla tua miserabile vita?», si prese gioco di lui dopo che sputò un po' di sangue. Si pulì la bocca con il dorso della mano.

Raffaello provò ad alzarsi.

Che stava facendo? Era rimasto bloccato a guardare. Alzati, idiota!

«Non provare ad intrometterti», lo fermò la tigre.

«Ora ci penso io a lui ma non ti preoccupare, riconosco il suo valore come degno combattente quindi la sua morte sarà rapida», il tono che stava usando, mentre a passi lenti si avvicinava al fratello, era freddo.

«Tuttavia, se proverai a metterti in mezzo, lo farò soffrire in modo lento proprio davanti ai tuoi occhi», gli disse senza neanche guardarlo.

Raph non gli diede ascolto, provò a mettersi in piedi ma cadde a terra in ginocchio. Strinse i pugni.

Da quando era diventato così debole? Doveva darsi una mossa.

«Ce la fai a camminare?», si intromise Leonardo che era riuscito ad alzarsi. Respirava affannosamente e rivoli di sangue percorrevano la superficie del volto.

«Anche se non ci riesci, fallo lo stesso e scappa», parlò con voce calma ma autoritaria provando a dissuadere il fratello dall'unirsi allo scontro. Non gli avrebbe permesso di arrendersi.

Il rosso lo guardò sconvolto. Come poteva chiedergli di scappare e lasciarlo indietro?

«Non ti ho dato il permesso di parlare», disse Tiger Claw arrabbiato e minaccioso, avvicinandosi a lui.

TMNT | You saved meWhere stories live. Discover now