Un'attrazione fatale (parte terza)

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Lui rispose allo stesso modo: "Sa meglio di me che in stazione sarebbe stato difficile rintracciarvi

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Lui rispose allo stesso modo: "Sa meglio di me che in stazione sarebbe stato difficile rintracciarvi. Sarebbe stato come trovare una piuma in un deserto."

"E perché ci ha convocati qui? Mio figlio si è spaventato..." ribatté, sicura di sé.

"Davvero non lo immaginate?" domandò lui, guardando i fogli che aveva stampato.

Aura sbottò: "Senta, sto cominciando a innervosirmi. Io e mio figlio vogliamo riprendere il nostro viaggio. Abbiamo appena perso un treno e non sappiamo ancora quando potremo prenderne un altro. La prego di parlare con chiarezza perché non voglio sprecare altro tempo!"

Il suo tono di voce si era leggermente alzato per mascherare la paura che stava provando in quel momento. Sapeva perché li aveva chiamati, ma doveva negare tutto. Non poteva permettere che la polizia entrasse in possesso del flauto.

L'uomo sospirò, massaggiandosi il mento. "Dove eravate ieri sera?"

Aura rispose senza un minimo di esitazione: "Siamo usciti dall'hotel in cui abbiamo alloggiato, ma siamo rimasti nelle vicinanze. Non volevamo allontanarci troppo perché non amiamo i luoghi affollati. Vero, Pip?"

Il ragazzo alzò gli occhi verso la madre e poi guardò il commissario, che lo stava osservando con sguardo attento.

Abbassò la testa e cominciò a giocare con le dita per il nervosismo. "Sì, è... vero..."

Non riusciva a sostenere gli occhi inquisitori di Ben. Il suo sguardo non lo metteva in soggezione, ma si sentiva a disagio per il fatto di dover raccontare una bugia.

Ben guardò il ragazzo, consapevole che non fosse sincero.

Prese i fogli che aveva appena stampato e li fissò per un attimo.

Pip e Aura seguirono i suoi movimenti con lo sguardo, come se fossero ansiosi di sapere cosa stava pensando.

Il commissario posò i fogli sulla scrivania e li mostrò alla donna. "Riconosce queste persone?"

Aura li prese subito, con un tuffo al cuore, impedendo a Pip di guardarli.

Osservò quelle foto cercando di mascherare il nervosismo e poi li posò di nuovo. "So dove vuole arrivare, commissario. Crede che io e Pip siamo le due persone raffigurate."

"Perspicace" commentò Ben, ironico. Mise le mani conserte e appoggiò la schiena sulla sedia in pelle. "Mi sto sbagliando?"

Aura spostò i suoi capelli corvini, che le stavano cadendo sugli occhi. "Quei due non siamo noi. La foto è sgranata e le figure ritratte sembrano più robuste di me e Pip."

Mise anche lei le braccia conserte, sperando che il commissario le credesse. Sapeva che se l'uomo avesse insistito, avrebbe finito per scoprire tutta la verità, e lei non poteva permetterlo.

Sul volto di Ben comparve una smorfia e mostrò le foto a Pip. "Riconosci queste persone?"

Il ragazzo guardò con attenzione le immagini.

Chiave: verità e menzognaWhere stories live. Discover now