Irresistibile.

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Biondo.
Finimmo di cenare e dal mio tavolo cercai lo sguardo di Emma intercettandolo immediatamente.
Vivere insieme 24 ore su 24 aveva fatto sì che la nostra alchimia e sintonia fosse davvero intensa per essere una coppia che stava insieme da così poco tempo.
Ci bastava un solo sguardo per capirci e sperai con tutto il cuore che avesse intuito quale pensiero c'era dietro al sorriso malizioso che le avevo rivolto.
Osservai Lauren sbuffare e consegnarle la chiave della stanza prima di dirigersi verso la veranda seguita da Daniele. In quel momento non ebbi più dubbi sul fatto che Emma avesse colto immediatamente il modo in cui avrei voluto concludere quella giornata.

Chiusi la porta della sua stanza alle mie spalle, non riuscendo a trattenere delle risatine. "Ma che ti ridi?" domandò Emma sollevando un sopracciglio "niente" risposi incapace di togliermi quell'espressione soddisfatta dal volto "sono felice".
Mi avvicinai a lei e senza che me ne rendessi neanche conto si gettò fra le mie braccia con una stretta potente attorno al mio torace, lasciandosi andare ad un sospiro. "Ti amo" pronunciò dolcemente, sollevando i suoi occhioni su di me.
Mi ero innamorato e non avevo più alcun timore di dirglielo "anche io Emma".
Avvicinai lentamente la mie labbra alla sue, facendo scivolare la mia lingua all'interno della sua bocca senza fretta, volendo assaporare ogni singola emozione di quel momento.
Portai una mano sulla sua nuca approfondendo ancora di più quel bacio in cui erano racchiusi tutta la passione e l'amore che provavo per lei. Con l'altro braccio la attirai verso di me, tenendo ben salda la presa sulla sua vita sottile.
Spostai le labbra sul suo collo e scostò i suoi capelli da una parte per permettermi di baciarla ancora meglio. Il suo respiro si fece sempre più irregolare ed istintivamente sorrisi sulla sua pelle.

Le sue mani scivolarono lentamente dalle mie spalle fino al bordo della mia maglietta, ne afferrò i lembi e sollevai le braccia per permetterle di togliermela con facilità. Si allontanò leggermente da me, alla distanza giusta per poter appoggiare le mani sul mio petto ed ammirarmi con una punta di soddisfazione.
Tranquilla Emmì, sono solo tuo.
"Quanto sei bello!" ci avevo quasi fatto l'abitudine a forza di sentirmelo dire dalle mie fans ma detto da lei aveva tutt'altro effetto su di me.
A volte mi chiedevo davvero come fosse possibile che una ragazza così bella e perfetta come lei, stesse con uno come me.
Era così maledettamente bella che mi aveva letteralmente fatto perdere la testa, inizialmente ero impazzito per il suo fisico slanciato con quelle curve da capogiro e per il suo viso angelico privo di difetti, poi però ero andato decisamente oltre. Non era più solo una questione fisica, andavo matto per ogni singola cosa che le appartenesse.

Con una rapida mossa le sfilai il maglioncino che indossava e subito dopo passai a toglierle il reggiseno di pizzo liberando i suoi seni perfetti che accolsi immediatamente tra le mie mani, senza che riuscissi a collegare quell'azione al cervello. Ormai il mio corpo non rispondeva più a nessun comando, Emma mi faceva perdere totalmente il controllo.
La spinsi delicatamente sul suo letto continuando a baciare la pelle esposta mentre Emma si apprestò immediatamente a togliermi i pantaloni che sentivo stretti già da un po' di tempo.
Subito dopo la imitai e i suoi jeans caddero a terra accanto ai miei e potei finalmente ammirare il corpo più bello che io avessi mai visto in diciannove anni di vita.

Le accarezzai lentamente un fianco mentre le nostre lingue si rincorrevano con urgenza, arrivai all'elastico dei suoi slip e li scostai da un lato, facendo scorrere le mie dita sulla sua intimità e sorprendendomi di trovarla già completamente pronta ad accogliermi.
Una sensazione di soddisfazione si fece largo in me e ricominciai a baciarla con ancora più foga mentre la mia mano continuò a stimolare il suo punto più sensibile. La stanza iniziò a riempirsi dei suoi gemiti e del mio respiro sempre più affannato.
La osservai inarcare la schiena e capii immediatamente che ormai quel sottile strato di stoffa che ci separava era diventato di troppo.
Emma fece lo stesso con i miei boxer e li lanciò sul pavimento della sua stanza, liberando la mia erezione che le fece comprendere quanta voglia avessi di lei.

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora