La gelosia (parte quarta)

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Il giorno seguente il cielo era molto scuro, un forte vento sferzava gli alberi e piccole gocce di pioggia cominciavano a cadere

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Il giorno seguente il cielo era molto scuro, un forte vento sferzava gli alberi e piccole gocce di pioggia cominciavano a cadere.

Dopo qualche minuto, il forte suono di un fulmine svegliò il mondo.

Dopo aver terminato la colazione, un gustoso piatto di fĕr, il ragazzo si strofinò gli occhi, ancora semichiusi per il sonno.

Appoggiò un gomito sul tavolo e pose la testa su una mano, contemplando il tessuto violaceo che ricopriva la superficie. "Ora andiamo da mamma?"

Il commissario annuì, lavando i due piatti. "Certo, come tutte le mattine. Hai dormito bene stanotte?"

"Insomma..." commentò Pip, soffocando uno sbadiglio.

Il poliziotto chiuse l'acqua del lavello e si voltò verso il ragazzo. "Dal tuo viso stanco sembra che tu non abbia chiuso occhio!"

Il ragazzo annuì, massaggiandosi il collo. "Infatti è così. Mi manca mamma. Spero solo che stia bene e che ritorni a casa il prima possibile."

Ben sorrise e asciugò i piatti. "Tranquillo, è solo una questione di giorni: tua mamma si sente molto meglio e tra poco sarà dimessa!"

"Io non potrei..." cominciò il ragazzo, ma si stoppò.

"Cosa?" domandò il commissario per incalzarlo.

Pip allungò entrambi i gomiti sul tavolo e appoggiò la testa nell'incavo tra le due braccia. "Io ho visto quello che ha fatto quella sera. È corsa verso di me... Era pronta a saltare il fiume per raggiungermi... Lei non si merita questo, è troppo speciale per me."

Il commissario si sedette al tavolo e Pip rialzò il capo. "Stanotte mi sono chiesto cosa sarebbe successo se io fossi stato al suo posto. Se io fossi dall'altra parte del fiume e vedessi mia madre in pericolo, come mi comporterei? Correrei verso di lei? Sarei disposto a saltare quel dannato fiume? O forse fuggirei spaventato?"

Sbuffò e, per la vergogna, si coprì il volto con le mani. Era imbarazzato per quelle parole, per quelle domande solo all'apparenza banali.

"Io ho paura perché... temo che mi sarei comportato diversamente. Forse sarei scappato il più lontano possibile e..."

S'interruppe per cercare di arginare le lacrime che stavano per uscire dai suoi occhi ancora assonnati.

Ben gli accarezzò un braccio. "Pip, non devi sentirti in colpa..."

"Se io non fossi salito su quel dannato aeroplano, se io..."

"Ti prego, ora basta pensarci, okay? Ora tua mamma sta bene e tra qualche giorno sarà dimessa. Tutto si è concluso nel migliore dei modi."

Con le dita il commissario gli sfiorò una guancia, provocandogli un piccolo brivido con la mano fredda per il contatto con l'acqua gelata fino a poco tempo prima.

Chiave: verità e menzognaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora