Posso aiutarti.

5.3K 147 32
                                    

Tornammo in salotto dagli altri e, come da routine, ci accomodammo sul divano per vedere un video.
Sul led apparve il volto di Carlo Di Francesco e aveva un messaggio proprio per me.
"Biondo, sei un bravissimo ragazzo, hai un carattere d'oro, mi stai particolarmente simpatico. Questo te lo dico veramente"
Sicuro ora arriva la batosta.
"C'è un problema e lo voglio affrontare da un punto di vista didattico. Questa è una scuola, ho capito che con la musica non ci siamo incontrati." Era partito bene ma con questa premessa non mi potevo aspettare di certo che iniziasse a farmi dei complimenti.
"Parliamo di geometria: tu e la musica siete due rette parallele. La caratteristica delle rette parallele è che non si incontrano mai, come te e la musica".
Dai Carlé poi ti insegno a fare le battute.

Mi voltai verso Emma con una faccia mista tra il divertito e il perplesso. "La prima parte era bella" provò a dirmi con un sorriso.
Inutile dire che non mi trovai affatto d'accordo. La mia è musica a tutti gli effetti, ho sempre pensato di fare musica e non avrei mai accettato un commento simile.
"Dare un'etichetta alla musica è sbagliato" iniziai a dire, non rivolgendomi a nessuno in particolare "non è libertà, non è arte, non è quello che è effettivamente la musica".
Non sopportavo che nel 2018 si potessero fare ancora certi discorsi. Mi ero battuto fin dal primo giorno per poter portare un nuovo genere in Italia e di certo non mi sarei arreso a causa del suo giudizio.

"Per me è sbagliato dire che la mia non è musica" affermai replicando alle parole del professore "non è neanche un consiglio, non capisco proprio il senso di questa cosa" continuai con una smorfia visibilmente stizzita sul volto.
"È il mio viaggio, è l'RnB" spiegai cercando di rimanere tranquillo "è una cosa che è fresca in Italia, è nuova. È una cosa che io sento da quando sono bambino e in Italia non è mai arrivata. Adesso sono arrivato qua e sto cercando di portarla attraverso i miei inediti e non mi pare che le cose non funzionino e che la mia non sia musica" conclusi pacato.

Sono sempre stato convinto dell'idea che non si può piacere a tutti ed evidentemente a lui non sarei mai piaciuto ma non per questo mi sarei disperato.


Parte con Irama

Dopo averci dormito su mi ero decisamente calmato.
Mancavano soltanto tre giorni alla seconda puntata del serale e con gli altri cantanti della mia squadra ci preparammo per la prima fase. Avremmo avuto il piacere di cantare con Gianni Morandi e ovviamente non potevamo farci trovare impreparati.
La corale veniva abbastanza bene, la nostra vocal coach sembrava soddisfatta e quindi passammo velocemente alle nostre assegnazioni singole.


Emma come al solito fu perfetta, riusciva ad arrivare a note altissime e non sembrava nemmeno che si dovesse sforzare per farlo. Ultimamente, poi, aveva acquisito una certa padronanza del suo corpo sul palco ed ero veramente orgoglioso di lei.
Poi toccò a me e cantai 'l'isola che non c'è'. Nonostante appartenesse ad un genere totalmente diverso dal mio, mi piaceva il suono della mia voce in quella canzone e mi sentii soddisfatto del risultato.
"Va bene, ora facciamo 'poetica' " ordinò Raffaella.
Mi avvicinai nuovamente al microfono e fissai un punto davanti a me, mentre percepii chiaramente che la persona a cui era inevitabile dedicare quella canzone mi stesse guardando.
Non ero mai riuscito a guardarla negli occhi quando i testi delle canzoni mi facevano pensare a lei.

Per tutto l'inciso non la degnai di uno sguardo, durante il ritornello, però, mi voltai verso di lei per farle capire che ogni singola parola di quel brano che non avevo scritto io, la dicevo pensando soltanto a lei.
Emma mi rivolse un sorriso di quelli da perderci la testa e immediatamente mi accorsi della mia voce calante e del fatto che ero andato decisamente fuori tempo, a tal punto che Raffaella interruppe la base.
Ma che m'hai fatto Emmì?

"Simo, ma che c'hai?" domandò l'insegnante rivolgendomi un sorriso. In tutta risposta scrollai le spalle e le chiesi di ricominciare.
La base ripartì ma anche quel tentativo non andò a buon fine, ero totalmente assente e non riuscivo a prendere le note giuste.
Sbuffai sonoramente, non potevo permettermi certe distrazioni e sicuramente quello non era il metodo giusto per far cambiare idea a chi mi aveva criticato durante la prima puntata.
"Simone, che succede?" chiese nuovamente, anche se il tono fu decisamente più severo. "Non lo so, mi so' distratto un attimo. Rifamola" proposi stringendo i pugni.
"Emma, è colpa tua? Non è che avete già litigato?" ipotizzò scherzando. "No, non abbiamo litigato" scosse prontamente la testa col sorriso sulle labbra "si emoziona quando mi guarda, ecco perché stona" dissi sollevando il mento e mostrando un sorriso soddisfatto credendo di aver detto un'assurdità.
"Dai, per oggi basta" ci disse la maestra rivolgendosi verso Emma, Irama e Zic "Biondo, vai anche tu ma domani ti voglio molto più concentrato".

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 14, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora