Solo un sogno in carne ed ossa

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L'uomo dai capelli neri guardò di nuovo verso di me

«Allora, facciamo quello che dobbiamo fare?».

Mi alzai lentamente, senza riuscire mai a staccare davvero lo sguardo dal suo ghigno

«Se intendi distruggere Lilith, si, facciamolo...»

«Oh si...» la sua voce si perse per un istante in un sussurro sognante e in una lingua sconosciuta, poi si rialzò di tono «E tu che ne pensi, Sara?».

Un ruggito terrificante si levò da dietro di lui, lontano, poi dalle tenebre emerse una massa caracollante di muscoli e pelo giallo. Conoscevo anche lei, era incredibile... era la bestia che mi aveva quasi uccisa nell'ambulatorio del dottor Staretti, quella che aveva morso Cuscino e lo aveva trasformato in un licantropo.

I suoi occhi gialli, pieni di odio, gli occhi che non avrei scordato mai, erano fissi sul corpo di Lilith.

«Allora, lupi, combattiamo?» L'uomo dai capelli neri si portò una mano ad un fianco.

Non mi ero accorta che possedesse una spada, seppure fosse enorme, un vero spadone medioevale di quelli giganteschi e apparentemente impossibili da impugnare per una persona normale, con la lama spessa. Da cartone animato. Comunque, quando lo estrasse, lo maneggiò come se non pesasse più di uno spiedino, con disinvoltura. No, non era umano.

«Vlad...» Lilith lo disse in un sussurro mieloso, sporgendo un po' in fuori le labbra «Come al solito sei un ingenuo stupidino. Prost. Naiv vampir, Slaba copil...»

«Che dice?» chiesi

«Niente di importante» l'uomo che doveva chiamarsi Vlad conficcò la punta dello spadone nel terreno e ci si appoggiò «Ha solo detto che sono un povero piccolo vampiro ingenuo»

«Tu... tu sei un vampiro?» la sorpresa mi divorò.

Un vampiro? Quell'uomo meraviglioso poteva essere un vampiro? E dov'era andata a finire la puzza dolciastra di cadavere, dov'era andata a finire la sua fierezza esagerata, e le sue manie di grandezza, l'odio verso i licantropi e tutto il resto?

Sembrò attendere che mi riprendessi dallo shock prima di replicare

«Purtroppo si, sono davvero un vampiro... ehi, ma dove diavolo...» il suo sguardo saettò altrove, le zanne si scoprirono fra le labbra esangui, sfilò lo spadone dal terreno e si lanciò di corsa verso Lilith.

Lei stava scomparendo, inghiottita dalla terra, la parte inferiore del suo corpo sembrava sciogliersi a contatto con il terreno secco man mano che andava più giù, diventando una poltiglia nera che veniva assorbita dalla sabbia. E nel frattempo rideva, sghignazzava nel suo modo vuoto e orribile

«Poveri ingenui... sono dispiaciuta per voi, ma trovo davvero che parliate troppo di azione e ne facciate ben poca. Se solo mi foste arrivati alle spalle, in silenzio...».

E con un rumore di risucchio finì completamente sotto terra e scomparve. Vlad si fermò nel punto dove prima c'era stata la vampira e mi aspettai che anche lui si trasformasse in qualcosa e la inseguisse sotto terra, ma lui rimase semplicemente a guardare verso il basso con una faccia desolata

«Inizio a credere davvero di essere ingenuo...» mormorò, poi rinfoderò la spada con un movimento rapido e ampio, drizzò le spalle e guardò verso di me. O almeno credetti che guardasse verso di me, perché all'improvviso un ruggito di quelli da far rabbrividire esplose alle mie spalle.

Cuscino saltò su e scappò fra le braccia di September, io mi voltai, accorgendomi di avere il fiatone e un mezzo infarto. Iniziai a sudare freddo, sapevo che da lì a poco i vestiti mi si sarebbero incollati addosso.

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