Capitolo 3

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Mentre ero intenta a guardarmi intorno, nella stanza cominciò a rimbombare la suoneria di un cellulare. «Oh, scusate. È il mio», dissi prendendo il telefono dalla tasca dei pantaloni.

"Papa sta chiamando..."

«Cavolo...», mormorai per poi prendere un bel respiro e rispondere.
«Ciao papà!», dissi cercando di mantenere la calma, anche se il dolore al fianco mi rendeva difficile farlo.
«Dove diavolo sei, signorina? Ti rendi conto di che ore siano? Dovevi rientrare piú di due ore fa», cominciò mio padre con tono arrabbiato ma anche molto preoccupato.
«Uhm, si...scusa papà. Ma...- iniziai a blaterare qualcosa di incomprensibile, cercando di farmi venire in mente una scusa che aveva un senso - ehm...uhm...si...ecco...io ero...».

A quel punto vidi Raffaello prendere un pezzo di carta con una penna. Scrisse qualcosa sul foglio alla velocità della luce, mentre io ero nella confusione piú totale. Me lo diede e mimó con le labbra un "leggilo". Cominciai a leggere e «Ero con una mia amica, Jessica - aggiunsi io il nome, anche perchè esisteva veramente una ragazza di nome Jessica e papà la conosceva anche - siamo andate al parco e poi siamo andate in un bar a bere qualcosa».  Solo in quel momento mi resi conto di aver detto veramente quelle parole. Fulminai Raffaello con lo sguardo che, in tutta risposta, fece spallucce.
Con la coda dell'occhio viti tutti gli altri che se la ridevano sotto i baffi.
Dopo gliela farò pagare, pensai avendo già un piano diabolico in mente.
«CHE COSA? Che ti è saltato in mente? Torna subito a casa, adesso!», tuonò con tono fermo e deciso, come era lui in fondo.
Continuai a leggere il biglietto e «Non posso. Dopo siamo andate a casa sua e Kristin - la madre di Jessica - mi ha invitato a cena e a dormire da loro?», la mia voce assunse un tono interrogativo, mentre guardavo Raffaello con la mia tipica espressione da 'ma cosa hai scritto?'
«Ah, va bene. - disse mio padre con voce sconsolata - A che ora pensi di tornare?».
«Presto. Ho scuola domani, non voglio fare tardi», risposi subito, nascondendo un sorriso.
«Okay, allora. Ci vediamo domani, piccola mia. Saluta tutti!», disse infine, approvando la mia scelta.
«Si papà, grazie. A domani!» e la chiamata finí.

«Mi spieghi adesso dove dovrei andare?», chiesi infastidita, rivolgendomi all'artefice di questo casino. Raph mi rispose prontamente «Semplice, resti qui».

****

«Rifletti. Non puoi uscire da sola, sei ancora troppo debole», disse Raffaello.
«Non è affatto vero. Guarda», gli dissi testarda, alzandomi in piedi ma persi l'equilibrio e, proprio quando stavo per fare una bella visita al pavimento, due braccia possenti mi presero facendomi sbattere contro qualcosa di duro, il petto di Raph.

«Cosa ti avevo detto?», sussurrò lui a pochi centimetri dal mio viso.
«Beh, è un'ottima idea!», esclamò Leonardo, annuendo al piano del fratello sul farmi restare nel loro rifugio.
Udendo la voce di Leo, mi ricomposi in due secondi, con le guance che andavano a fuoco, visto che stavo ancora tra le braccia di Raph. Per un momento mi ero dimenticata della presenza di altre persone (persone per modo di dire).
«Si, siamo d'accordo», risposero in coro Donnie e Mikey.
«Sensei?», Leo si rivolse al maestro Splinter, chiedendo anche la sua opinione, quella piú importante.
«Per me va bene. La cosa che conta è che tu ti rimetta, quindi puoi restare qui», disse guardandomi in modo paterno.
«Grazie», risposi sorridendo dolcemente.

***

Passammo il resto della serata a chiacchierare per conoscerci un po' di piú.
Avevo saputo che anche la quattro tartarughe erano appassionate delle arti marziali; questo l'avevo comunque capito alla vista delle loro armi, però mi era piaciuto stare lí ad ascoltare la loro storia. Era stato Michelangelo, elettrizzato nel parlare con un essere umano, a raccontarmi tutto nei minimi particolari. Gli altri annuivano di tanto in tanto, lasciando il lavoro noioso al fratello piú piccolo.

Dalle parole passarono ai fatti.
Vidi per la prima volta un loro allenamento e rimasi sbalordita dalle loro capacità. Erano veramente bravi e, soprattutto, molto veloci per essere delle testuggini.
Splinter aveva fatto proprio un bel lavoro, pensai.
Mangiammo un po' di pizza: cioccolato e salame, la preferita di Mikey. Beh loro la mangiarono, io mi limitai a bere un po' di latte accompagnato con dei biscotti alle nocciole, offerti gentilmente da Leonardo.

Si fece tardi e andammo a dormire, «Scusate, ma io dove dormo?», chiesi ai ragazzi.
«Potresti dormire nella mia stanza», propose Leo con un sorriso.
All'improvviso Raph disse, con voce piú alta del normale, «Oh, no, no, no! Dormirà nella MIA stanza!», disse rivolgendosi al fratello piú grande con sguardo rabbioso, marcando la parola 'mia'.
Intervenni io «Guardate io posso dormire sul divano, non c'è nessun problema».
«Stai scherzando? Non ti lascerò dormire sul divano», continuò Raph, con lo stesso tono di voce. A quel punto, notai del rossore formarsi sulle sue gote. Le mie labbra crearono un sorriso.
Gli altri guardavano la scena divertiti.

«Ehm...mh...volevo dire che...il divano è troppo scomodo e poi sei nostra ospite, quindi starai nella mia stanza», aggiunse la tartaruga con la maschera rossa, cercando di rimediare ma il suo rossore era aumentato quindi aveva palesemente fallito.
«Oh, ma che carino che sei Raph!», disse Michelangelo, strizzandogli le guance per poi ricevere un'occhiataccia da quest'ultimo. Se gli sguardi potessero uccidere, a quest'ora Mikey sarebbe sotto terra.

«D'accordo ragazzi - iniziai io per cercare di calmare le acque - domani mi devo alzare presto perciò... buonanotte!», alzai la mano in segno di saluto.
«Buonanotte Kira!», risposero in coro Leo, Donnie e Mikey.
Feci per andare nella mia stanza provvisoria quando qualcuno mi prese il polso facendomi cosí rigirare, ritrovandomi, per la seconda volta quella sera, davanti a due perle di colore verde che brillavano. «Buonanotte Kira», ripetè piú piano Raph, per poi andarsene con un sorriso soddisfatto lasciandomi lí, con la bocca aperta per lo stupore e le guance arrossate, come una perfetta idiota.

Ah questi ragazzi.

****
Piccolo spazio autrice

Questo capitolo è stato un vero e proprio parto e non sono nemmeno soddisfatta di come sia uscito.
Scusatemi per eventuali errori, provvederò a correggerli al piú presto.
Alla prossima!
-V.

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