Un raggio di sole di nome Caroline

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Una giornata cominciata male poteva finire ancora peggio. Erano le quattro del pomeriggio e un forte vento batteva contro la finestra dello studio del Comandante. Pip era seduto con lo sguardo assente e il commissario Luke si guardava intorno in cerca di una via di fuga.

All'improvviso i due lupi balzarono fuori dagli scatoloni e provarono a consolare il ragazzo. Appena l'uomo li vide, sorrise: "Da dove vengono?" Il giovane mentì: "Non lo so..." Luke gli si avvicinò: "Se non ti conoscessero, non si avvicinerebbero!" Pip lo guardò negli occhi e dopo aver abbassato lo sguardo, gli spiegò di averli reclutati per difendersi. Il commissario rimase stupito. Voleva rimproverarlo per il suo gesto, ma non c'era tempo. Vide una pianta dell'edificio appesa al muro e delle bombolette in mostra su uno scaffale. Si girò verso Pip: "Forse non moriremo: ho in mente un piano per fuggire!" Incurante il giovane rispose: "Troppo tardi: le guardie saranno qui tra pochi secondi, piomberanno in questa stanza e ci uccideranno." Ormai si era già arreso all'idea. L'uomo scosse la testa e gli prese le mani: "Fidati di me! Adesso devo trascinare un mobile pesante verso la porta e poi ti spiego!" Il commissario spostò un divanetto e dopo continuò: "L'edificio ha un unico condotto di aerazione che passa per tutte le stanze e corridoi. Attraverso esso si muoveranno i due lupi con queste bombolette che contengono gas soporifero: le lasceranno in determinati incroci del condotto in modo che le guardie si addormentino. Non ho trascurato il fatto che possa funzionare anche con noi, quindi dobbiamo tenere tappato il naso fino all'uscita." Dopo aver spostato i due scatoloni e dei mobiletti contro la porta, Pip obbiettò: "Anche i lupi correranno il rischio di addormentarsi..." Il commissario scosse la testa affermando che non avrebbe funzionato con gli animali. Pip spiegò la situazione a Limbrack e a Ugranith ancora sotto l'effetto del flauto.

Dopo qualche secondo sentirono battere dall'esterno e i cuori del ragazzo e dell'uomo sobbalzarono. Con l'aiuto di alcune sedie una sopra l'altra i due lupi entrarono nel condotto trasportando tra i denti le bombolette. Seguirono gli ordini di Pip: arrivati a un incrocio, le aprirono con le zampe e tornarono indietro. Il giovane guardò con attenzione la porta per entrare nell'ufficio e pregò che non cedesse.

Dopo qualche minuto le guardie si addormentarono tra i lamenti. Luke uscì piano dalla stanza assicurandosi che il pericolo fosse scampato e poi corsero fuori dall'edificio insieme agli animali. Il ragazzo però non riuscì a tenere tappato il naso e svenne.

Quando si risvegliò, il sole tramontava e il commissario guardava l'orizzonte di colore rosa oltre gli edifici della città distrutta. Il giovane si sedette: "Grazie per avermi salvato. Non me lo meritavo..." Il commissario si avvicinò: "È giusto che ti sfoghi perché stai passando un momento difficile. Sei un ragazzo forte e sono sicuro che d'ora in poi affronterai gli ostacoli della vita con un nuovo spirito." Pip scosse la testa: "Sono crollato per la disperazione. Non capisco: ho passato tredici anni sereni e felici con la mia famiglia a Veen e adesso sto affrontando un periodo complicato soltanto perché inseguo un sogno. Forse era meglio se fossi restato a casa a vivere giorno per giorno la mia esistenza." Luke cercò di confortarlo: "Non si può cambiare il passato, ma solo il futuro: ti giuro che proverò con tutte le mie forze a salvare tua madre!" Il ragazzo si alzò dicendo di non volere delle promesse, ma certezze: "La mia vita non ha senso senza di lei." Luke esclamò: "Mi dispiace. Il capo mi ha affidato il caso dei Cartici e collaborerò con le forze militari di Luang Prabang." Pip lo fermò: "Aspetta. Prima ho sognato Ben: voglio andare al cimitero. Non ho potuto essere presente al suo funerale e ho il desiderio di parlargli un'ultima volta." Luke sorridendo annuì.

Il cimitero si trovava sopra una montagna in uno spazio isolato, dove pregare con tranquillità. Il commissario chiese al custode di aspettare prima di chiudere il cancello principale e l'uomo acconsentì. Luke accompagnò Pip tra le lapidi e appena vide quella di Ben, si fermò indicandola al ragazzo. Lui guardò la sua foto incastonata nella pietra. Nonostante tutto, il signor Bao sorrideva con la stessa forza e tenacia di quando era in vita. Il giovane si inginocchiò e chiese scusa: "Quel giorno avrei dovuto fermarla. Il tuo sguardo era vuoto, spento. Ancora oggi mi chiedo perché sono restato lì a guardarti senza reagire. Forse non volevo interferire con il destino. Adesso puoi riposare in pace: mamma ha ucciso Bet e ormai hai avuto giustizia."

Chiave: verità e menzognaWhere stories live. Discover now