VI

1.5K 112 15
                                    

Vittorio non ha più avuto il coraggio di chiedere a Marco a cosa fosse dovuto quel bacio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Vittorio non ha più avuto il coraggio di chiedere a Marco a cosa fosse dovuto quel bacio. È vero, è un tipo sfacciato, ma ha anche un po' di pudore e teme che domandandogli cosa avesse smosso il suo istinto, le cose peggiorerebbero. 

La sua compagnia gli piace, anche troppo forse, e non vuole privarsene. Eppure è tornato a casa da tre ore e non fa altro che tartassarsi di interrogativi, perché proprio non riesce a spiegarselo.

Marco gli piace, questo è in grado di ammetterlo, ma è sicuro che a Marco piaccia lui?
Deve assolutamente parlarne con Giorgio, lui è l'unico a conoscere abbastanza entrambi. Magari sa qualcosa in più. Dio, è così confuso.

Silvia è in casa e sta facendo le unghie a Laura, un'amica d'infanzia. Vittorio la conosce abbastanza bene, una volta le ha pure toccato le tette mentre giocavano ad obbligo o verità, e lei sembra ricordarsene perché lo guarda in quel mondo, sbattendo le ciglia e arricciando appena le labbra. 

Vittorio ne è abbastanza disgustato. I suoi gusti sono vari, è stato con alcune femmine ed è andato anche a letto con un paio di ragazzi, ovviamente all'insaputa dei suoi amici. A saperlo è solo Giorgio, che gli ha presentato alcuni suoi conoscenti disposti ad avere un'avventura veloce con lui.

Giorgio conosce molta più gente di lui e sa praticamente tutto di tutti. Un suo pregio è il saper mantenere i segreti, ma Vittorio spera che lui sia un'eccezione alla regola e gli riveli qualcosa.

 Sta impazzendo, anche se a guardarlo da fuori nessuno lo direbbe. Solita espressione da duro, portamento rigido e talvolta troppo appariscente. Quando esce con i suoi amici fa casino, ascoltano la musica ad alto volume, si prendono a parolacce e rimorchiano ragazze per strada, ma si divertono e non potrebbe immaginare diversamente la sua vita. 

È nato così, vive la vita alla giornata con ben pochi spicci in tasca, ha imparato ad essere forte e ad affrontare ogni difficoltà. Da piccolo correva per strada dietro ad un pallone, cadeva dalla bicicletta e faceva le impennate. Era tornato infinite volte a casa con le ginocchia sbucciate ma felice, perché dopo la caduta si era rialzato ed aveva continuato a giocare.

Sente le due ragazze parlottare, ma non gli interessa molto cosa si stiano dicendo.

"Vittò", lo richiama Silvia proprio mentre lui sta per entrare in bagno.
"Se?", si affaccia alla porta, un po' scocciato. Sua sorella guarda Laura, che la sta supplicando con lo sguardo di farla finita, di smetterla, basta, non dirlo.

"Nun è che le daresti er nummero tuo?", gli chiede. Indica Laura con uno strano utensile, forse una lima per unghie. Vittorio guarda la ragazza, poi sua sorella, poi gli viene un'idea.

"Volentieri", dice cercando di non sogghignare troppo spudoratamente. Sfila il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cerca un numero nella rubrica. Quello di Davide.

"Scusa ma non me lo ricordo mai".

Silvia alzò drammaticamente gli occhi al cielo.
"Lassa perde, è 'ncoglione", minimizza con un gesto della mano. Vittorio se la ride sotto i baffi mentre scrive su un tovagliolo il numero di cellulare del suo amico. Davide ha il disperato bisogno di fregna, sente di aver compiuto una buona azione nei suoi confronti.

Sotto il cielo di RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora