La gelosia (parte terza)

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Strinse il colletto della camicia e cominciò ad agitarlo, in evidente stato di ansia

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Strinse il colletto della camicia e cominciò ad agitarlo, in evidente stato di ansia. "Ti prego, è importante quello che ti sto dicendo." Si girò verso di lei e continuò: "Per me non è facile, ma non possiamo andare avanti così. Siamo arrivati a un punto della nostra relazione in cui abbiamo raggiunto un bivio: o costruiamo qualcosa di solido, o dovremo allontanarci per incompatibilità caratteriali."

Aveva espresso quell'aut aut guardandola negli occhi per osservare la sua reazione a ogni sillaba.

Lei sbatté più volte le ciglia, forse per evitare di lasciare che le lacrime le segnassero il viso.

Si abbassò e sospirò.

Ben proseguì con decisione: "È ormai da mesi che la nostra relazione è monotona. La passione iniziale si è pian piano spenta a causa della quotidianità. Vederci tutti i giorni, scoprire i difetti l'uno dell'altro, le continue litigate per questioni futili. Tutto questo sta opprimendo ciò che di bello stavamo costruendo. L'emergenza in collina doveva essere la prova della verità, per noi. Stare lontani ci avrebbe aiutati a comprendere meglio chi e cosa volevamo, anche per intraprendere una possibile convivenza. Io l'ho capito."

Lei alzò lo sguardo, aspettando che lui continuasse il discorso.

A quell'ultima frase non ne seguì un'altra e l'infermiera rimase in attesa, anche se ormai era chiaro ciò che stava succedendo. "Relazione monotona, incompatibilità caratteriali, prova della verità. Ti sei per caso preparato questo discorso davanti allo specchio?"

Ben sbuffò e a causa del caldo si slacciò i primi bottoni della camicia. "Ti prego, Bet, non è questo il momento per scherzare. È una situazione delicata. Non puoi sminuirla!" Cercò di riprendere il filo del discorso e, dopo aver deglutito la poca saliva che gli era rimasta in bocca dopo quelle parole, continuò: "La mia scelta sarà una liberazione per entrambi, ci permetterà di vivere tutto in modo più tranquillo. Siamo arrivati a un punto della nostra vita in cui dobbiamo costruire qualcosa di solido con la persona che amiamo e..."

"Sì!" esclamò di colpo l'infermiera, mostrando un sorriso raggiante. Si voltò verso di lui e gli accarezzò una guancia. "Non vedevo l'ora che me lo chiedessi, ma ti vedo un attimo in difficoltà, quindi ho pensato di anticipare le tue mosse. Sì, sì e ancora sì! La mia risposta sarà sempre questa perché ti amo da impazzire!"

Si slanciò verso di lui e afferrò il suo volto con passione per lasciargli un lungo bacio sulle labbra.

Lui cercò di ritrarsi, ma ormai le distanze tra di loro si erano annullate.

"Credo che... tu abbia... frainteso..." biascicò cauto, come per fermare quel bacio non desiderato.

Lei cominciò a baciargli il collo. Sapeva perfettamente che quello era il suo punto debole.

Lui aprì la portiera dell'auto, quel momento stava diventando troppo incandescente per i suoi gusti. E non solo per il caldo.

Lei si fermò e lo guardò, spostandosi i capelli scarlatti su un lato. "Ma non dobbiamo partire? Avanti, andiamo, dobbiamo festeggiare!" Gli mise una mano sulle ginocchia e continuò a baciarlo in modo poco casto sulla guancia. "Non vedo l'ora di essere tua moglie, Ben. Solo a quel punto la mia vita sarebbe pienamente realizzata!"

Chiave: verità e menzognaWhere stories live. Discover now