Il flauto magico (parte quinta)

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Dopo aver terminato il lavoro, Pip si sfregò le mani e commentò: "Ora devo proprio andare

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Dopo aver terminato il lavoro, Pip si sfregò le mani e commentò: "Ora devo proprio andare. È stato bello fare una chiacchierata con lei!"

Il negoziante sorrise e alzò una mano. "Un attimo... e se ti insegnassi a leggere l'ora? Intendo solo guardando l'orologio, senza osservare il sole o la luna."

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, spiazzato da quella richiesta. Abbassò lo sguardo e si passò nervoso una mano tra i capelli. "Beh, sa come la penso... poi lei avrà altre cose da fare, non voglio disturbarla..."

Jim non volle sentire obiezioni: "Oggi sono libero, non ci sono clienti. Ti insegno con piacere, credimi."

Accompagnò quelle parole con un radioso sorriso incorniciato dai baffi grigi.

Il ragazzo spostò il peso nervosamente da un piede all'altro. "Jakob si preoccuperà nel non vedermi tornare. È una persona molto precisa e non tollera ritardi."

"Me la vedrò io con lui, sta' tranquillo" commentò l'orologiaio, tentando in ogni modo di controbattere ai dubbi del ragazzo.

Pip si lasciò scappare una smorfia, poco convinto. "Finora non ho avuto particolari problemi nel sapere che ora fosse e poi a casa non abbiamo uno di questi cerchi, per me è inutile imparare a comprenderli."

Jim avanzò di qualche passo verso l'orologio con la piuma azzurra che il ragazzo, pochi minuti prima, aveva osservato con tanta attenzione. "Ti piace questo, no? Beh, è tuo!"

Lo staccò dalla griglia e lo mise sul bancone.

Pip rimase a bocca aperta di fronte a quel gesto: nessuno gli aveva mai regalato qualcosa, a parte i suoi genitori. Perché quell'uomo si comportava così? Prima lo chiamava caro e poi gli faceva un dono, seppur non molto gradito. Cosa si nascondeva dietro a quei gesti di affetto? Doveva esserne lusingato o averne timore?

Jim notò la preoccupazione danzare sul volto perplesso del ragazzo e domandò, mentre sistemava il regalo in una busta: "Non ti piace?"

Pip dissentì e, sentendosi in soggezione, balbettò: "È solo che non sono a-abituato a certe attenzioni nei miei confronti. Insomma, non credo che lei regali orologi a tutti i suoi clienti."

Jim annuì sorridendo e, mettendo il regalo nel carretto, spiegò: "Hai ragione, ma tu mi ricordi una persona molto speciale che non vedo da tanti anni. O forse sto solo invecchiando!"

Pip sorrise per quell'ultima affermazione, lusingato per ciò che l'uomo aveva detto: per un attimo si sentì importante.

"Non posso costringerti a saper leggere l'ora guardando un semplice orologio, se non vuoi non importa. Me ne farò una ragione."

Il tono malinconico con cui aveva impreziosito quelle parole provocò un caldo brivido nel cuore di Pip. "No, beh... in fondo ha ragione. Potrebbe sempre tornarmi utile, no?"

Chiave: verità e menzognaWhere stories live. Discover now