Allenamenti

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--- Villaggio di Kokoyashi ---

Hatchan rimase sbalordito dalla richiesta fatta da Nami.

Hatchan: "Nami rischieresti di farti male".

Nami: "Ma no stai tranquillo. E poi nei miei viaggi incontrerò molti pericoli e se non sarò forte rischierò di non poter più disegnare mappe per Arlong".

Hatchan: "Ah- hai ragione. Non ci avevo pensato. Seguimi allora".

Si diressero verso l'armeria.

Hatchan: "Ok Nami scegli un'arma con la quale vuoi imparare a combattere".

Nami osservò la stanza. C'erano armi di tutti i tipi. Dalle spade, alle lance, ai pugnali. Si guardò intorno e raccolse un bastone.

Hatchan: "Ma Nami il bastone non è molto efficace. Prendi una spada come me. È molto meglio".

Nami: "No grazie Hachi. Preferisco il bastone. Non voglio fare del male a nessuno. Devo solo imparare a difendermi".

Hatchan: "Capisco... bene, iniziamo subito le lezioni allora".

L'inesperienza di Nami era evidente, ma grazie alla sua intelligenza, ben presto aveva imparato le basi e le sue abilità crescevano di volta in volta.

Hatchan: "Sei molto veloce, è una buona cosa ma devi allenarti sulla forza fisica. Noi uomini pesce siamo avvantaggiati perchè ne abbiamo dieci volte tanta già alla nascita, ma tu dovrai lavorare molto più dei tuoi simili perchè sei una ragazza umana. Ti aiuterò anche su questo ma sarà molto faticoso".

Nami: "Non è la fatica che mi spaventa. Voglio che non ci andrai leggero con me e farò tutto ciò che mi dirai".

Gli allenamenti erano estenuanti, ore di nuoto, pesi, tecnica col bastone, corsa... Nami proseguiva senza mai fermarsi, quando il corpo non riusciva a andare avanti, la forza di volontà le dava la spinta necessaria.

Hatchan era orgoglioso della sua giovane allieva. Naturalmente partiva svantaggiata, ma ogni limite che quella bambina si trovava di fronte, riusciva a superarlo.

Tutto procedeva bene ma una mattina, durante lo svolgersi di un allenamento, Chew li interruppe.

Chew era un ufficiale della ciurma di Arlong. Uomo-pesce di tipo pesce arciere. Aveva tutta la pelle di colore blu con dei capelli biondi. La cosa che più risaltava del suo aspetto, oltre alle alle guance pezzate di rosso, erano le sue labbra molto sporgenti e lunghe.

Chew: "Così vuoi diventare un combattente? Io dico che non hai speranze. Vediamo cosa sai fare".

Hatchan intervenne: "Aspetta Chew, Nami non è ancora pronta per..."

Chew: "Stai zitto Hatchan. Nessuno ti ha interpellato".

Nami si avvicinò e si mise in posizione di combattimento mentre Chew rimase immobile con le braccia incrociate e un sorrisetto sulla faccia.

La ragazza scattò cercando di colpirlo col bastone, ma lui schivò facilmente facendola inciampare.
Subito lei si rialzò e ripartì all'attacco fintando un pugno e tentando di colpirlo sul fianco con un calcio ma questa volta l'uomo-pesce parò con il braccio e la spinse via.

Chew: "Ahahah. E questo lo chiami combattere? Non potresti nemmeno sopravvivere un secondo contro un vero avversario. Sei debole come tutti quelli della tua specie. Debole come tutti gli umani e come tua madre".

Sentendo quelle parole Nami si girò e lo guardò con occhi pieni d'odio. Le ritornarono alla mente le immagini di Bell-Mère derisa e uccisa dagli uomini pesce, che scherzavano di fronte a tanta disperazione. Quelle stesse immagini che una bambina non avrebbe mai dovuto vivere, ma che a lei invece apparivano chiare nella testa.
Si concentrò sull'avversario, piegò le gambe e scattò verso l'ufficiale. La sua velocità era aumentata, tanto che prese alla sprovvista Chew. Come lui tentò di parare il pugno, lei scomparve e gli riapparì alle spalle.
Il bastone centrò in pieno la guancia dell'uomo pesce, che cadde di lato stupefatto.
Chew: << Di cosa è fatto quel bastone? Di ferro? >> .

Nami atterrò compiaciuta dell'avvenuto.

Chew si girò furioso. "Piccola impertinente. Schiva questo se ci riesci!!!" E si lanciò verso la bambina.

Nami era in posizione di difesa, attenta ad ogni movimento dell'avversario. Vide arrivare Chew pronto a tirarle un pugno. Dentro la sua testa quell'attacco era chiarissimo, anche un cieco lo avrebbe potuto schivare, infatti si abbassò un attimo prima dell'arrivo del colpo.
Chew roteò sul proprio piede e le tirò contro un calcio potente. Anche questa volta Nami lesse le intenzioni dell'uomo pesce, ma i riflessi non furono rapidi quanto l'avversario.
Il calcio arrivò in un attimo e colpì la piccola direttamente sul fianco.
L'urto fu potente, un normale umano probabilmente sarebbe morto ricevendolo, figurarsi una bambina.
In quel momento però il suo corpo reagì di propria iniziativa. La pelle dove avvenne il contatto, si indurì, come fosse un'armatura, preservando gli organi vitali.
Il colpo scaraventò comunque Nami contro il muro e la piccola all'impatto cadde a terra svenuta.

Hatchan: "NAMI!! Hai esagerato Chew".

Chew: "Ha la pelle dura la bambina. Quasi mi sono fatto male al piede."

Poi si girò e se ne andò sorridendo.

Hatchan soccorse Nami. Le controllò il battito e la scoprì sotto la maglietta. Nessun segno di rotture o ematomi.

Dopo un pò la bambina si svegliò.

Nami: "Cosa è successo?"

Hatchan: "Wow Nami sei stata grandiosa. Hai schivato il suo colpo nonostante tu sia molto più lenta di lui. Peccato per il calcio successivo. Mi hai fatto prendere un bello spavento anche se a quanto pare non hai subìto danni. Come hai fatto a intuire il suo attacco?"

Nami: "Non lo so Hachi. Sono stata fortunata ma non è stato sufficiente. Devo migliorare ancora parecchio."

Nami sapeva dentro di sè che non era stata fortuna. Aveva percepito chiaramente l'attacco e doveva migliorare quella capacità il più possibile. Poi doveva allenare il suo fisico per poter stare al passo della sua mente e in ultimo vi era un'altra capacità che non le era passata inosservata. Infatti in quel momento d'ira, aveva aumentato la rapidità delle sue gambe, la forza delle sue braccia e la resistenza del suo bastone. Imparare ad usare questa abilità sarebbe stato molto utile.

La stavano attendendo anni di viaggi, di lotte e di pericoli ma ora sapeva quale strada doveva percorrere.

Le avventure di NamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora