-Ventesimo-

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«Romani»

C'era voluto un intero giorno di lavoro e di prove, ma ci eravamo riusciti. Quella notte la mia immagine sarebbe apparsa ad ogni singolo legionario romano dell'esercito, Reyna compresa.

Il lavoro che i figli di Ecate e di Ipno avevano fatto era impressionante e con l'aiuto della Casa Nove avevamo ottenuto qualcosa di terrificante e magnifico insieme.

Poi la casa di Afrodite si era offerta di curare "la scena". Dovevamo fare in modo che i romani non capissero chi io fossi. Ero una dea? Un demone? Una serva di Gea? Una mezzosangue greca?
Loro non lo sapevano.

L'enorme schermo piatto attaccato a diverse console di comando ricordava i computer che supereroi e cattivi hanno nei loro covi, nei film.
Ma quello era tutto vero.

La postazione era una sezione del Bunker Nove, separata da quella centrale. Lì i figli di Afrodite avevano fatto miracoli: sembrava di essere in mezzo al bosco.

Io indossavo la nuova tuta, come un altro paio di miei fratelli che erano già riusciti a riprodurne il progetto.
Un mantello confondeva la mia figura e un cappuccio copriva il mio volto.

Tutti gli altri semidei erano lontani dal monitor e dai comandi, in modo che fossi l'unica presenza visibile nel sogno collettivo che stavamo trasmettendo.

«La vostra guerra è persa» continuai con quella voce modificata, come se stessi parlando attraverso il metallo fuso.
«Ritiratevi e nessuno morirà. Aiutati i greci nella guerra contro la Madre Terra e forse il mondo non verrà distrutto.»

Un lampo mi passò dietro la testa. Mi chiesi come avessero fatto, ma non mi feci fermare da quell'effetto speciale.

«I greci non vogliono spargimento di sangue. Ma se saranno costretti, vi sguinzaglieranno contro tutto ciò che possiedono.»

Poi, senza preavviso, presi fuoco.
Il mantello si sollevo da terra come alzato dal vento e la mia tuta brillò. Nello schermo potevo vedere ciò che vedevano i romani in sogno e se non avessi saputo che quella ero io mi sarei spaventata.

Gli occhi stavano brillando sotto il cappuccio, in mezzo alle fiamme.
La mia voce si fece ancora più metallica.
«Non sfidate la sorte»

Jake staccò la comunicazione.
Io spensi le fiamme e il mantello ricadde un po' bruciacchiato lungo il mio corpo. Ci fu qualche istante di silenzio, poi tutti cominciarono a gridare, applaudire e fischiare.

Ci eravamo riusciti, era incredibile.

Mitchelle scese dagli scalini che portavano alla passerella rialzata e mi corse incontro.
«Sei stata magnifica!» esclamò prendendomi il viso tra le mani.

Mentre si piegava a baciarmi i suoi occhi brillavano di orgoglio.
Il cappuccio scivolò giù dal mio viso e altri ragazzi fischiarono mentre io sorridevo sulle labbra del mio ragazzo.

Era probabilmente la cosa più difficile che avessimo mai provato al Campo, ma il sogno era arrivato veramente. Chissà in quanti si erano già svegliato ansimando, scossi dalla paura o dall'incredulità.

Se non lo avesse fermati, la visione avrebbe almeno rallentato l'avanzata dell'esercito. Tutti avevano visto la tuta metallica e il modo in cui avevo preso fuoco senza problemi.
Non ero più l'arma segreta dei greci, ma questo non mi impediva di sorprendere il mio nemico.

Jake prese il controllo della situazione.
«Domani mattina figli di Ecate e di Iride dovrete tornare qui. Lola fatti una dormita, te la meriti.»

Io sorrisi a mio fratello e uscii dal Bunker insieme a Mitchelle, mano nella mano.
«Sei davvero fantastica»
«Lo se, chico» risposi io sorridendo

Il sorriso di Mitchelle si spense.
«Tutto bene?»
«È solo...tu sei fantastica e se vinceremo questa guerra sarà anche grazie a tutte le tue idee.»

Io abbassai lo sguardo sentendo le guance scaldarsi.
«E se ce ne rendiamo conto noi, lo capiranno anche gli dei. Lola, io non voglio che una qualche divinità di costringa a partire per una missione rischiosa. Io...»

Il ragazzo mi strinse la mano. «Io non potrei mai pensare di perderti»
Un largo sorriso si aprì sul mio volto.

Mi alzai sulle punte e gli lasciai un bacio sulla guancia. Nonostante stessimo insieme già da un po', lui arrossiva sempre quando lo facevo.

«Sei il miglior ragazzo che io abbia mai incontrato»
Lo vidi esitare. Stava pensando qualcosa, qualcosa che lo turbava molto.

Non era la prima volta che aveva quell'espressione ed ero arrivata alla conclusione che ci fosse qualcosa contro cui stava lottando, una convinzione che doveva smentire a se stesso più che a me.

«Anche...anche meglio di Luke?»

Ci misi qualche secondo a realizzare.
Poi sentii una specie di calore scaldarmi il petto.
Era davvero questa la sua paura?
Di non essere all'altezza di Luke?

Gli presi l'altra mano e lo baciai.
Mai come in quel momento mi ero resa conto di quanto io volessi per il figlio di Afrodite.

«Molto meglio»





Amatemi
HO INIZIATO IL SANGUE DELL'OLIMPO
IL CHE VUOL DIRE CHE POTRÒ TORNARE AD AGGIORNARE PIÙ SPESSO GENTE
LOLA È TORNATA BITCH.

||La Figlia Del Fuoco|| Completa ||Where stories live. Discover now