XXXV

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Marco e Vittorio escono assieme dalla doccia accompagnati da una coltre densa di vapore profumato

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Marco e Vittorio escono assieme dalla doccia accompagnati da una coltre densa di vapore profumato.

"Passame n'asciugamano".
Vittorio glielo lancia in faccia e Marco risponde con un dito medio, poi se lo sistema in vita mentre il suo ragazzo fa lo stesso. Marco scuote la testa per sgrullarsi l'acqua di dosso, schizzando addosso a Vittorio che non perde tempo a farglielo notare.

"Sei un cane per caso?", chiede divertito, sistemandosi davanti allo specchio e osservando la sua figura riflessa.

"Sì", conferma Marco. Si ferma alle sue spalle ed appoggia il mento sulla spalla dell'altro ragazzo.

"Allora sei un carlino".

"Ammazza che complimento oh, è brutto 'n culo quel cane", si finge offeso. Vittorio lo guarda attraverso lo specchio.

"Non è vero, sono bellissimi", ribatte. Allunga una mano all'indietro e la appoggia sulla sua guancia. Marco lo fa girare con incredibile delicatezza e si baciano ancora ed ancora. Il ragazzo dagli occhi azzurri si appoggia contro il bordo del lavandino e circonda la schiena di Marco con le braccia.

"Secondo round?". Le dita di Marco corrono ad afferrare le natiche del suo ragazzo, stringono la pelle ancora bagnata.
Vittorio geme in maniera incontrollata mentre lascia cadere il suo asciugamano a terra e fa fare a quello di Marco la stessa fine. Hanno appena finito di fare una doccia calda, molto calda, e sono di nuovo eccitati.

Vittorio si sposta per sedersi sul cesto dei panni sporchi. È in vimini, spera di non distruggerlo. Marco si posiziona tra le sue gambe con movimenti smaniosi di toccarlo, di baciarlo e di sentirlo ancora più suo.

Li interrompe la suoneria del suo cellulare, Grazie Roma di Antonello Venditti.

"Che rottura de cojoni", sbuffa e si allontana dal corpo del suo ragazzo per recuperarlo. È appoggiato sul davanzale della finestra. Si dà una grattata là sotto, poi risponde. È Silvano. Vittorio rimane seduto sul cesto, ancora eccitato e grondante d'acqua. Marco lo guarda, è più bello del solito, con i capelli bagnati e sparati in tutte le direzione, le labbra gonfie e il corpo attraversato da centinaia di goccioline d'acqua.

"Sì?", risponde.
"Leonà, c'è stato un cambio di programma, abbiamo già preso la moglie e stiamo per chiedere il riscatto, ma adesso in sede ci siamo solo io e Gianfranco, il Messicano sta a Frosinone a prendere tutto l'occorrente pe' domani, devi venì".

Marco impallidisce.
"Arrivo tra poco, damme l'indirizzo".
Poi attacca. Marco continua a fissare lo schermo scuro del suo cellulare; quando alza lo sguardo, Vittorio lo sta guardando con evidente preoccupazione.

"Hanno preso la moglie de Colassi e io mo' devo andà lì...tu-tu chiama la polizia". Si infila velocemente i panni che aveva buttato a terra nella foga del momento. Vittorio si è alzato in piedi.

Sotto il cielo di RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora