la decisione di Damon

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Damon pov'

L'aria fuori è gelida e io e il ragazzo sulle mie spalle indossiamo solo i pantaloncini da combattimento e inoltre il ragazzo non ha neanche le scarpe da box che, invece, io ho ricevuto da mio padre dopo la decima vittoria.

Sono le tre di notte e io sto vagando verso l'ospedale nonostante sia dall'altra parte della città, in realtà non so cosa fare, se chiamassi l'ambulanza cosa dovrei dire ai dottori? Ma andando avanti di questo passo sto iniziando a non sentire più le mani e ad accusare la stanchezza, il freddo e il peso del ragazzo tutti insieme, in un mix davvero pesante che non so per quanto ancora reggerò; così nonostante i dubbi la scelta si fa da sola, chiamo l'ambulanza.

Quando arrivano sono tentato di scappare ma poi penso a quando io sono stato male, quando sono svenuto a scuola e a Emma, al suo calore, quanto mi avesse aiutato anche solo la sua presenza e allora non scappo; faccio segno all'ambulanza e li aiuto a mettere sulla barella il ragazzo, dopo aver sistemato lui al caldo mi avvolgono in una coperta termica.

Durante il tragitto mi vengono fatte diverse domande a cui io rispondo in modo vago fino a quando non mi obbligano a dirgli in quali circostanze il ragazzo è stato picchiato in quel modo.

Così accampo una scusa, dicendo che eravamo in palestra ad allenarci ed è scoppiata una rissa con l'allenatore, lui si è messo in mezzo ed essendo fra i novelli ha avuto la peggio, ovviamente ho aggiunto che quando lui ha perso i sensi tutti se la sono data a gambe e io sono stato l'unico a cercare di soccorrerlo.

I dottori non sono troppo convinti ma siamo arrivati e devono occuparsi del ragazzo quindi mi dicono solo di rimanere in sala d'attesa.

Dopo una buona mezz'oretta arriva una dottoressa o un'infermiera non saprei dire a parlarmi

Dottoressa: "ciao il ragazzo che è venuto con te ha una costola incrinata ma con un po' di riposo si riprenderà, ora vieni a farti medicare anche tu"

Damon: "non ne ho bisogno piuttosto è sveglio, gli posso parlare?"

Dottoressa: "Oh beh gli antidolorifici lo hanno intontito e prima stava dormendo ma sì puoi andare da lui"

Senza farla continuare la supero e percorro il bianco corridoio fino alla porta da cui la dottoressa era uscita poco prima. Mi avvicino al ragazzo che pare davvero molto giovane così rilassato, non appena mi avvicino sento i suoi respiri farsi più veloci e profondi, immediatamente capisco che sta fingendo di dormire perché è spaventato, prendo la sedia arancione vicino al comodino e metto dell'acqua in un bicchiere.

Damon: "ehi ragazzino dai finiscila, non sono stupido come i dottori di prima, apri gli occhi e bevi l'acqua"

Dico mentre gli porgo l'acqua

Lui ormai smascherato si arrende e apre lentamente gli occhi, io gli avvicino ancora l'acqua come a incitarlo, lui prende il bicchiere e si mette seduto.

Damon: "allora come ti chiami?"

Ragazzo: "perché dovrei dirtelo, vattene, lasciami in pace"

Rimango quasi stupito dal suo tono arrogante ma io uso lo stesso tono con tutti, cercavo solo di essere gentile ma se la mette su questo piano...

Damon: "perché mi sono rotto la schiena a portarti via da quel maledetto bar quindi ora parlerai, non ho fatto tutta quella fatica per sentire le lamentele di un ragazzino che si è quasi fatto ammazzare !"

Ragazzo: " beh non te l'ho chiesto io potevi anche lasciarmi lì"

Damon: "ascolta marmocchio forse non te lo ricordi ma sono io quello che ti ha ridotto così non incitarmi a finire quello che ho iniziato..."

LA LUCE DELLE LUCCIOLEWhere stories live. Discover now